In merito alle affermazioni della signora Lorenzani, moglie di un paziente terminale deceduto lo scorso 17 aprile all’ospedale di Lucca, l’Azienda USL Toscana nord ovest comprende l’amarezza della signora per quella che ritiene una carenza comunicativa e di umanità da parte di alcuni sanitari del “San Luca”.
Dai dati in possesso all’ospedale risulta che, prima del decesso dell’uomo, ci siano stati vari colloqui tra il personale sanitario e i familiari, per spiegare la situazione del paziente, mentre dopo il decesso c’è stata probabilmente una comunicazione meno regolare.
La direzione dell’Asl e quella dell’ospedale esprimono quindi dispiacere per quanto segnalato dall’utente perché sicuramente fa parte del lavoro dei sanitari accompagnare e offrire conforto alle famiglie dei pazienti.
In certi casi però ci possono essere difficoltà, soprattutto in alcuni reparti (con molti ricoverati ed esigenze differenti per ognuno di loro), a riservare a questi aspetti tutto il tempo e l’attenzione che si vorrebbe, cosa che può avvenire in maniera adeguata ad esempio in strutture dedicate come gli hospice.
Al di là di queste considerazioni, l’Azienda sta facendo molto, da anni, per migliorare la comunicazione sanitario-paziente, con vari corsi di formazione.
La segnalazione di questa famiglia dimostra che c’è da fare ancora di più e l’Asl si impegna a sviluppare ulteriori percorsi formativi specifici, per situazioni come quella descritta dalla signora Lorenzani.
E’ quindi nostra intenzione - chiude l’Asl - valorizzare le attività di hospice e cure palliative per offrire percorsi sempre più dignitosi, umani e sicuri nel momento della fine della vita.