Una fra le più grandi bandiere della Lucchese e sicuramente uno fra gli attaccanti più eleganti che i tifosi ricorderanno per le sue rovesciate e per quella mira che aveva nel calciare a rete. Queste caratteristiche si associano a Tony gol, come lo chiamava la tifoseria, ad Eupremio Carruezzo il suo vero nome anagrafico, ma per tutti rimane Tony. Un legame fra lui e la Lucchese fatto di gol (96) e presenze in campionato (171) dal 2001 al 2007 e di classe di un giocatore fantastico come pochi nella storia della Lucchese. L'oggi 54enne e direttore tecnico del Castelnuovo Garfagnana, sempre con i colori rossoneri, una volta attaccate le scarpette al chiodo, fu vice allenatore nella stagione 2019-20, allenatore della Primavera l'anno successivo, mentre i suoi ultimi precedenti in panchina sono stati nel 2022-23 come allenatore della squadra femminile.
L'APPUNTAMENTO CON LO SPORTIVO PAOLO TARABORI, SUO VECCHIO TIFOSO
Indimenticabili quegli anni anche per un suo vecchio fans, quel Paolo Tarabori, da quando suo padre Gianfranco, scomparso nel 2018, gestiva l'azienda dal nome omonimo di Agricoltura e Giardinaggio ed era fornitore nei primi anni 2000 della squadra addetta al servizio di manutenzione del manto erboso del Porta Elisa, inviata da Giampaolo Giusti. Paolo da tifoso incallito (allora faceva parte del gruppo dei Panthers ndr), sfruttava orgogliosamente l'abbonamento, successivamente rilasciato all'azienda di famiglia che diventò anche sponsor della Lucchese, seguendo la squadra non soltanto nelle partite casalinghe ma anche in trasferta.
"Casualmente - dice Tarabori - incontrai Carruezzo nei corridoi interni del mio complesso commerciale Le Mura del viale Carlo Del Prete, il mio idolo che con la sua energia e con i suoi gol sviluppò la mia passione per la vecchia Pantera. Lui mi aveva già conosciuto ad una manifestazione ed accettò il mio invito nella sede dove tengo esposte in un'ampia collezione le maglie che più mi hanno dato emozioni indossate dai vari protagonisti, di ciclismo e calcio. A volte, come in questa circostanza, li ho incontrati per caso, ma in tante occasioni mi sono mosso macinando centinaia di chilometri per andarli a conoscere specialmente nelle gare ciclistiche."
LA MAGLIA ESPOSTA SPONSORIZZATA DA AMORE E VITA E CASSA DI RISPARMIO DI VOLTERRA
Nell'ufficio di Tarabori è esposta la maglia di Carruezzo, firmata anche dai giocatori che componevano la rosa della squadra nell'anno 2002. Si, perché il patron della squadra ciclistica professionistica più longeva al mondo Ivano Fanini, a quei tempi, oltre a gestire la sua squadra dava una mano alla Lucchese e lo ha fatto per cinque lunghi anni procurandole alcune sponsorizzazioni. Oltre alla sua introdusse la Cassa di Risparmio di Volterra, Berretta Salumi e l'oleificio Fabbri. Quella maglia Tony gol la ricorda per i tanti gol segnati, ma anche per una cocente delusione, quella del il rigore fatale sbagliato nel ritorno della finale play-off, proprio al Porta Elisa contro la Triestina. Era il 9 giugno 2002 quando si giocò la partita di ritorno e i rossoneri dopo aver perso all'andata 2-0 al "Nereo Rocco" dovevano fare una grande prestazione per ribaltare il punteggio e vincere con almeno due gol di scarto per pareggiare i conti. Dopo i 90 minuti regolamentari la Lucchese vinceva 3-1 e quindi si doveva accedere ai tempi supplementari per stabilire il nome della squadra promossa in serie B. In un Porta Elisa stracolmo di tifosi Carruezzo sbagliò il rigore che avrebbe probabilmente chiuso la gara: purtroppo la palla si stampò sul palo. Quindi rigore per la Triestina che Gennari realizzò (3-2). Nel 2.o tempo supplementare furono espulsi Bacis e lo stesso Carruezzo e la Triestina andò ancora a segno con Ciullo per il 3-3 che pochi, dopo i 90 minuti regolamentari, avrebbero previsto. Un rigore che però non deve pesare all'allora capitano rossonero che grazie ai suoi gol portò la Lucchese nella fase finale per la serie B sfiorata per tanta sfortuna.
Comunque sia, anche se l'epilogo fu amaro, per Tarabori il ricordo della bella Lucchese di quella stagione non svanirà mai, anche se purtroppo dal finale amaro. Carruezzo lo sappiamo, ha apertamente dichiarato che la storia con la Lucchese è stata la più importante della sua vita, un calciatore che in quegli anni rinunciava anche a più lauti ingaggi di altre società per continuare a vestire i colori rossoneri e per lui l'attaccamento alla maglia era considerato imprescindibile come una vera bandiera, una di quelle che una volta esistevano ed oggi purtroppo ne sono rimaste pochissime. Il pianto del capitano di quel giorno vale di più di tanti eventuali trofei conquistati ma con squadre diverse.