Nel corso del 2019 le vendite all'estero hanno subito un rallentamento pari al 5,2 % pur superando la soglia dei 4 miliardi di euro (4.070 milioni) raggiunta la prima volta nel 2018, l'export provinciale resta su livelli elevati mantenendo un saldo commerciale in attivo per oltre 2 miliardi di euro.
La dinamica trimestrale infra-annuale è risultata negativa, anche se rispetto a un anno record: dopo un'apertura in contrazione (-6,6%), nei trimestri centrali si è registrata un'attenuazione della caduta (-0,7% il secondo e -2,7% il terzo), mentre nel trimestre finale dell'anno la flessione si è portata al -11,5%.
L'andamento provinciale nel 2019 è risultato peggiore sia di quello nazionale (+2,3%), sia di quello toscano (+15,6%) che ha però beneficiato delle dinamiche eccezionalmente positive di alcuni settori di specializzazione locale. Lucca resta comunque la terza provincia per valore delle esportazioni in regione, dopo Firenze e Arezzo. Sono questi i principali risultati emersi dall'analisi dei dati ISTAT sul commercio estero da parte dell'Ufficio Studi, Statistica e Politiche Economiche della Camera di Commercio di Lucca.
La dinamica regionale è trainata da alcune province che hanno rilevato dinamiche particolarmente positive in alcuni settori produttivi: Arezzo (oro), Firenze (abbigliamento e pelletteria) e Massa Carrara (meccanica). In positivo anche Pisa, mentre per gli altri territori si sono registrate diminuzioni delle esportazioni.
Anche le importazioni provinciali hanno mostrato una diminuzione nell'anno (-3,0%), sebbene segnando il secondo valore più elevato di sempre (2.011 milioni di euro) dopo il 2018. La dinamica infra-annuale ha visto un andamento in progressivo peggioramento: dopo un primo trimestre in crescita (+4,6%), a partire da aprile il valore degli acquisti dall'estero è passato in negativo con diminuzioni sempre più accentuate (-2,3% nel secondo, -6,0% nel terzo e -7,4% nel quarto trimestre). L'import è diminuito anche a livello nazionale (-0,7%), mentre a livello regionale ha segnato una crescita del +5,3%.
A livello settoriale, il cartario si conferma il primo settore provinciale per valore delle vendite all'estero con 920 milioni di euro nell'anno, malgrado una contrazione del -13,5% (-144 milioni) rispetto al 2018: in particolare, alla sostanziale tenuta degli articoli in carta e cartone (-0,8%) si è contrapposta la forte flessione delle vendite all'estero della pasta da carta, carta e cartone che ha ceduto il -28,8% in valore. Anche la meccanica (826 milioni) ha registrato una battuta d'arresto segnando un -9,1%, per la contrazione delle vendite di macchine per impieghi speciali in flessione del -15,6% rispetto allo scorso anno.
Sono aumentate invece le vendite all'estero della cantieristica nautica (692 milioni di euro), in crescita del +4,2% nell'anno anche se in frenata nel trimestre di chiusura anno, della fabbricazione di materiale elettrico e meccanica di precisione (299 milioni; +6,2%), dell'industria metallurgica (287 milioni; +12,8%), della chimica (191 milioni; +16,6%) grazie al buon andamento della farmaceutica (+22,2%), e della gomma e plastica (90 milioni; +2,8%).
Per gli altri settori si sono registrate contrazioni, con le vendite del comparto alimentare che hanno toccato i 255 milioni segnando un calo del -14,1% per la dinamica negativa dell'olio di oliva, semi ecc. (-15,9%), mentre l'industria lapidea, del vetro e delle pietre estratte (154 milioni) ha ceduto il 9,0% per la flessione del lapideo (-12,6%). Anche il sistema moda ha rilevato andamenti negativi, con il cuoio e calzature (150 milioni) in perdita del -22,7% (calzature: -22,1%) e il tessile e abbigliamento (62 milioni) in flessione del -27,8% rispetto a un anno prima.
Le vendite all'estero sono diminuite sia verso l'Europa, dove si è registrato un -4,6% per flessione sul mercato UE (-5,7%), sia nel continente americano (-21,4%) dove la caduta ha riguardato sia l'area settentrionale (-21,6%) che quella centro-meridionale (-21,2%). In contrazione anche le vendite verso l'Asia (-4,0%), mentre si sono registrati incrementi sia verso l'Africa (+1,3%) che verso l'Oceania (+207,6% grazie alla vendita di natanti).
La diminuzione delle importazioni provinciali (-3,0%) è stata determinata dalla flessione negli acquisti dall'estero dell'industria cartaria (703 milioni; -13,8%), rappresentati per la quasi totalità da pasta da carta, carta e cartone (678 milioni; -15,0%) mentre per gli articoli di carta si è registrato un incremento.
Hanno segnato diminuzioni del valore degli acquisti all'estero anche l'industria alimentare (-2,7%), la fabbricazione di materiale elettrico e meccanica di precisione (-5,8%), il cuoio e calzature (-12,5%), la cantieristica nautica (-17,1%), la gomma e plastica (-0,3%) e i prodotti agricoli, della caccia e della pesca (-12,0%).
Sono invece cresciuti gli acquisti dall'estero della chimica-farmaceutica (283 milioni), saliti del +17,7%, dell'industria metallurgica (+9,6%), della meccanica (+8,4%), del tessile e abbigliamento (+1,7%) e dell'industria lapidea, del vetro e pietre estratte in aumento del +10,5% rispetto all'anno precedente.
La dinamica delle importazioni si è connotata per un lieve incremento degli acquisti dall'Unione Europea (+1,3%) e dall'Oceania, mentre per tutte le altre aree si sono registrate contrazioni.