Non male la vista che offrono il verde dei campi e i tetti rossi di case non troppo alte né troppo basse. Lo sguardo supera il finestrone dell’ospedale San Luca e nelle forme umanissime e nei colori discreti che lo circondano trova un po’ di conforto l’angoscia provocata dalla malattia improvvisa di una persona cara, ricoverata nel nosocomio lucchese che porta il nome dell’evangelista sapiente, pare, nell’arte medica.
In quest’ultimo segmento di un già complicato percorso esistenziale e di coppia ci si è parato dinanzi un inopinato e imprevedibile tratto in salita. Ce la faremo a superarlo col fiato già grosso degli anziani? Forse sì, se gli esperti medici e i capaci infermieri faranno il loro e se noi sapremo attingere alle nostre migliori risorse di pazienza e, perché no, d’ironia. Senza ottimistiche false speranze, ma anche liberi dalle ombre di un rassegnato pessimismo… Intanto, nell’attesa di auspicabili buone notizie medico-terapeutiche, l’armonia tra i colori della campagna lucchese e i luoghi felicemente antropizzati tutt’attorno, rasserena e almeno un po’ consola.