Nell’articolo di oggi ti proponiamo un viaggio nel tempo per indagare le origini e l’evoluzione degli strumenti ottici più comuni: dalla lente di ingrandimento al microscopio.
L’occhio umano è un organo unico, affascinante e molto complesso: ci aiuta a sopravvivere nel mondo, identificare gli oggetti e muoverci nello spazio. Come molte altre parti del corpo, però, ha i suoi limiti e si deteriora nel corso degli anni.
Proprio per questo motivo, secoli fa, l’uomo ha iniziato a inventare modi sempre nuovi per potenziare la vista umana (come la lente di ingrandimento) o per rallentarne o rimediarne la perdita. Così sono nati gli strumenti ottici.
Prima ancora della lente di ingrandimento
Probabilmente, il primo e più semplice strumento ottico di cui si ha traccia è lo specchio. Gli archeologi hanno rinvenuto piccoli specchi di stagno, oro e platino risalenti all'Età del Bronzo.
La storia moderna degli specchi, però, risale al 1279, quando un frate francescano descrisse nei suoi scritti la procedura necessaria per coprire il vetro con un sottile strato di stagno in grado di creare una superficie riflettente.
Siamo d’accordo, al contrario della lente di ingrandimento uno specchio non riesce ad aumentare le dimensioni percepite di un oggetto, ma rimane comunque uno strumento ottico. Inoltre, proprio gli specchi sono un elemento essenziale di strumenti come telescopi, obiettivi e molte altre invenzioni successive.
La lente d'ingrandimento
Non è chiaro a chi dobbiamo l’esistenza di questo strumento. Alcuni sostengono che la lente di ingrandimento fu inventata nel 1250 da Roger Bacon, altri ne attribuiscono l'invenzione e lo sviluppo a uno storico egiziano di nome Ibn Al-Haytham, intorno al XI secolo.
In realtà, però, il principio su cui si basa la lente di ingrandimento risale a molto prima: nell’antico Egitto si usavano pezzi di cristallo trasparenti per vedere più chiaramente piccoli oggetti, così come l’imperatore romano Nerone guardava attraverso gemme chiare per godersi meglio gli attori lontani sul palco.
Gli occhiali
Proprio così: già gli antichi Romani notarono che un recipiente trasparente pieno d’acqua riusciva a ridurre o aumentare la dimensione degli oggetti. Questo recipiente non è altro che il prototipo della moderna lente convessa che si usa ancora oggi nelle lenti di ingrandimento e negli occhiali.
Inizialmente, queste lenti dovevano essere tenute in mano. Poi, nel XIII secolo, a Venezia, venne lanciata l’idea di inserirle in bellissime cornici di legno o metallo che permettevano di indossarle sul volto. Per centinaia di anni, questo accessorio è stato usato esclusivamente come decoro e solo un secolo dopo ci si è resi conto che poteva compensare i difetti della vita.
Tuttavia, prima dell'avvento della stampa, le persone non sentivano davvero il bisogno di portare gli occhiali: solo le persone più istruite che, in effetti, avevano qualcosa da leggere usavano lenti di ingrandimento incorniciate.
Microscopio, periscopio e altri strumenti
I primi microscopi inventati dall’uomo erano ottici e funzionavano con lo stesso principio della lente di ingrandimento. Non conosciamo con esattezza il nome di chi l’ha inventato, però sappiamo che nel 1624, Galileo Galilei presentò il suo microscopio che, al tempo, decise di chiamare “occhiolino”.
Prima ancora, nel 1609, sempre Galilei regalò al mondo il telescopio: un sistema di lenti e specchi che permise per la prima volta all’essere umano di studiare il cielo ed esaminare i corpi celesti.
Il periscopio (dal greco. "intorno" + "guardo") è uno strumento simile al telescopio, ma veniva (e viene ancora adesso) utilizzato come un dispositivo di sorveglianza. Si tratta di un tubo curvato, spesso a forma di “Z”, alle due estremità del quale sono fissati specchi inclinati di 45° rispetto all'asse del tubo.
Questa forma particolare serviva per l'osservazione dalle trincee durante la Prima guerra mondiale. Al contrario della lente di ingrandimento e degli altri strumenti, infatti, questo non permette di vedere in linea retta, ma di osservare qualcosa rimanendo nascosti.