Vittoria estrema per la Fondazione Giacomo Puccini che oggi ha ricevuto la sentenza definitiva da parte del Tribunale di Milano circa la causa intentata dalla stessa Fondazione Puccini per il mancato versamento, da parte di Casa Ricordi, a partire dal primo semestre del 2015 e sino a tutt’ora, delle quote a lei spettanti dei proventi de “La Fanciulla del West” e di “Turandot”, nonché de “Il Tabarro”, fino al 31 dicembre 2016 (anno in cui l’opera è caduta in pubblico dominio).
Una sentenza che ha sancito il principio giuridico dei diritti d’autore e della loro estensione dai 54 ai 70 anni in continuità, come disposto dalla direttiva europea del 1993 che ha posto a fondamento del prolungamento l’esigenza di assicurare proventi dallo sfruttamento delle opere ad almeno “due generazioni di discendenti” dell’autore (dunque non solo ai suoi eredi diretti).
I diritti maturati dal 2015 al 2019 per le opere Turandot, La fanciulla del West e Il Tabarro del Maestro Giacomo Puccini sono da oggi un credito che la Fondazione Giacomo Puccini vanta nei confronti di Casa Ricordi, quantificabili in circa 2 milioni e 800mila euro circa, come si può dedurre dalla nota dell’12 aprile 2019 con la quale la stessa Fondazione, nel corso di una conferenza stampa aveva reso pubblica la data dell’udienza preliminare che si è svolta il 4 luglio 2019
A seguito di questa sentenza, possiamo pensare che la Fondazione Giacomo Puccini riscuoterà i diritti d’autore per la Turandot e La Fanciulla del west fino al 2022, e questi non potranno essere più messi in discussione, come pure quelli che saranno maturati per le opere Gianni Schicchi e Suor Angelica, che si estenderanno fino al 2040.
Venerdì 19 giugno presso la sede della Fondazione Giacomo Puccini, nel corso di una conferenza stampa, sarà data lettura alla sentenza definitiva da parte del presidente della Fondazione, Alessandro Tambellini, del direttore, Massimo Marsili e dei membri del Consiglio di Amministrazione della stessa Fondazione.