Nell’ambito dei compiti istituzionali in materia di sicurezza della navigazione, tutela dell’ambiente marino e costiero e salvaguardia della vita umana in mare - che vede intensamente impegnato il Corpo delle Capitanerie di porto - personale del Nucleo Port State Control della Guardia Costiera di Livorno nella giornata di ieri 17 settembre ha emesso - ai sensi della Direttiva 2009/16 dell’Unione Europea, recepita con il D.Lgs. 53 del 2011 ed in conformità alle procedure del Memorandum of Understanding di Parigi sul controllo dello Stato di Approdo - il provvedimento di “fermo” nei confronti della nave da carico “BAKAN”, battente bandiera Malta.
L’unità, impiegata nel trasporto di grano era giunta in porto a Livorno al terminal Grandi Molini Italiani il 13 settembre, proveniente dal porto spagnolo di Ceuta.
Il provvedimento è stato adottato al termine di una lunga e dettagliata ispezione mirata a verificare che l’unità ed il suo equipaggio rispondessero pienamente ai requisiti delle Convenzioni internazionali applicabili in materia di sicurezza della navigazione ed estesa, in particolar modo, anche ai controlli in materia di condizioni di vita e di lavoro a bordo, alla luce della campagna concentrata indetta dal Memorandum di intesa di Parigi – di cui l’Italia è membro fondatore - per il mese di settembre 2024.
Gli esiti dell’attività, che ha compreso anche l’esecuzione di esercitazioni antincendio e abbandono nave, hanno evidenziato le condizioni “sub-standard” dell’unità con il riscontro di n. 28 irregolarità – di cui ben 13 molto gravi e che hanno determinato la necessità per gli ispettori PSC operanti di procedere a impedire alla nave di riprendere la navigazione.
In particolare, gli ispettori PSC hanno rilevato gravi carenze in materia di condizioni di vita e di lavoro a bordo, carenze strutturali, dispositivi di prevenzione e lotta antincendio, gestione della sicurezza.
È stato verificato, inoltre, che un marittimo era impiegato a bordo ininterrottamente da più di 12 mesi e un secondo marittimo con contratto di lavoro scaduto, in netto contrasto con le prescrizioni della Maritime Labour Convention, 2006.
Al momento l’unità risulta ferma in porto, in attesa che vengano ripristinati gli standard.