Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera inviataci dalla senatrice Barbara Masini, indirizzata a Damiana Barsotti, l'infermiera dell'ospedale di Lucca destinataria del vile biglietto anonimo contro la sua persona:
Cara Damiana,
mi permetto di darti del tu, perché ormai i volti e le storie di chi, come te, combatte ogni giorno questa guerra invisibile, sono ormai diventati sguardi familiari per tutti noi che riconosciamo il valore del vostro prezioso lavoro.
Ti scrivo perché non voglio solo esprimerti la mia solidarietà per l’assurda vicenda che ti ha vista protagonista, ma voglio prima chiederti scusa e poi dirti grazie.
Scusa a nome non solo dei Toscani, alcuni dei quali mi hanno chiesto di rappresentarli in Parlamento, ma a nome dell’Italia intera, per esserci dimostrati talvolta superficiali nei confronti di un’intera categoria, quella degli infermieri, che abbiamo dato troppo spesso per scontata. La lettera anonima di cui sei stata destinataria è un atto vile in un momento storico come questo nel quale si può solo sperare che, a fronte di così tanti sacrifici, vi sarà un cambiamento in positivo del nostro essere umano e sociale e che invece, come nel tuo caso, vede talvolta emergere anche lati egoisti di quello stesso animo di cui ci si attendeva un’elevazione morale.
Hai la mia solidarietà, e come te ce l’hanno tutti gli operatori sanitari che da due mesi vivono nel terrore di contrarre la malattia e di portarla a casa ai propri affetti, ma che nonostante la propria paura non si sono mai arresi, se pur straziati da turni estenuanti e da un convivere muto con le sofferenze altrui, fatto troppo spesso anche di mani tenute strette per un’ultima volta.
Hai la mia gratitudine, non solo per il tuo lavoro di ogni giorno ma anche per il modo in cui hai gestito questa vicenda. Perché non ti avrei biasimato se fossi esplosa in un moto di rabbia o se avessi vacillato, sopraffatta dal dolore di una solitudine opprimente, pensando di lasciare il campo di battaglia. Tu invece no, hai dimostrato ancora una volta che per fare del bene bisogna incontrare il male e che spesso il proprio lavoro non è solo un modo per portare a casa uno stipendio, ma è una vocazione, è una scelta, è una missione.
Cara Damiana, grazie per il tuo impegno, per l’onore che porti alla nostra terra, per il rispetto che dai alla vita che ti sei scelta. La paura può giocare brutti scherzi, ma quando incontra il coraggio svanisce così come è arrivata.