Oddio, sarà mica che, ora, scatta la denuncia per apologia di reato ossia per apologia di fascismo? Ci auguriamo di no, ma è indubbio che, alla luce di quello che sta accadendo da qualche tempo a questa parte a proposito di allarme di un incipiente e imminente fascismo, il rischio c'è. Certo, come non ringraziare Gina Truglio, titolare della libreria Ubik di via Fillungo che, noncurante di quello che accadde nel 2015 quando fece la stessa cosa per un altro libro del direttore delle Gazzette, ha riempito la vetrina del negozio con le copie del volume edito da Diarkos Gli eroi di Mussolini - Niccolò Giani e la scuola di mistica fascista?
Ci viene in mente l'ex gauleiter della Toscana Enrico Rossi e la sua ignoranza quando ci accusò di essere fascisti solo perché gli consegnammo, in omaggio, una copia del libro I giovani di Mussolini che raccoglieva le testimonianze di quella gioventù cresciuta durante il Ventennio. Ci dette del fascista perché, nel titolo, c'era la parola Mussolini, lui che aveva avuto un papà che aveva combattuto il fascismo. Ma non aveva letto nemmeno una pagina del libro e non poteva sapere che c'erano testimonianze di numerosi giovani futuri dirigenti del Pci e militanti della sinistra.
Ecco, immaginiamo che, oggi, chi veda la copertina del libro Gli eroi di Mussolini, finirà per pensarla altrettanto, credendo si tratti di una agiografia di coloro i quali si immolarono per la loro fede nel duce.
Peccato che, invece, si tratti di un libro frutto di un incredibile scoop storico avvenuto qualche anno fa. L'archivio segreto di Niccolò Giani, fondatore della scuola di mistica fascista a Milano, direttore di giornale, docente universitario, fascista tout court e senza compromessi, finì nelle mani dell'autore dell'opera che ne estrasse una storia unica, simile, per certi aspetti, a quelle di altri due personaggi del fascismo amati dalla gioventù dell'epoca: Guido Pallotta e Berto Ricci.
Questo libro serve sia a chi ancora nutre qualche nostalgia di ciò che fu il fascismo e a chi, al contrario, pensa di aver compreso tutto di quel tempo senza nemmeno aver bisogno di capire che il vero problema, da sempre e come sosteneva Ruggero Zangrandi che di quella generazione fu testimone e portavoce, non è tanto di sapere se gli italiani furono o meno fascisti, ma per quale motivo così tanti poterono esserlo.
L'autore augura a tutti buona lettura. E' un libro di storia, uno dei pochi che si possono ancora leggere su un tema affrontato in tutti questi decenni, ma quasi sempre dalla parte del vincitore. Qui non c'è revisionismo per ché non c'è niente da revisionare. C'è, semmai, una storia da conoscere che può far riflettere.
L'autore.
Foto Ciprian Gheorghita