Chi non conosce Elena Ciaschi? 65 anni, commerciante da una vita, figlia di commercianti per decenni titolari di una delle attività di via Fillungo più conosciute e apprezzate, attualmente osserva, dopo due mesi e mezzo di epidemia, quello che è diventata la sua Lucca e, a quanto dice - e come darle torto? - la città non è più quella di un tempo e nemmeno di tre mesi fa. Per questa ragione, per questa sua attenzione, per sua lucchesità, vedere Lucca così come è ridotta e non soltanto per colpa del Covid-19, le fa piangere il cuore. Per questo ha deciso di lanciare un grido di allarme.
"Sono stata sempre zitta - dice - ho sempre voluto mantenere, per carattere e convinzione, un profilo basso, ma, adesso, di fronte a quello che sta succedendo, non posso continuare a tacere. Lucca e il suo commercio, soprattutto nel centro storico, già soffrivano prima del Coronavirus, oggi sono alla disperazione o quasi".
"Ci stanno prendendo in giro - continua dicendoci che sono stati stanziati i soldi per gli imprenditori. Non è vero. Con le banche non c'è verso di prendere un finanziamento, basta un assegno tornato indietro o una piccola irregolarità e non ci aiutano più. Quanto alle bollette, avevano detto che avrebbero aspettato e, invece, staccano automaticamente luce e gas senza preavviso. C'è chi è stato costretto a ripagare tutto. Il sindaco Alessandro Tambellini aveva promesso che sarebbe venuto incontro ai commercianti per quanto riguarda gli affitti e non ha fatto nulla. Tra l'altro non si può sospendere il pagamento del canone di affitto per nessuna ragione per cui i commercianti che hanno chiuso per tre mesi dovranno comunque pagare. Se la giunta ha aiutato i bar e gli esercizi pubblici e i ristoranti con il suolo pubblico gratuito, bisogna che faccia qualcosa anche per tutti gli altri. Noi non abbiamo visto 1 euro. Non esistono commercianti di serie A e di serie B, siamo tutti uguali e tutti sulla stessa barca. Adesso mi tocca leggere che per rilanciare la città, a luglio e agosto i negozi potranno rimanere aperti fino alle 23.30 con tanto di tavoli fuori, ma chi ci sta ai banchetti a vendere? Si dov rà assumere qualcuno quando già non ci sono i soldi per pagare se stessi".
Le ragazze che gestiscono il negozio Centonove in via Buia stanno molto a cuore alla signora Ciaschi che non può esimersi, anche se, ormai, non ha più un'attività propria, dal chiedere di fare qualcosa perché Lucca sta morendo, non c'è più segno di vita e di vitalità.