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Scritto da Redazione
Economia e lavoro
23 Marzo 2020

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Che il mese di Marzo, il cui nome deriva da Marte il Dio della Guerra, sia da sempre uno spartiacque per la storia dell’umanità è un fatto noto da tempo, o per lo meno lo è in alcuni circuiti. E’ proprio durante le Idi di Marzo del 44 a.C. (il 15 del mese o Idus Martiae) che venne assassinato Giulio Cesare e si aprì lo scenario della fine della Repubblica con la purga dei mandanti cesaricidi e l’inizio della fase del Principato quale prima forma di governo del futuro Impero romano. 

Marzo dunque è identificato da sempre come un “momentum" bellico ideale per avviare campagne militari e per cambiare uno status quo di un sistema, se non fosse anche perché è il mese in cui la natura riserva una maggiore clemenza di condizioni meteorologiche rispetto alla morsa invernale; questo è avvenuto per secoli sino ad ieri, non senza difficoltà certamente, ma sotto cicli naturali meglio prevedibili di oggi. 

La questione del momentum stagionale vista come opportunità temporale è bennota ai circoli di appassionati di strategie militari al di qua ed al di là dell’Atlantico, anche loro estimatori dell’antica Roma e che considerano le guerre come prassi necessarie ed eticamente lecite per ottenere i propri scopi egemonici. 

La guerra Nato in Jugoslavia del 1999, la guerra in Iraq del 2003, l’inizio dei bombardamenti in Libia del 2011, cosi come in Yemen nel 2015 hanno tutti in comune o una presa decisionale o l’avvio operativo delle “attività” proprio nel mese di Marzo; attività che per almeno due millenni, sin dall’utilizzo delle caligae a suola rinforzata, letipiche calzature militari dei romani, sono state per necessità condotte da partedelle milizie a mezzo “boots on ground” letteralmente con stivali a terra;attività che oggi si sono tramutate in strumenti di guerra ibrida a disposizione dei vari “dottor stranamore” con passioni rinnovate o forse mai abbandonate per il nucleare, la eugenetica, le armi biologiche, commerciali e finanziarie. 

Sottolineo in particolare gli strumenti bellici finanziari messi in circolazione tramite capitale fittizio stampato sotto forma valutaria di dollaro USD, immesso sui mercati ed esportato come inflazione in paesi terzi, necessario tanto come valuta di riserva, quanto per l’acquisto di commodity; capitale fittizio fatto ingollare per decenni alle banche centrali di Europa e Giappone come una medicina amara, strumentalizzato per scongiurare un rischio di liquidità a breve e svincolato da una base aurea; capitale fittizio divenuto una piaga monetaria programmata ed autorizzata che va avanti almeno dal 1971: la sera del 15 agosto in cui Richard Nixon, sugli schermi televisivi dal suo ufficio alla Casa Bianca, comunicava l’avvio della NEP o New Economic Policy (Nuova politica Economica). Fatto avvenutodopo un week end di lavori da parte di una strettissima commissione svoltasi a porte blindate a Camp David (G.Bellini in “La Bolla del Dollaro” del 2012). 

La NEP sanciva la nascita dell’era monetaria del cosiddetto “dollar standard”, in sostituzione del Gold Exchange standard, che funzionava sin dai tempi di Bretton Wood del 1944 in concomitanza di una fase in cui per la bilancia commerciale americana si apriva per la prima volta un’era caratterizzata dal susseguirsi di molteplici deficit. A poco valsero le preoccupazioni ed i moniti espressi da Guido Carli, governatore all’epoca della Banca di Italia, e da economisti di primo piano mondiale quali Jacques Rueff, noto conservatore francese, advisor economico di Charles de Gaulle (autore del testo “Il peccato monetario dell’Occidente” del 1972). 

Adesso posti di fronte ad un evento scatenantedi tipo biologico (trigger in gergo) che ha colto impreparato il sistema sanitario di una intera nazione, forse solo il primo di una tempesta perfetta in cui mancherebbero all’appello ancora una profonda disgregazione sociale economica assieme con l’evaporazione del capitale fittizio, ci accorgiamo di avere un problema. Un problema serio in quanto gli scenari sono divenuti assai prevedibili come parte II e III di un copione che “non prevede sorprese, ma eventualmente sorpresi” (citando una nota affermazione dello strategista E. Luttwak).  

Mi domando, se ancora la libertà di pensiero non mi viene tolta, se questo sia il preludio e con quale tempistica per un “New World Order” o Nuovo Ordine Mondiale, che vedrà l’avvento di nuovi stati a guida dittatoriale, dettati da emergenze di varia natura, siano essi di tipo trumpista, antiglobalista di nazionalizzazioni spinte o sorretti da nuove forme di socialismo adatti al XXI secolo con controlli più autoritari sui capitali. Comprese forme ibride di questi ultimi. 

E’ certo che agli osservatori più attenti risultano lampanti la serie coincidenze del momentum sociale, storico e geopolitico che sta sconvolgendo, per la prima volta dal dopo guerra, la nostra vita e cosi il nostro diritto alla libertà; sequestrati in casa per settimane da sopraggiunta instaurazione di legge marziale dettata da ragioni di salute dovuti alla pandemia su cui esistevano da tempo simulazioni universitarie internazionali e profezie di autorevoli guru (B.Gates docet), ma su cui non esisteva un piano di contingenza adeguato previsto ai massimi livelli dello Stato. Mascherine, letti e ventilatori polmonari non previsti a sufficienza mentre Salus rei publicae suprema lexesto la massima di Cicerone viene riportata sullo stemma dell’esercito italiano tradotto in “La salvezza dello Stato sia la legge suprema”. 

Il mondo post Euro è iniziato la scorsa settimana – nel week end delle Idi di Marzo 2020 - con il varo di programmi straordinari di immissione di centinaia di miliardi destinati a piani di salvataggio dell’economia tali da metter fine a restrizioni, paletti di sforamento di deficit e propedeutici a nazionalizzazioni spinte cosi come a salvataggi di banche fuori dagli schemi; paletti che hanno tenuto in scacco le popolazioni d’Europa sino ad oggi, in particolar modo quelle dei paesi PIGS, i paesi “canaglia”, asfissiati con il cappio dello spread, di cui i greci più di ogni altri ne hanno per primi pagato le conseguenze (basti leggere le statistiche su variazioni di aspettativa di vita e mortalità infantile dopo il varo delle misure della troika). 

Il come affrontare il tema dei debiti impagabili prodotti dalla crisi contingente che verranno richiesti indietro prima o poi, sotto forma di tasse, pensioni e prelevamenti forzosi di risparmi sarà oggetto di successive riflessioni e ne costituiranno un prossimo capitolo di analisi.

 

 

Source

 

https://www.globalresearch.ca/coronavirus-new-world-order-blow-globalization/5706729

 

https://www.globalresearch.ca/the-pentagons-ides-of-march-best-month-to-go-to-war-2/5670257

 

http://www.laricerca.loescher.it/lingue-classiche/1270-roma-antica-dieci-secoli-di-battaglie.html

 

 

 

 

 

 

 

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