Il Giro d'Italia si appresta a transitare dalla città di Lucca. Un evento che non si verificava da 40 anni o giù di lì e che ha visto e vede quotidiani appelli allo sport e ad eventi che animeranno in questi giorni il centro storico. E' previsto anche un maxi-ricevimento a cui interverranno giornalisti e autorità oltre ad ex ciclisti e invitati più o meno Vip predisposto dalla società che organizza la manifestazione sportiva. In piazza S. Michele l'amministrazione comunale ha piazzato delle biglie giganti come quelle che, sulla sabbia, animavano le estati della nostra gioventù - non di quella delle attuali generazioni intente a spendere e sprecare la propria esistenza dietro la tecnologia digitale che poco dà e molto, moltissimo chiede - ma che, a pensarci bene, raffigurano ex campioni delle due ruote che con Lucca c'entrano come il cavolo a merenda. Ma come?, Lucca è la città dove è nato il campione che ha battuto ogni record della corsa rosa aggiudicandosi 42 tappe della corsa rosa e nemmeno una biglia con le sue sembianze? Non soltanto. Se ci avete fatto caso la figura di Mario Cipollini, ex campione del mondo, cresciuto nelle fila di Amore & Vita di Ivano Fanini, è sparita. E' come un fantasma che aleggia intorno ad un evento al quale appartiene a pieno diritto, ma che tutti hanno quasi il timore di evocare. Avrebbero potuto e dovuto il sindaco Mario Pardini e l'assessore allo sport Fabio Barsanti battere i piedi per reclamare più attenzione per l'ex campione delle due ruote di San Giusto di Compito?
Prima della tappa lucchese prevista per l'8 maggio, ci sarà un maxi-ricevimento al quale interverranno autorità di tutti i tipi oltre a giornalisti, ex ciclisti, Vip e personalità cittadine. Ebbene, a quanto risulta - e ci risulta bene - l'unico che avrebbe meritato di esserci a pieno titolo e che non è stato nemmeno calcolato-invitato è proprio Mario Cipollini. A meno di smentite dell'ultim'ora che saremmo ben lieti di accogliere e pubblicare.
Possiamo anche immaginare il motivo. Cipollini e noi siamo stati attenti e obiettivi cronisti della vicenda, è stato condannato dal tribunale di Lucca per una storia di stalking nei confronti della ex moglie. Una brutta storia senza dubbio e una condanna pesante, tre anni, in primo grado. Un processo che ha sicuramente gettato un'ombra sull'ex campione che ha molti, moltissimi difetti e che anche nella sua città non riscuote particolari consensi, ma che, volenti o nolenti, con il Giro d'Italia ha sempre avuto e sempre avrà particolare confidenza. Vedere passare la corsa rosa a queste latitudini e sapere che l'unico che ne avrebbe diritto non ci sarà perché ciclisticamente emarginato a tutti gli effetti - attenzione, il nostro non è un giudizio di merito o di valore sull'uomo, ma una semplice constatazione sportiva - non è una cosa che ci riempie di felicità e di orgoglio. Cipollini è storia di Lucca e Lucca è, nel bene e nel male, anche Mario Cipollini e così come ne ha beneficiato per lustri quando trionfava su tutti i traguardi del mondo, non si capisce perché non dovrebbe andarne sportivamente contenta adesso che si celebrano 40 anni dall'ultima volta che il Giro d'Italia è transitato da queste parti.
Per non parlare, poi, dei festeggiamenti per il centenario della morte di Puccini che il Giro d'Italia ha scelto, così, di ricordare: vogliamo, forse, negare che dopo Puccini il lucchese più famoso al mondo potrebbe essere proprio Super Mario?
A voler fare un paragone viene in mente un altro campione del mondo, ma del dio pallone, Diego Armando Maradona che non era certamente un santo, ma che hanno fatto diventare un... santino. Gli hanno anche intitolato lo stadio San Paolo di Napoli. Eppure, se la memoria non ci inganna, anche lui aveva avuto a che fare con la Giustizia, ma non per questo era stato messo in un angolo sportivamente parlando. Anzi.
Foss'anche solo per le emozioni che ha regalato con le sue quasi duecento vittorie della sua carriera professionale, una menzione particolare e uno scatto fotografico, magari anche con un mazzo di fiori, sul palco del Giro se lo sarebbe meritato. O no?