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Scritto da maurizio tintori
Sport
24 Ottobre 2024

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Fine agosto 1994, Capo d'Orlando (Sicilia), Michela Fanini è in un gruppetto ristretto di fuggitive e si sta avviando a giocarsi il titolo iridato; quelle che sono con lei le ha già battute più volte in volata al Tour De France poche settimane prima.
 
Ad una manciata di km dal traguardo, però, in fondo all'ultima discesa, al termine del tornantino finale prima del lungo rettilineo d'arrivo, succede il patatrac: qualcuna in testa sbanda trascinando a terra altre compagne di fuga fra le quali Michela. Lei, dopo un attimo di smarrimento, si rialza, ma ormai la corsa è andata.
 
Arrabbiata, impreca alla malasorte poi, pian piano, ritrova un po' di serenità quando si accorge che il caschetto, praticamente diviso in due dopo l'urto con il cordolo del marciapiede, le ha salvato la vita.
 
Già, la vita... la stessa vita che il destino le strapperà, a soli 21 anni, un paio di mesi dopo... in un tanto banale quanto tragico incidente stradale avvenuto a pochi km da casa.
 
Forse è anche per questo che, a 30 anni di distanza dal "fattaccio", il ricordo di Michela è più che mai vivo.
 
Certo, Michela aveva già vinto tutto o quasi in sella alla sua bici, con una carriera già luminosa e appena agli inizi, ma forse la gente (sportivi e non) aveva finito per apprezzarla più per la sua giovialità e generosità che per i risultati sportivi.
 
Un cuore grande il suo che la portò così giovane ad iscriversi all'Aido e a ridare speranza ad alcuni ragazzi in difficoltà grazie alla donazione dei suoi organi.
 
E non è un caso che tutti le volessero bene e che tutti hanno voluto fare qualcosa in sua memoria come intitolarle piazze e strade un po' in tutta Italia: la pista ciclabile lungo viale Castruccio Castracani a Lucca, la piazza centrale di Segromigno Piano (Lu), quella di Paganico (Grosseto) e di Campi Bisenzio (Firenze), una pista ciclabile a Lunata (Lu), a Torre del Lago e a Cervia (Ravenna), il ciclodromo a Vaiano di Prato e le vie a Mozambano (Mantova) e a Crocetta del Montello (Treviso).  
 
Inoltre, in Aquitania (sud-ovest della Francia), nella piccola ma accogliente (e frequentatissima) cappella dedicata ai ciclisti che hanno fatto la storia di questa disciplina (la "Notre-Dame Des Cyclistes") c'è una foto di Michela posta proprio all'ingresso del Santuario a far da ala ad una statuetta della Vergine insieme al famoso passaggio della borraccia fra Coppi e Bartali.  
 
Il tutto senza dimenticare che una maglia della campionessa lucchese si trova nel Museo del Ciclismo del Ghisallo (Como), insieme agli immortali Coppi, Bartali, Pantani. 
 
A lei viene dedicato il Giro della Toscana Internazionale Femminile organizzato proprio in suo onore dall'instancabile papà Brunello; proprio lui che dalle enormi perdite affettive ha tirato fuori la forza per creare una manifestazione fra le più longeve e importanti al mondo. Brunello, i fratelli Daniela e Piero, i parenti e gli amici si ritroveranno (sabato 26 ottobre, alle 8.00) alla Basilica della Madonnina di Lunata (Lucca) per una semplice ma sentita cerimonia in ricordo. Attenzione Michela sarà lì e stavolta non sarà da sola... al suo fianco ci sarà mamma Giulietta che se ne è andata poco meno di un anno fa per un male incurabile.
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