Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento del presidente del Panathlon International - Club Lucca sul tema dello sport tra i ragazzi in tempi di Covid-19:
Tre mesi fa ho contratto il Covid e sono stato ricoverato in ospedale: ho quindi sperimentato sulla mia pelle il virus. Nonostante questo, non condivido come viene interpretato e vissuto il divieto di fare attività sportiva, che ricordo è quella dove c'è una competizione strutturata, con regole, arbitri e punteggi.
Di fronte a questo divieto, tutto si è fermato, anche quello che invece è permesso. Il problema base sta nella burocrazia e nel non voler prendere responsabilità. Salvo i periodi di zona rossa, quante volte i ragazzi di ogni sport hanno corso sulle Mura? Quanti hanno fatto una partitella di calcio sugli spalti? Quanti una biciclettata sul fiume?
I ragazzi non sanno più inventare, non hanno più iniziativa. Hanno bisogno di un adulto che lanci l'idea. E qui nasce l'esigenza di "prendersi una responsabilità"; se sei un Educatore è TUO dovere.
E' questione di VOLONTA' di FARE e non di norme (inesistenti) che vietano di fare attività motoria o sport di base.
Vero che non si possono fare i tradizionali allenamenti al chiuso, ma intanto ad esempio è possibile 'fare il fiato' con corse all'aperto, continuare a tenere vivo e unito il gruppo, e non è certo un problema se la doccia la fai poi a casa.
Può essere, inoltre, l'occasione per il miglioramento individuale sui fondamentali di ogni sport. Mi risulta poi che siano relativamente pochi gli insegnanti di Scienze motorie che hanno fatto fare attività via web con giochi di destrezza, rapidità e coordinazione, sinergici a tutti gli sport, agli studenti a casa. Qualche caso indubbiamente c'è stato, ma è una minoranza.
Gli istruttori dell' associazione SLURP (acronimo composto dalle iniziali di sei Club Service presenti sul territorio: S come Soroptmist; L come Lions, Le Mura e Host; U come U.N.V.S. Unione Veterani Sportivi; R come Rotary e P come Panathlon), con la collaborazione delle maestre della scuola dell'infanzia, hanno invece incrementato la loro attività con i bambini, coinvolgendo e "contagiando" i genitori, che ricevevano sui loro cellulari le lezioni per i bambini.
E' ormai assodato che niente sarà più come prima, quindi anche l'approccio alla attività motoria e sportiva di base deve essere diversa, cogliendo magari l'occasione del Covid per far provare nuovi sport ai ragazzi.
Poiché questa situazione sanitaria durerà ancora per tanti mesi, è indispensabile e urgente che allenatori, insegnanti, genitori, dirigenti scolastici e sportivi, comincino immediatamente a tirare fuori idee, usare la fantasia, per inventare qualcosa di diverso rispetto al passato.
Attenzione che un comportamento eccessivamente precauzionale e tutelante non generi danni ancora maggiori del Covid nella psiche dei ragazzi !
I fenomeni delle baby-gang e del bullismo minorile, l'assenza di socializzazione, il distanziamento che accentua la solitudine, con la mancanza di una educazione ai valori etici, stanno rovinando un'intera generazione. Con quali principi e valori educheranno poi i loro figli ?
Quando tra un anno o due potremo riprendere la vita normale, quanti di questi ragazzi saranno ormai 'persi' per lo sport e soprattutto per la società?
Non abbiamo più tempo!
Commento di Aldo Grandi: non condividiamo tutto, ma una buona parte e, diremmo, sostanziale sì. Che questa amministrazione comunale, invece di pensare ai contributi per la teoria Gender e per la tutela delle discriminazioni sessuali a Lucca - ma quali?, ma quando?, ma quante? - pensasse alla gioventù lucchese che sta lentamente e fisicamente e sportivamente morendo a causa di una emergenza di cui non sono né i responsabili né, tantomeno, gli untori.