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Un necrologio di emozioni per salutare la scomparsa di José “Pepe” Mujica, ex presidente dell'Uruguay
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Lucca per nomadi digitali: dove lavorare e cosa visitare
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Italiani popolo di giocatori d'azzardo alla conquista dei casinò online autorizzati
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Nell’articolo di oggi ti proponiamo un viaggio nel tempo per indagare le origini e l’evoluzione degli strumenti ottici più comuni: dalla lente di ingrandimento al microscopio.
L’occhio umano è un organo unico, affascinante e molto complesso: ci aiuta a sopravvivere nel mondo, identificare gli oggetti e muoverci nello spazio. Come molte altre parti del corpo, però, ha i suoi limiti e si deteriora nel corso degli anni.
Proprio per questo motivo, secoli fa, l’uomo ha iniziato a inventare modi sempre nuovi per potenziare la vista umana (come la lente di ingrandimento) o per rallentarne o rimediarne la perdita. Così sono nati gli strumenti ottici.
Prima ancora della lente di ingrandimento
Probabilmente, il primo e più semplice strumento ottico di cui si ha traccia è lo specchio. Gli archeologi hanno rinvenuto piccoli specchi di stagno, oro e platino risalenti all'Età del Bronzo.
La storia moderna degli specchi, però, risale al 1279, quando un frate francescano descrisse nei suoi scritti la procedura necessaria per coprire il vetro con un sottile strato di stagno in grado di creare una superficie riflettente.
Siamo d’accordo, al contrario della lente di ingrandimento uno specchio non riesce ad aumentare le dimensioni percepite di un oggetto, ma rimane comunque uno strumento ottico. Inoltre, proprio gli specchi sono un elemento essenziale di strumenti come telescopi, obiettivi e molte altre invenzioni successive.
La lente d'ingrandimento
Non è chiaro a chi dobbiamo l’esistenza di questo strumento. Alcuni sostengono che la lente di ingrandimento fu inventata nel 1250 da Roger Bacon, altri ne attribuiscono l'invenzione e lo sviluppo a uno storico egiziano di nome Ibn Al-Haytham, intorno al XI secolo.
In realtà, però, il principio su cui si basa la lente di ingrandimento risale a molto prima: nell’antico Egitto si usavano pezzi di cristallo trasparenti per vedere più chiaramente piccoli oggetti, così come l’imperatore romano Nerone guardava attraverso gemme chiare per godersi meglio gli attori lontani sul palco.
Gli occhiali
Proprio così: già gli antichi Romani notarono che un recipiente trasparente pieno d’acqua riusciva a ridurre o aumentare la dimensione degli oggetti. Questo recipiente non è altro che il prototipo della moderna lente convessa che si usa ancora oggi nelle lenti di ingrandimento e negli occhiali.
Inizialmente, queste lenti dovevano essere tenute in mano. Poi, nel XIII secolo, a Venezia, venne lanciata l’idea di inserirle in bellissime cornici di legno o metallo che permettevano di indossarle sul volto. Per centinaia di anni, questo accessorio è stato usato esclusivamente come decoro e solo un secolo dopo ci si è resi conto che poteva compensare i difetti della vita.
Tuttavia, prima dell'avvento della stampa, le persone non sentivano davvero il bisogno di portare gli occhiali: solo le persone più istruite che, in effetti, avevano qualcosa da leggere usavano lenti di ingrandimento incorniciate.
Microscopio, periscopio e altri strumenti
I primi microscopi inventati dall’uomo erano ottici e funzionavano con lo stesso principio della lente di ingrandimento. Non conosciamo con esattezza il nome di chi l’ha inventato, però sappiamo che nel 1624, Galileo Galilei presentò il suo microscopio che, al tempo, decise di chiamare “occhiolino”.
Prima ancora, nel 1609, sempre Galilei regalò al mondo il telescopio: un sistema di lenti e specchi che permise per la prima volta all’essere umano di studiare il cielo ed esaminare i corpi celesti.
Il periscopio (dal greco. "intorno" + "guardo") è uno strumento simile al telescopio, ma veniva (e viene ancora adesso) utilizzato come un dispositivo di sorveglianza. Si tratta di un tubo curvato, spesso a forma di “Z”, alle due estremità del quale sono fissati specchi inclinati di 45° rispetto all'asse del tubo.
Questa forma particolare serviva per l'osservazione dalle trincee durante la Prima guerra mondiale. Al contrario della lente di ingrandimento e degli altri strumenti, infatti, questo non permette di vedere in linea retta, ma di osservare qualcosa rimanendo nascosti.
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È stato recentemente pubblicato un rapporto di un’indagine statistica sul gioco d’azzardo in Italia, che complessivamente vede un aumento della spesa complessiva, ma un numero di giocatori più basso. Questo è il profilo che ha evidenziato l’Eurispes all’interno del Rapporto Italia 2023, dove si evidenziano anche dei fenomeni sociali da non trascurare, come ad esempio il crescente numero di giocatori a conoscenza di circuiti illegali.
Il gioco online, sempre più sicuro
In questo quadro, si registra per la prima volta il sorpasso del gioco online rispetto a quello in presenza. Questo è un elemento da non sottovalutare, poiché il gioco online rappresenta il modello più evoluto capace di contrastare i circuiti illegali. Infatti, i casinò online e i siti di scommesse online in Italia autorizzati da ADM offrono i più alti standard di trasparenza, sicurezza ed equità. Le norme relative agli RTP delle slot online, ad esempio, sono molto rigide e vedono gli RTP online molto più alti rispetto a quelli delle slot fisiche. Inoltre, sugli RNG (Generatori di Numeri Casuali) vi sono costanti controlli di società indipendenti esterne.
Non è un caso, quindi, che quelli autorizzati da ADM siano nel tempo divenuti i siti di casinò preferiti in Italia anche rispetto alle proposte di gioco in presenza tutt’ora molto popolari. In termini numerici, mentre la raccolta fisica arriva a 14 miliardi, la raccolta per il gioco online arriva a 70 miliardi, pari al doppio rispetto all’anno precedente.
Gratta e vinci e Superenalotto intramontabili, ma altri no
Tra i vari giochi tradizionali, l’Eurispes registra un divario sempre più ampio tra l’accoppiata gratta e vinci e SuperEnalotto, che vanno fortissimo, e tutti gli altri giochi. Quando è stato chiesto “a quali di questi giochi legali con vincita in denaro giochi?” il 52% ha risposto “Qualche volta” ai gratta e vinci. Seguono appena sotto il 40% le lotterie e il SuperEnalotto. Tuttavia, il 17% ha risposto “sempre” parlando di Lotto o SuperEnalotto.
Al contrario, altri giochi come l’ippica vanno sparendo, mentre il bingo sembra aver esaurito la sua fiamma.
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