Anno XI 
Sabato 16 Novembre 2024
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da Redazione
Cronaca
16 Novembre 2024

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Il romanzo della Bibbia: nella chiesa di San Francesco questo martedì 19 novembre alle 21, in scena Moni Ovadia e Aldo Cazzullo nel calendario del terzo festival "I Musei del Sorriso", organizzato dal Sistema Museale territoriale della provincia di Lucca e dalla Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

"Il romanzo della Bibbia" è uno spettacolo di e con Aldo Cazzullo e Moni Ovadia, con musiche dal vivo Giovanna Famulari, ed è firmato Corvino Produzioni. Continua infatti l'intensa collaborazione tra due figure ben note della cultura e dell'arte italiane. Da un lato Aldo Cazzullo, scrittore, giornalista, dal 1988 inviato per grandi testate, testimone e acuto narratore di momenti epocali che hanno cambiato la storia del nostro tempo. Dall'altro Moni Ovadia, attore, regista, autore, attivista, uomo di teatro che ha saputo fare del proprio percorso artistico anche un costante impegno in difesa dei diritti civili e sociali. Assieme avevano già affrontato, da par loro, una figura come quella di Benito Mussolini, con uno spettacolo dal titolo Il Duce delinquente che ha riscosso grandissimo consenso.

Ora Cazzullo e Ovadia, affiancati dalla straordinaria compositrice e violoncellista Giovanna Famulari, affrontano il "libro dei libri", ovvero la Bibbia. «Il racconto – spiegano i tre protagonisti – toccherà alcuni degli episodi e dei personaggi più noti dell'Antico Testamento: dalla Creazione a Sodoma e Gomorra, da Adamo ed Eva all'Arca di Noè, da Abramo fino alla profezia di Isaia che preannuncia e lascia intravedere l'arrivo del Messia. Sullo sfondo le spettacolari testimonianze che queste storie hanno lasciato nelle arti visive, vere fonti di ispirazione nei secoli dei più grandi artisti».

Un viaggio, dunque, dentro la Bibbia, attraversata con l'acume di due speciali investigatori che, seppure con metodi di indagine diversi, da sempre seguono l'afflato della verità. Cazzullo e Ovadia, con lucidità e intelligenza, sono pronti a raccontare questo inedito "romanzo della Bibbia". E forse il pubblico potrà scoprire qualcosa che non sa in questo meraviglioso e unico "bestseller", capace di attraversare i secoli, le lingue, i popoli.

Aldo Cazzullo entra a "La Stampa" come praticante nel 1988 e nel 1998 si trasferisce a Roma. Nel 2003 passa al "Corriere della Sera" dove è inviato speciale ed editorialista. Ha raccontato i principali avvenimenti italiani e internazionali degli ultimi 25 anni, in particolare le elezioni di Chirac, Erdogan, Bush, Abu Mazen, Netanyahu, Sarkozy, Obama, Cameron, Hollande, Trump, Macron, Sanchez, Johnson, oltre ai referendum sull'Europa, da quello francese su Maastricht (1992) alla Brexit. Ha seguito cinque edizioni dei Giochi Olimpici (Atene 2004, Torino 2006, Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016) e cinque Mondiali di calcio, compresa la vittoria degli Azzurri in Germania nel 2006. Ha intervistato Bill Gates, Steven Spielberg, Keith Richards, Jacques Le Goff, Don De Lillo, Mario Vargas Llosa, Daniel Day Lewis, Gérad Depardieu, Nigel Farage, Marine Le Pen e Rafael Nadal oltre ai protagonisti della vita pubblica italiana. Ha dedicato oltre venti libri alla storia e all'identità italiana, sia in chiave critica - come Outlet Italia (2007), L'Italia de noantri (2009) - sia in difesa della storia e delle potenzialità del nostro Paese. Viva l'Italia! (2010), Basta piangere! (2013), Possa il mio sangue servire (2015), Metti via quel cellulare (2017), scritto con i figli, hanno tutti superato le centomila copie; La guerra dei nostri nonni le duecentomila. Dal 10 gennaio 2017 è titolare della rubrica delle lettere del Corriere della Sera, succedendo a Sergio Romano. Il 19 settembre 2018 esce Giuro che non avrò più fame. L'Italia della Ricostruzione, edito da Mondadori. Nel 2020 pubblica "A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l'Italia", grande successo editoriale da oltre 250.000 copie vendute, destinato a diventare uno spettacolo teatrale portato in scena con il cantante Piero Pelù a partire da giugno 2021.

