Ne racconta molte, ma chissà quante altre ne ha viste e avrebbe potuto riferirne, Marco Pizzi, di professione portiere di notte per un’intera vita lavorativa presso una nota struttura ricettiva del centro di Lucca: un lavoro iniziato quasi per caso, e con tutti i caratteri della provvisorietà, per poi diventare l’occupazione di un’intera esistenza. Un’attività particolare, la sua, che, iniziando alle 23 e terminando alle 7:00 del mattino seguente, scambia il giorno con la notte e si svolge prevalentemente nel buio, nell’oscurità.
Una professione con tratti diversi dalla norma comune che ha ispirato poeti, cantanti, registi… I più famosi? Dallo chansonnier milanese Enrico Ruggeri che attraverso la figura del portiere notturno d’albergo racconta la solitudine affettiva di un uomo che guarda la vita scorrergli intorno e ne rimane escluso, alla regista e sceneggiatrice emiliana Liliana Cavani, che nel 1974, mezzo secolo fa, con lo stesso titolo filmò una torbida storia tra nazismo e sadomasochismo, ambientata in una Vienna ancora pesantemente postbellica.
Certo, Lucca non è la Vienna degli anni Cinquanta. Comunque, anche in una città della provincia toscana quel lavoro garantisce una posizione privilegiata per conoscere e descrivere la tenebra urbana e la fauna dei suoi abitatori: spesso persone normali, normalissime, come piazzisti, venditori, agenti di commercio, che trascorrono in albergo ben cinque giorni su sette della loro settimana; talora, invece, particolari, originali, stravaganti “amici della notte”: attori e soubrette di piccole e meno piccole compagnie teatrali, tra cui si intuiscono alcuni personaggi importanti del mondo dello spettacolo (Vittorio Gassman, Lino Capolicchio, Enrica Bonaccorti…), e i rappresentanti di un’umanità complicata, ora sopra ora sotto le righe, l’aspirante suicida, il maturo viveur, le coppie di scambisti e altri tipi di peccatori di provincia… Alle soglie del pensionamento, dopo quasi quarant’anni di attività in cui non sono mancati momenti di conflittualità con la proprietà e con i colleghi, Marco Pizzi ha deciso di raccontarci in 150 pagine di memorie, professionali e non solo, intitolate “A ore 11 p.m.” Portiere di notte in un’originale città di provincia mpf, 2024, le gioie e i dolori, le luci e le ombre di un’attività di rado ben compresa nella molteplicità delle sue sfaccettature e nelle profonde trasformazioni in corso. È cambiata la società, è mutata la città, e oggi il portiere d’albergo, scrive Marco Pizzi, “altro non è che un bravo, ma semplice impiegato, che oberato di pratiche da smaltire, maneggia sì benissimo il computer, ne conosce ogni suo meandro, ma deve tralasciare gioco forza una delle cose fondamentale degli anni “miei”: quello che chiamavamo il contatto umano con il cliente” (p. 137). Ecco, nella varietà degli incontri e delle situazioni, proprio questo colpisce del racconto di Marco Pizzi: la grande umanità. Ovvero, lo sguardo sempre positivo e benevolo con cui l’Autore riguarda al suo prossimo, ai suoi tempi, ai luoghi e ai popoli conosciuti e attraversati in virtù di un’indefessa passione per i viaggi. La stessa simpatia dimostrata per un’umanità notturna, fragile ed erratica, Pizzi la manifesta per le genti vicine e lontane - i cubani, i greci… - duramente segnati dalle vicende sfavorevoli della storia e della geopolitica. Un atteggiamento solidale e pensoso che riscatta la pagina da ogni eventuale, ingenerosa, critica di chiusura municipalistica dei suoi argomenti.
Marco Pizzi, “A ore 11 p.m.” Portiere di notte in un’originale città di provincia, prefazione di Roberto Pizzi, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca, 2024, pp, 150, Euro 15,00
Il libro viene presentato sabato 21 dicembre 2024, alle ore, 17:00, presso Hotel La Luna, Corte Compagni, Lucca