Il Rugby Lucca ospiterà il 26 novembre l'evento “No ragazze? No rugby!” una giornata dedicata al rugby femminile, voluta dalla Federazione Italiana Rugby a seguito delle indagini portate avanti dal progetto “Woman in rugby” per promuovere l'educazione nello sport e combattere qualsiasi forma di discriminazione, con particolare attenzione alla parità di genere.
Il settore femminile della società rubistica lucchese è numericamente in ascesa da alcuni anni: oltre alla squadra Seniores, che gioca la Coppa Italia e che ha portato anche alcune giocatrici a giocare in Serie A insieme alla squadra di Campi Bisenzio, intorno ai colori rosso neri si sono unite sempre più ragazze giovanissime e bambine.
Non è un caso dunque che il campo lucchese sia stato scelto per ospitare questo importante evento, data la sensibilità e l'impegno che la società ha dimostrato di avere sul tema della crescita del movimento femminile.
Data la vicinanza alla giornata del 25 novembre, per l'eliminazione della violenza sulle donne, e proprio per la forte risonanza degli ultimi, tristi, fatti di cronaca, la società ha deciso di coinvolgere alcune importanti realtà del territorio, in primis Centro Antiviolenza Luna e Croce Verde, che quotidianamente si impegnano ad aiutare donne vittime di violenza. Saranno presenti con dei banchetti informativi, portando “in campo” i loro professionisti (psicologhe, educatrici e operatrici).
La giornata si apre alle ore 10:30 con un raduno juniores, con ragazze provenienti da tutta la Toscana, alle 11:00 un OPEN DAY, rivolto in particolare a ragazzi e ragazze delle scuole con cui il Rugby Lucca ha avviato una collaborazione negli ultimi mesi, ma non solo: l'evento è infatti aperto a chiunque, dai 6 ai 18 anni, voglia provare questo sport.
Alle 11:30 il Festival a Colori regionale, con le bambine Under 10 e Under 12. L'evento di punta è la tappa di Coppa Italia, alle ore 14:00 dove la squadra Seniores affronterà Gispi e Colle Val d'Elsa. Non mancheranno inoltre momenti formativi e di confronto tra genitori, educatori, educatrici e tecnici federali, che saranno lì ad approfondire il tema del gender gap nello sport. L'aspirazione della società è quella di contribuire, con l'aiuto di FIR e soprattutto delle formatrici di Terre des Hommes, all'abbattimento di quegli stereotipi di genere che limitano l'accesso allo sport per bambine e ragazze.
L'intera società è orgogliosa di essere diventata un punto di riferimento per il rugby femminile. “Sono contenta che questo evento si svolga da noi. Siamo un bel gruppo di ragazze e donne, fiere e consapevoli di praticare uno sport che viene visto come maschile perché molto fisico” - dice Fabiola Ricciu, allenatrice delle formazioni giovanili - “Vorrei dire alle ragazze che non conoscono il rugby che questo è un posto sicuro, il principio è quello di avanzare, ma supportate dal resto della squadra, dalle ragazze che stanno al tuo fianco in campo e fuori. Il bello di questo sport è che c'è posto per tutte, ogni tipo di fisico trova un suo ruolo e nessuna viene giudicata.”. Non solo si parla di crescita sportiva, ma di donne che diventano consapevoli di sé: “Io vedo ragazze potenti, che prendono atto del fatto di essere forti e vedo legami indissolubili che creano una rete in cui sentirsi se stesse”.