Ancora chiuso il laboratorio di chimica dell’istituto Fermi Giorgi e le famiglie sono veramente stanche di non avere risposte, essendo ormai due anni che va avanti questo balletto. Prima aperto, poi chiuso, poi ancora aperto, poi definitivamente chiuso a data da destinarsi. Perché il problema a quanto pare non risiede nel problema contingente, oggi uno strano odore avvertito da qualche insegnante, ma che dopo tre interventi dei vigili del fuoco probabilmente potremmo ascrivere ad uno scherzo di cattivo gusto forse di qualche studente burlone. Ma di una burla a questo punto potrebbero parlare anche le famiglie che non vedono una via di uscita se non quella di pensare a chiedere un trasferimento ad altro istituto in grado di offrire ciò che viene dichiarato nelle bellissime giornate di open day quando tutto sembra perfetto, funzionante e tirato a lucido.
Si tratta infatti di un problema strutturale che l’istituto si porta avanti da moltissimi anni senza riuscire mai né con questa né con la precedente dirigenza a trovare una soluzione definitiva. Le famiglie sono preoccupate perché non riescono a capire se i propri figli corrono infatti un rischio di incolumità fisica frequentando il laboratorio (un quadrimestre si ed uno no) oppure corrono semplicemente il rischio di essere solo dei “somari” almeno in chimica e scienze.
Un bel dilemma anche per il provveditorato che ha ricevuto una lettera dalle famiglie dell’istituto che vedono uno stato di abbandono generale dell’istituto da parte dell’ente responsabile, la Provincia che non riesce proprio a trovare i fondi per il Fermi, né per i bagni inagibili da quasi un anno, né per i laboratori, né per la palestra inadeguata per un liceo sportivo o per l’istituto Giorgi che è stato trasferito provvisoriamente, oramai da quasi 5 anni a Saltocchio, in uno stabile della Curia il che costa non poche risorse economiche alla scuola.
Insomma un corto circuito totale, frutto di un totale stato di abbandono in cui anche la dirigente non può che prendere atto della non volontà di aver cura dell’istituto più grande della Toscana che accoglie 2600 studenti. C’è da chiedersi come mai si trovino i fondi per fare tante cose, progetti bellissimi, ma ad onor del vero, poco utili in questo momento, venendo meno le condizioni di base su cui peraltro si basa il patto educativo di corresponsabilità tra scuola e famiglia, e non si trovino invece per garantire la sicurezza e la formazione degli studenti, che sarebbe in definitiva l’unico vero compito della scuola, tenere i ragazzi al sicuro e formarli adeguatamente in base all’offerta formativa dichiarata, un patto che è venuto meno e che sembra ormai sempre più un miraggio.