Era il 16 marzo. Nel territorio dell’Azienda USL Toscana nord ovest si registrava il primo caso positivo di Covid 19 in una residenza per anziani. A tre mesi di distanza, i casi registrati sono stati 345 e i decessi 113, su una popolazione di 4.571 ospiti, accolti in 119 residenze sanitarie per anziani (Rsa), 8 residenze sanitarie per disabili, 13 comunità alloggio protette e altre 4 strutture a bassa intensità assistenziale. Oggi sono rimasti in 26 gli ospiti delle residenze assistite ancora positivi al Covid. Ad infettarsi è stato il 7,5% dei pazienti ricoverati, 345 su 4.571, di cui 206 sono guariti, pari a quasi il 60%.
Sono questi i numeri su cui si riflette in via Cocchi, sede del centro direzionale dell’Azienda USL Toscana nord ovest, quando si tirano le somme delle misure messe in atto per arginare la diffusione del Covid 19 nelle Rsa in provincia di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara.
“Abbiamo messo in campo uno sforzo eccezionale per ridurre al minimo i contagi nelle Rsa – spiega Maria Letizia Casani, direttore generale dell’Azienda- ed è servito un autentico gioco di squadra, a più livelli. A livello direzionale con l’unità di crisi aziendale, la direzione sanitaria, la direzione dei servizi sociali, il dipartimento infermieristico, il dipartimento del farmaco, il dipartimento delle cure primarie, l’area qualità e sicurezza sul territorio, le zone distretto”.
“Come azienda abbiamo messo in atto le prime precauzioni già da febbraio e quando il primo contagiato è stato rilevato abbiamo attuato nel più breve tempo possibile le misure previste dai protocolli. Dal 30 gennaio, infatti, avevamo il protocollo aziendale di gestione dell’emergenza Covid 19 e dalla fine di febbraio avevamo già limitato gli ingressi in Rsa ai familiari dei pazienti, fino alla chiusura totale alle visite a partire dai primi di marzo, con check point per monitorare costantemente gli accessi del personale e dei fornitori. A fine marzo abbiamo dato un’ulteriore stretta: via allo screening a tappeto, con tamponi e test seriologici, a tutti gli ospiti e a tutto il personale delle Rsa. Ad oggi, abbiamo effettuato 5.583 tamponi e 3.980 test seriologici sugli ospiti, 5.015 tamponi e 4.240 test seriologici sul personale”.
“Forse quello è stato il momento più critico di tutti – aggiunge Laura Brizzi, direttore dei servizi sociali - perché dal 19 marzo monitoravamo ogni giorno il numero di contagi e di decessi in Rsa. I dati confermavano la presenza del virus, che colpiva in maniera particolare alcune strutture, altre meno, altre ancora per niente. Occorreva intervenire in maniera più diretta. La Commissione vigilanza e controllo sulle strutture assistenziali ha creato dieci gruppi di verifica, uno per ogni zona distretto. Coordinati da un assistente sociale e composti da un infermiere, un medico e un operatore qualità e sicurezza, ogni gruppo ha visitato le struttura residenziali di sua competenza. 104 le verifiche effettuate. Riusciamo così ad avere il quadro complessivo sulla gestione del rischio Covid per ogni Rsa”.
La situazione si rivela più critica in alcune strutture nelle province di Massa Carrara e Lucca, dove per altro il contagio è stato più forte anche sul territorio, ma non mancano casi nel pisano e nel livornese. L’Azienda subentra quindi nella gestione di tredici strutture residenziali socio-sanitarie: Villa Andrea a Massa, Villa Angela a Bagnone, Fontana d’Oro a Fivizzano, La Perla a Capannori, la Paoli Puccetti a Gallicano, la casa di riposo di Forcoli, Villa del Colle a Livorno, Casa Leoncini a Pontedera, la Sempreverde a Massa, il pensionato Madre Cabrini a Pontremoli, La Guidara a Marina di Pietrasanta, Villa San Lorenzo a Seravezza, la Fondazione Scotto a Collesalvetti. E decide di trasformarle tutte in strutture dedicate a pazienti Covid 19.
