Niente nuovo stadio all'orizzonte. Non lo dice Francesco Raspini e nemmeno Daniele Bianucci, i cavalieri dell'opposizione che non ne passano nemmeno mezza all'amministrazione comunale in carica. Lo dice anzi, lo spiega nel corso di una conferenza stampa dove parla solo e soltanto lui - il sindaco ascolta, acconsente, estrae due o tre parole dal cilindro e annuisce - l'assessore sceriffo allo sport Fabio Barsanti, uno che sullo stadio nuovo ci aveva puntato tutto e anche qualcosa di più, che al Porta Elisa ci è sempre andato e che possiede proprio tra i tifosi rossoneri un grosso serbatoio di simpatie e preferenze elettorali. C'è qualcosa di strano, qualcosa che non quadra in una conferenza stampa convocata, guarda caso, in fretta e furia durante la pausa pranzo di una seduta fiume del consiglio comunale dedicata al piano operativo. Che c'entra, allora, lo stadio?
La Lucchese aveva perso la sua ennesima partita contro la Carrarese e le speranze, anche le residue e ultime, di accedere ai play-off erano svanite 24 ore prima. Nessun pericolo, quindi, di compromettere la serenità della squadra tantomeno quella della società che, a quanto pare, sarebbe già compromessa da un pezzo. Via libera per una sveltina con la stampa e la Tv in cui poter narrare senza tanti preamboli né artifizi che quello gridato ai quattro venti come un progetto faraonico in grado di risollevare le sorti calcistiche rossonere, non si sarebbe fatto. Né ora, né, probabilmente, mai.
Fabio Barsanti ha parlato compito, calmo, mascherando ogni eventuale amarezza e nascondendo abilmente qualunque disappunto per una figura che, indubbiamente, anche se non investe direttamente la giunta Pardini, la sfiora e la urta quanto basta. Non dimentichiamoci, infatti, che l'attuale maggioranza aveva sempre difeso a oltranza la necessità di un nuovo stadio per le ambizioni di una società che mirava a conquistare non soltanto i play-off questa stagione, ma anche salire in quota nelle prossime. La conferenza dei servizi aveva dato il via libera e anche il consiglio comunale aveva accettato, più o meno forzatamente, quell'interesse pubblico fondamentale affinché il progetto di fattibilità potesse avere qualche chance di essere portato avanti. Ebbene, quando la società incaricata dal comune di appurare l'esistenza dei presupposti economico-finanziari e quando gli uffici tecnici del comune hanno passato al setaccio tutta la documentazione ricevuta, è emersa la sgradita sorpresa: in 14 mesi niente era stato fatto per accontentare le richieste che il comune aveva manifestato e che erano indispensabili per la prosecuzione dell'opera. Come mai potrebbe aggiungere qualcuno?
C'è chi, amaramente, ma con ironia, riferisce essersi trattato solo e soltanto di una questione di soldi. Se ce l'hai bene, altrimenti ciccia. Da una parte i proponenti il progetto che avrebbero desiderato maggiore generosità da parte dell'ente e dall'altra quest'ultimo che, l'argent, non ci ha mai pensato, giustamente, ad anticiparlo. Mario Pardini sarà anche l'uomo che ride e per di più una sorta di politico con sembianze, ma solo quelle, Dc, ma non ci risulta che sia di manica larga e che ami distribuire pani e pesci come fece qualcuno qualche secolo fa con i risultati che, poi, tutti sappiamo. Così, a rubinetti chiusi, ier procedurale immobile o quasi. Addirittura, ha confidato Barsanti, i tre soggetti partecipanti al progetto avevano rivendicato il diritto di avere a disposizione, due domeniche al mese, gli incassi di tutti i parcheggi da adibire all'evento sportivo ossia la maggioranza di quelli disponibili fuori dalle mura. Potevano Pardini e soci accettare una cosa del genere senza scatenare un pandemonio?
Retromarcia spinto quindi o, meglio ancora, una specie di coitus interruptus prima che accadesse l'irreparabile ossia l'avvio di un progetto dai piedi di argilla e perdonateci l'azzardata metafora. Meglio chiuderla qui e chi s'è visto s'è visto. Dire che lo sceriffo si sia salvato in calcio d'angolo sarebbe eccessivo, ma è indubbio che deve aver tirato un bel sospiro di sollievo. Ora la palla passa a qualcun altro. Senza dimenticare che, magari, qualcuno tra i proponenti ha investito e speso soldi e se per caso, come sembra, non se ne farà di nulla, quel denaro a qualcuno verrò chiesto indietro: a chi? All'orizzonmte un possibile, ma non augurabile contenzioso giudiziario?
Ma veniamo alla Lucchese 1905. Un argomento, salvo le cronache sportive, pressoché tabù alle latitudini dell'informazione cittadina. Nessuna scrive, molti parlano, altrettanti sanno. Il presidente Andrea Bulgarella ha problemi di salute, ma è auspicabile che, appena risolti, possa venire a Lucca per spiegarci non tanto quello che sta succedendo visto che bastano, ad informarci, le numerose voci di corridoio che, come sempre accade, si diffondono alla velocità della luce, quanto, piuttosto, quello che succederà a breve nel futuro rossonero. Sotto tutti i punti di vista, a cominciare, ad esempio, dal settore giovanile al quale, ha ribadito in conferenza stampa l'assessore allo sport, la giunta riserva una attenzione particolare poiché il nuovo impianto deve servire a una società che abbia a cuore lo sviluppo dei propri atleti. Ecco, visto che il signor direttore generale Giuseppe Mangiarano non c'è più - chi dice che si è dimesso chi, al contrario, che è stato costretto a dimettersi - ci piacerebbe conoscere la realtà direttamente dalle parole di colui che, a quanto sembra, è al timone della società, ossia il signor amministratore delegato Roy Lo Faso.
Non soltanto. Quando Fabio Barsanti ha dichiarato che non sussistono i presupposti economico-finanziari richiesti e necessari al progetto di fattibilità per il nuovo impianto che si sarebbe dovuto costruire - non dimentichiamoci che c'era stata anche una gita fuori porta a Bergamo per dare una occhiata allo stadio realizzato dalla famiglia Percassi, così, tanto per dare una occhiata e prendere appunti - che cosa intendeva dire entrando nello specifico?
Qual è l'attuale situazione economico-finanziaria della società rossonera? Quali sono i rapporti con la città nel suo complesso? Perché l'amministrazione comunale convoca una conferenza stampa all'ora di pranzo e durante una seduta fiume di un consiglio comunale dedicato a un tema, il piano operativo, della massima urgenza e importanza, per liquidare in quattro e quattr'otto la vicenda stadio che, per tanti mesi, era stata considerata al centro dell'attenzione politica e sociale? Quale futuro attende i colori rossoneri dopo una stagione al di sotto non tanto delle possibilità quanto, forse, delle aspettative di qualcuno?