Moni Ovadia è nato a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita, alla fine degli anni '40 si trasferisce a Milano con la famiglia. Formatosi come cantante di musica popolare sotto la guida di Roberto Leydi col gruppo Ensemble Havadià, nel 1984 si dedica al teatro avviando una serie di collaborazioni con numerose personalità della scena tra cui Pier'Alli, Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Giorgio Marini, Franco Parenti. È questa per Moni Ovadia, l'occasione di fondere le proprie esperienze di attore e di musicista, dando vita alla proposta di un "teatro musicale" lungo il quale ancora oggi opera la sua ricerca espressiva.
Nel 1993 con Oylem Goylem, una creazione di teatro musicale in forma di cabaret, Ovadia si impone all'attenzione del grande pubblico e della critica giornalistica.
A questo spettacolo ne seguiranno molti altri quali Dybbuk, Ballata di fine millennio, Il caso Kafka, Mame,mamele,mamma,mamà... Il Banchiere errante, L'Armata a cavallo, Le storie del Sig. Keuner, Il Violinista sul tetto, la Bella utopia, solo per citarne alcuni, fino ai più recenti "Le Supplici" di Eschilo, "Liolà" di Luigi Pirandello e "Dio ride, nish koshe".
Per il cinema ha lavorato con Nanni Moretti, Mario Monicelli, Roberto Andò, Roberto Faenza e altri.
Radio, dischi, libri, lezioni universitarie, fanno da contrappunto alla sua attività principale.
Per 5 anni è stato Direttore Artistico di Mittelfest (Festival della cultura mitteleuropea) di Cividale del Friuli. Dal mese di marzo 2021 è Direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
Nel corso di questi anni gli sono stati conferiti numerosi premi alla carriera e all'impegno civile tra i quali, come egli stesso ama ricordare, il "Sigillo per la pace", conferitogli dalla città di Firenze, il "Premio Franco Enriquez" per l'impegno civile, il "Premio Speciale UBU 1996" per la sperimentazione teatrale, il "Premio Govi" dalla città di Genova e nel 2009 dal Presidente della Repubblica Italiana il Premio De Sica per il teatro e nel 2010 il prestigioso Premio Musatti dalla Società Psicoanalitica Italiana.
Moni Ovadia, oggi è considerato uno dei più prestigiosi e popolari uomini di cultura ed artisti della scena italiana. Il suo teatro musicale, ispirato alla cultura yiddish che ha contribuito a fare conoscere e di cui ha dato una lettura contemporanea, è unico nel suo genere, in Italia ed in Europa. Il suo pubblico abbraccia tutte le generazioni. È anche noto per il suo costante impegno etico e civile a sostegno dei diritti e della pace.

Giovanna Famulari è musicista eclettica, diplomata al conservatorio di Giuseppe Tartini di Trieste. Violoncellista, pianista, arrangiatrice e produttrice artistica, spazia tra vari generi e stili musicali che vanno dal pop al jazz, dalla musica world alla musica contemporanea passando dal teatro ai concerti e alle colonne sonore. Ha vinto tra l'altro il premio "pavoncella d'oro" e il Premio "AILA 2018". Ha al suo attivo la realizzazione di 90 CD.
Per la Rai Radiotelevisione Italiana si è esibita in numerosi programmi tv e radiofonici, oltre ai suoi progetti musicali da solista collabora con diversi artisti nazionali ed internazionali tra cui, Tosca, Teho Teardo, Linda May Han Oh, Solomon Burke, Ron, Nicola Piovani, Sergio Cammariere, Lenny White, Fred Martins, Marcus Eaton, Mogol, Vinicio Capossela, Gegè Telesforo, Joe Barbieri, Luca Barbarossa, Vincent Segal, Nicola Stilo, Luisa Sobral, Pietro Cantarelli, Gabriele Mirabassi, Paolo Di Sabatino.
Con Tosca ha vinto due Targhe Tenco per "Morabeza" e il Nastro d'Argento per "il suono della voce" un docufilm prodotto da Rai cinema.
Ha lunga esperienza teatrale e televisiva dove ha collaborato come compositrice, arrangiatrice e musicista con Peter Stein, Alfredo Arias, Giovanni Veronesi, Carlo Quartucci, Giancarlo Sepe, Lina Sastri, Tony Servillo, Rocco Papaleo, Moni Ovadia, Massimo Popolizio, Maurizio Malabruzzi, Ennio Coltorti, Erika Blank, Isabella Ragonese, Carlo Quartucci, Alessandro Haber e Clauda Gerini. Ha fatto conoscere il suono del suo violoncello nei più prestigiosi teatri del mondo esibendosi a Dubai, Arabia Saudita, Algeria, Tunisia, Israele, Palestina, Portogallo, Francia, Spagna, Germania, Brasile e Argentina.

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