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Scritto da Redazione
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27 Febbraio 2021

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Pubblichiamo volentieri questa bella e, purtroppo, veritiera riflessione del presidente regionale Aics, associazione così importante per l'aggregazione e lo sport a livello amatoriale a cui abbiamo aderito nell'età della beata incoscienza o quasi:

Giovedì scorso, tornando in treno da Firenze dove avevo trascorso un pomeriggio al Comitato regionale del CONI, ho avuto la curiosità di cercare notizie sullo svolgimento del Consiglio comunale che si stava svolgendo a Lucca, e dove 50, poi sembra 40, invitati, stavano parlando del futuro della città dopo la pandemia: delle sue magnifiche sorti e progressive, avrebbe detto il poeta.

Al Coni, dove noi presidenti regionali di enti di promozione sportiva eravamo stati convocati per il rinnovo della nostra rappresentanza nel Consiglio regionale del CONI stesso, era stato un pomeriggio di considerazioni amare sulla scarsa considerazione che lo sport aveva ricevuto nella formazione del nuovo Governo: scomparso il Ministero, mandato a casa il ministro di prima che un aiuto concreto aveva provato a darlo, non ancora nominato nemmeno il sottosegretario, al palo i "ristori" per i lavoratori sportivi e le associazioni sportive di base, a digiuno ormai da due mesi e a rischio di sopravvivenza, quelle che non ci hanno già lasciato.. 

Amarezza, rabbia, ma nessuna rassegnazione, perché alla nostra età (erano tanti i dirigenti anche più vecchi di me, che sono ormai over 60 e oltre) ne abbiamo viste tante, forse tutte, e siamo abituati a ragionare con pubblici poteri che pensano che lo sport sia Ronaldo, Luna Rossa e roba simile: perché questo Governo di tutti e di nessuno avrebbe allora dovuto fare la differenza? 

Nonostante tutto ciò, sono rimasto ugualmente sorpreso nel non trovare, nelle cronache del Consiglio di Lucca, nessun riferimento allo sport. 

Ero stanco, come detto amareggiato, triste per come Firenze è ora e per la devastazione economica che la sua gente e il suo tessuto produttivo stanno subendo, e forse non sono stato troppo attento nella lettura: ma davvero non ho trovato nessuna riflessione espressa in così autorevole consesso che si potesse avvicinare a una proposta, anche modesta, di dare spazi nuovi e nuove risorse a chi vuol fare sport per stare con le amiche e con gli amici, curare corpo e salute, incontrare gli altri, entrare anche in competizione con  chi coltiva la  stessa passione.

E allora chiedo aiuto: se ho "saltato" qualche intervento dove di sport si è parlato, se sono venute fuori idee, meglio buone ma basta anche che siano solo idee, per favore, raccontatemele, datemene la misura, aiutatemi a svilupparle e a confrontarmici.

Sono tra quelli, e vi garantisco che pochi non siamo, che pensa che a Lucca, dopo il Covid (ma anche durante, soprattutto durante) si debba fare sport e aiutare a farlo coloro che ne hanno fatto spesso ragione di vita o comunque di vita migliore dopo il lavoro e gli altri affanni. Grazie, e grazie per quanti ci saranno accanto quando nonostante tutto riprenderemo a farlo e ad organizzarlo. 

Commento di Aldo Grandi: caro presidente dopo aver letto la tua lettera-riflessione non posso non risponderti brevemente e in prima persona. Da uomo che ha amato e praticato lo sport per tutta la sua esistenza e che anche adesso, sia pure, per ragioni di salute, pratica in maniera ridotta, ma sempre appassionata, le tue parole sono, semplicemente, un pugno in faccia che fa male, ma che non mi trova sorpreso. La tua critica è sacrosanta e dubito che qualche giornalista politically correct avrà il coraggio di estrapolare, da essa, quello che è il succo: ci hanno educato a credere nell'esercizio fisico come rimedio per molti mali sia fisici sia psicologici e proprio adesso che di sport e di attività fisica ci sarebbe un gran bisogno, ecco che, al contrario, stanno ammazzando questo settore e distruggendo una intera generazione che lo sport, ormai, chissà se tornerà a praticarlo. 

Favoriscono il professionismo senza rendersi conto, questi imbecilli, che chi tiene in piedi il movimento sono proprio gli amatori, quelli che si spaccano la vita e la schiena pur di rubare qualche ora alla quotidianità esasperante per trovare un po' di gioia e di vivacità.

Invece nulla, ma, del resto, pensavi forse che questi politicanti privi di senso e di utilità comprendessero l'importanza e l'arricchimento del praticare attività fisica che non sia quella di piazzare il culo sulle poltrone dei loro privilegi? Io, fortunatamente, non ne ho mai dubitato. La politica e lo sport fanno a cazzotti perché lo sport, con i suoi sacrifici, con il suo spirito, con i suoi principi, con la sua competizione sono l'antitesi della mediocrità nella quale galleggia e prospera il politico.

Un abbraccio e l'invito a non mollare. Lo sport e l'esercizio fisico sono gli ingredienti naturali indispensabili a forgiare l'uomo di oggi e di domani. Perdona loro perché non sanno quello che fanno.

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