Tutti al giorno d’oggi parlano, o con amici o con conoscenti, almeno un paio di volte a settimana della Serie A, non solo perché questo torneo sportivo in Italia è nazionalpopolare, ma anche perché è capace di regalare forti emozioni che vanno al di là del semplice pallone insaccato in rete. Ma un conto è parlare di cosa hanno fatto Milan e Inter nell’ultimo turno di campionato, e un conto è parlare di cosa sia in generale il calcio. Confusi? Proviamo a semplificare al massimo: quale definizione dareste del termine calcio? Siamo certi che ognuno di voi ne darebbe una differente, perché tutto dipende da che calcio avete “vissuto”. I non più giovanissimi direbbero quasi certamente che il calcio è un bellissimo passatempo, mentre i più giovani direbbero che è un business. E il bello è che entrambe queste affermazioni sono corrette! Il nostro sport preferito infatti è tutte queste cose messe assieme, anche se a dire la verità negli ultimi anni sta diventando più che altro un affare (d’oro). Sì, purtroppo: il calcio sta perdendo sempre più la sua aura di puro divertimento e sta assumendo quella di business milionario. Non diciamo nulla di nuovo, lo sappiamo, ma è sempre meglio ricordare come il pallone ormai non sia più fatto di cuoio impermeabile ma di cash sonante! Questo calcio che vive di compravendite e di marketing abbiamo deciso di definirlo “neo calcio”. Il neo calcio, per intendersi, è quello dei procuratori che guadagno più dei loro assistiti, ma è anche quello di quei giocatori che un giorno firmano un contratto e il giorno dopo lo “stracciano” come se nulla fosse perché desiderano ottenere più soldi. 30 anni fa nessuno avrebbe mai immaginato di assistere a tutto questo, anche perché il pallone era sì ricco ma non così ricco, e soprattutto i patti venivano sempre rispettati dai calciatori. Nel 2021 invece così non è, considerando che il calcio moderno, o neo calcio, è un affare per chi ci sa fare con i numeri ed è un “gioco a perdere” per chi invece ragiona con il cuore. Se anche un filantropo come Moratti dopo anni di presidenza nerazzurra ha dovuto lasciare forse un motivo ci sarà anche. E ormai lo sapete quale è questo motivo.
Da una semplice passione a un universo infinito
Ora che abbiamo definito a grandi linee il termine neo calcio, è giunto il momento di dire qualcosa sullo strumento principale che agisce da cassa di risonanza amplificandone l’importanza. Detto altrimenti, dobbiamo dire qualcosa del web, che oggi ci permette di seguire live le gesta della nostra squadra del cuore, sia essa Milan, Inter o Salernitana, e che ci permette, tra le altre cose, di scommettere sui suoi risultati approfittando ad esempio dei migliori bonus di benvenuto Sisal. Il web rende il calcio ancora più imperdibile, perché, banalmente, appena collegati online possiamo sapere cosa stanno facendo le squadre che stanno disputando un turno di Serie A. Non solo, ci dà anche l’opportunità di partecipare a giochi che hanno a che fare con il calcio; a noi viene in mente il Fantacalcio, ma ce ne sarebbero altri, come quelli in cui ci si mette alla prova rispondendo a più domande così da far vedere a tutti quanto si è bravi e preparati. Insomma: da una “semplice” passione siamo passati, senza per altro accorgercene, a un universo infinito in cui il pallone regna sovrano a tutte le latitudini. Un bene o un male? Dipende. Dipende da come viene e verrà vissuto il calcio da qui in avanti. Noi temiamo per il peggio, perché il neo calcio si diffonderà sempre più, con buona pace dei non più giovanissimi.
Tornei con meno squadre
Esiste un modo per riportare il pallone a essere più vicino a uno sport piuttosto che a un modello di business? Certo, rendendo più “snelli” i principali tornei di calcio. Come? Facendo sì che vi partecipino meno squadre. Quello sarebbe un bel modo per ritornare alle origini! Pura utopia? Sì, pura utopia.