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Scritto da aldo grandi
Enogastronomia
03 Febbraio 2023

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Sono entrambi riservati, lontani anni luce dalla luce dei riflettori anche se uno, più dell'altro, non lesina apparizioni nella sua città per partecipare alla realizzazione di eventi e iniziative enogastronomiche, ma non soltanto. Samuele Cosentino e Aurelio Barattini si conoscono e si stimano da molto tempo, in particolare il primo, animatore in tutto e per tutto, cucina compresa, degli Orti di via Elisa, ha per il secondo una ammirazione sconfinata per cui, quando gli abbiamo proposto di andare a pranzo, da soli, a casa-ristorante che è, poi, la stessa cosa, di Aurelio e della sua famiglia a Sesto di Moriano, non ha esitato ad accettare. 

L'Antica Locanda di Sesto è uno di quei ristoranti - ma la parola è riduttiva - che, in coppia con qualche altro, fanno non solo la storia gastronomica, ma anche qualcosa di più della città cui appartengono. A Lucca c'è la Buca di Sant'Antonio di Giuliano e Corrado Pacini che tiene il confronto quanto ad antichità e lucchesità. E sia Giuliano sia Aurelio appartengono a quella categoria di cuochi che tutto il mondo, o quasi, ci invidia. 

Con Samuele Cosentino varcare la soglia dell'Antica Locanda di Sesto è un piacere degli occhi e anche dello spirito. Se, poi, si pensa che poco più in là, fino a qualche tempo fa, c'era un altro tempio della cucina lucchese, la Mora di Sauro Brunicardi, la nostalgia di un tempo che fu assale facilmente. Samu si fa abbindolare dagli Spaghettoni “Senatore Cappelli” Felicetti al guanciale e pecoringrana e c'è da capirlo, lo faremmo anche noi se non fosse che cerchiamo di non esagerare e ci affidiamo ad una zuppa chiedendo una porzione pantagruelica che arriva, infatti, con un piatto pieno fino all'orlo. 

Si parla e si discute sulla tordellata che si terrà in piazza San Francesco per gli eventi di Lucca in maschera, una iniziativa gastronomica che vedrà affiancati alcuni chef nel presentare, ciascuno, una propria versione del famoso piatto lucchese. Non ci sarà Barattini, mentre Cosentino che ha il locale lì vicino assolutamente sì. 

Il pollo al mattone intriga con un piatto di bietola saltata e il Cosentino che non ha fatto altro, durante il tragitto, che sperticarsi in lodi del manzo peposo dell'Antica Locanda. E, difatti, peposo sceglie con contorno di fagioli cannellini e olio che arriva direttamente dall'azienda agricola che la famiglia Barattini conserva e cura alla Maolina. E anche il vino rosso nel classico fiasco viene prodotto nei terreni lungo la via per Camaiore.

Se qualcuno ha voglia di ritagliarsi una sorta di parentesi nemmeno tonda o quadrata, ma, addirittura, graffa e contenente tutta quella tranquillità che necessita un convivio, beh, il locale di Aurelio Barattini è fatto apposta. C'è pace ed è in una atmosfera del genere che si respira a pieni polmoni la voglia di sedersi ad un tavolo e dedicare al mangiare il tempo utile a goderselo fino in fondo. Merito della famiglia Barattini e anche di uno staff decisamente di ottimo livello.

Cosentino e Barattini parlano la stessa lingua, di chi, oltre che alla cucina, sa badare a tutto il resto. Sono ristoratori nel senso più ampio del termine, Barattini è anche chef d'eccezione chiamato spesso a varcare gli oceani per andare a cucinare per i più facoltosi personaggi del business o del jet-set mondiale. E' uno straordinario biglietto da visita per questa città e da quando ci siamo imbattuti nella sua locanda, grazie agli uffici di Natale Mancini e Paola Granucci, ne abbiamo fatto il feudo delle cene riservate all'amicizia e alla voglia di star bene insieme. Con Samuele, a dirla tutta, siamo abituati bene perché i suoi Orti, alla luce anche dell'ultima opera di ristrutturazione interna, sono diventati uno dei ristoranti più interessanti e piacevoli del centro storico, dove si mangia di qualità e dove, anche qui, il servizio è al top. Ecco, in comune questi locali hanno tutti un personale contento di starci e che non penserebbe mai di andarsene. Come mai? Eppure ci sono tanti ristoratori che si lamentano di non riuscire a trovare gente disposta a lavorare.

Si facessero una domanda e, magari, dopo essere stati a pranzo o a cena nei ristoranti del gruppo Pacini-Barbieri o all'Antica Locanda, si dessero anche una risposta.

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