Si tratta di una fase delicata: trasferire anziani con patologie croniche e fragilità cliniche è un compito che richiede professionalità e non si fa mai senza ragion veduta. In questo caso era assolutamente necessario per preservarne la salute. Solo in Lunigiana sono 72 i trasferimenti effettuati dal 118 con il massimo livello di precauzione.
Intanto, ai primi di aprile, l’Unità di crisi aziendale prende altre due importanti misure. L’8 approva il protocollo per fornire medicinali anti Covid 19 al domicilio dei malati, in collaborazione con i medici di base e le Usca. Il protocollo viene applicato anche ai pazienti Covid nelle Rsa.
Dal 16 aprile, poi, l’Azienda avvia un’innovativa procedura di sorveglianza specialistica avanzata per le persone assistite nelle strutture socio-sanitarie, a partire dalle RSA. E’ il programma Sorveglianza Covid Long Term Care.
“Per prima cosa abbiamo avviato uno screening infermieristico delle persone assistite per valutarne la fragilità ed il rischio di deterioramento clinico, sia dei positivi al Sars-CoV-2 che dei negativi – spiega Tommaso Bellandi, responsabile della struttura Sicurezza del paziente - e tutti i dati sono stati inseriti in un apposito applicativo sanitario. Per i casi considerati a maggior rischio di evoluzione negativa sono stati attivati, su indicazione della direzione sanitaria, i “Team Covid”. Un medico specialista dell'emergenza e infermiere, coordinati dal 118, si sono recati nelle strutture residenziali per condurre, sui pazienti selezionati, un approfondimento clinico che prevede: esame obiettivo, ecografia polmonare, eventuale emogas analisi e rivalutazione dei parametri vitali. Senza spostarli dalla Rsa, ai pazienti più fragili è assicurato un intervento di livello ospedaliero, direttamente nelle strutture di residenza, per diagnosticare e trattare problemi polmonari e di saturazione riconducibili ad infezione da Covid. Dal 16 aprile ad oggi il programma di sorveglianza Covid ha lanciato due round di controlli. Il primo si è concluso con 3.048 ospiti valutati, di cui 266 poi visitati dai Team Covid con 14 missioni effettuate. Il secondo round è in corso: 3.257 gli ospiti valutati, 93 quelli visitati dai Team Covid con 3 missioni effettuate fino ad oggi.
Inoltre, con l’istituzione delle USCA (le Unità speciali di continuità assistenziale) iniziano anche le visite in Rsa per gli ospiti. Ad oggi sono stati 2.308 gli interventi effettuati.
“In tutta la fase di emergenza abbiamo lavorato a stretto contatto con gli Uffici zonali di Igiene e sanità pubblica, le unità funzionali di Cure primarie e il Dipartimento infermieristico – aggiunge Lorenzo Roti, direttore sanitario – per assicurare il monitoraggio costante degli ospiti delle Rsa. Il nostro lavoro si è concentrato nel mantenere il più possibile lontano dalle Rsa il Covid 19 mentre nelle residenze in cui è entrato abbiamo proceduto, in collaborazione con i direttori di zona e supportati dai gruppi di verifica, ad isolare i pazienti positivi da quelli negativi e assicurare loro adeguate cure. Allo stesso tempo l’attivazione dei Team Covid ha consentito di innalzare il livello di sorveglianza clinica e valutazione medica dei pazienti positivi o sintomatici presenti nelle Rsa. I decessi per Covid, sono stati 113 in tutto, ma abbiamo tenuto testa a questa epidemia giorno per giorno, senza mollare. Oggi sono già 206 i pazienti guariti. E questo grazie ai nostri sforzi e alla collaborazione del personale sanitario e di assistenza, aziendale o delle strutture, che ha operato in questi mesi nelle RSA”.