“Negli anni ’80 con contributi pubblici fu costruito l'inceneritore privato della cartiera Italcarta: ci garantivano che avrebbe funzionato perfettamente, e poi scoprimmo che emetteva diossine 400 volte oltre il limite massimo consentito, e fu smantellato. Danni all'ambiente e decine di miliardi di vecchie lire sperperati”. A ricordarlo è Liano Picchi del coordinamento dei comitati ambientali della Piana.
“Nessun tecnico né politico ha mai pagato un solo euro per gli ingenti danni arrecati alle finanze pubbliche da questo e altri impianti; eppure, di fronte alle nostre evidenti perplessità avevano giurato sulla loro perfetta funzionalità. Ma gli enormi buchi creati da quegli sperperi hanno contribuito ad aumentare la pressione fiscale e a ridurre l'erogazione dei servizi pubblici- prosegue Picchi- E ora ci chiedono di fidarci di loro e spendere 20 milioni di euro per un impianto che non esiste in nessun'altra parte del mondo. Ci auguriamo che i responsabili siano chiamati a rispondere personalmente: è troppo facile fare gli spreconi con i soldi di tutti”.