L'evento
29 novembre: 100 anni dalla morte di Giacomo Puccini il programma della giornata: apre la mostra "Manifesto"
Venerdì 29 novembre ricorrono i cento anni dalla morte di Giacomo Puccini il programma delle iniziative della giornata organizzato in collaborazione fra Comune di Lucca, Teatro Del Giglio, Fondazione Giacomo Puccini – Puccini Museum Casa natale
'Break The Chain: nessuno può definirti. Solo tu'. Evento di successo del centro antiviolenza Luna col sostegno della concessionaria Lucar di Michele Serafini
Break The Chain: Nessuno può definirti. Solo tu.
Shelley Project, successo al Caffè Santa Zita per Paola Musa
Pubblico ampio e molto interessato quello che ha preso parte all'incontro con la scrittrice. Continuano infatti al Caffè Santa Zita in Piazza San Frediano a Lucca gli appuntamenti di Shelley Project nati dalla collaborazione con la direttrice Monica Zoe Innocenti
Shelley Project: quasi 100 studenti a Villa Reale di Marlia
Sabato 16 e domenica 17 novembre gli studenti delle scuole secondarie di II grado selezionati per l'edizione 2024 hanno partecipato alle due giornate dedicate alla scrittura di un proprio racconto fantasy/horror
Banca di Pescia e Cascina, scambio di auguri e omaggio ai soci. Con Cristiano Militello è tutto da... ridere!
"Abbiamo voglia di stare insieme...! Abbiamo voglia di salutarci con una stretta di mano e condividere eventi pieni di emozioni. Tra poche settimane sarà Natale". Comincia così l'invito che Banca di Pescia e Cascina ha rivolto ai suoi Soci a pochi giorni dal Natale per partecipare all'evento Buon Natale Socio 2024, venerdì 6 dicembre alle 17,30
Da Lucca a New York: padre e figlio corrono e terminano la maratona più famosa del mondo
Un evento molto raro alla maratona di New York 2024. Padre e figlio, Stefano e Riccardo Risolo, entrambi lucchesi, hanno concluso il percorso, il genitore con il tempo di 3 ore e 55 minuti, il figlio c on il tempo di 3 ore e 37 minuti
Tuscania Auto, successo per la serata esclusiva di presentazione dei modelli Cupra Tavascan e Cupra Terramar
Si è svolta giovedì sera, presso i locali di del CUPRA Garage Tuscania Auto, la presentazione esclusiva di CUPRA Tavascan e CUPRA Terramar, “l’impulso di una nuova generazione”. Tuscania Auto, CUPRA Garage dal 2018 e Concessionaria Auto dal 1993, ha riservato ad un numero ristretto di propri clienti VIP e pubblico registrato all’evento, una CUPRA Experience all’insegna di stile, emozioni ed innovazione
Massimo Vitali celebra 30 anni di carriera a Lucca, in mostra gli scatti più famosi
Trent'anni di lavoro in una mostra che ripercorre tre decenni di vita balneare - e non solo -: Massimo Vitali sarà il protagonista principale di Photolux, biennale internazionale di fotografia in programma a Lucca dal 23 novembre al 15 dicembre. A lui, infatti, sarà assegnato il 30 novembre il Photolux Award 2024, come riconoscimento alla carriera
“Una grande cosa per la moda italiana e il made in Italy”: l’atelier indiano di Luca Piattelli premiato come il più bello del mondo (Video)
Ennesimo luminoso traguardo per Luca Piattelli, il primo italiano ad aver aperto un atelier in India: il suo salone di New Delhi, che dall’inaugurazione ad aprile ha riscontrato uno straordinario successo di pubblico e notevole visibilità, è stato premiato a Parigi come Best Salon, nell’ambito della prestigiosa MBC by Beauté Selection
Shelley Project, Sauro Donati ha presentato il romanzo nato dal progetto letterario
Giovedì 7 novembre alle ore 17:00, presso il Caffè Santa Zita in Piazza San Frediano a Lucca, Sauro Donati ha presentato il suo quarto e ultimo romanzo, "I Libri di Ssun", nato dallo sviluppo del racconto originale che aveva scritto in occasione della puntata zero di Shelley Project nel 2023
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Il 22 dicembre di 41 anni fa, era il 1981, uscì nelle sale un film che sarebbe diventato un capolavoro della commedia italiana: Il marchese del Grillo, diretto da Mario Monicelli e interpretato da un magistrale Alberto Sordi nella parte del conte Onofrio del Grillo. "Ricordo come se fosse ora - racconta Ubaldo De Francesco, all'epoca appena diplomato ragioniere e abitante nel quartiere Prati - mio padre che venne a casa e, a me e a mia sorella, disse che aveva appena visto un film meraviglioso e che voleva assolutamente che lo accompagnassimo a vederlo una seconda volta tutti insieme. E' stata una delle rare volte che nostro padre ci portò al cinema".
Roma non era ancora uscita dalla morsa degli anni di piombo e dalla crisi economica che aveva attanagliato il nostro Paese durante gli anni Settanta. Si cominciava, però, a intravedere non tanto la luce, quanto una nuova e improvvisa voglia di tornare a vivere senza paure e limitazioni. Quella pellicola, buona parte della quale venne girata a Lucca a palazzo Pfanner in via degli Asili, accanto al liceo classico Machiavelli, sarebbe stata vista e rivista chissà quante volte e le sue gags sarebbero divenute patrimonio comune di tutto un popolo che, ad ogni piè sospinto, avrebbe ricordato uno dei film di ambientazione storica - sia pure con i suoi limiti in materia - più amati dal pubblico.
Mai e poi mai, quei cinque sbarbatelli e sbarbatelle, cresciuti tra una partita doppia e un assaggio di matematica finaziaria e attuariale, avrebbero potuto immaginare che quasi mezzo secolo più tardi, complice il destino che fa e disfa le vite degli esseri umani, si sarebbero trovati, tutti insieme, proprio all'ingresso di quel palazzo dal quale, al primo piano, Alberto Sordi lanciava le pigne, invece dei soldi richiesti, alla plebaglia che reclamava dal basso. E ancora meno avrebbero potuto pensare che, nonostante la chiusura invernale del giardino e del museo di palazzo Pfanner, un Cicerone speciale nella figura di Alessandro Pfanner, uno dei proprietari e della sua compagna Sara Squilloni, li avrebbe attesi una uggiosa mattina di dicembre per accompagnarli in una visita speciale che avrebbero, poi, ricordato, per tutta la vita.
E, invece, eccoci tutti qui e tutti insieme, vogliam vedere, parafrasando un vecchio cartone animato, il Braccobaldo Show. Ebbene, potrà sembrare assurdo, ma per chi ha amato e vorrebbe vederlo come materia di studio nelle sfasciate scuole italiane ispirate dal pensiero unico dominante intriso di Lgbtqrstuvz, Alberto Sordi, trovarsi di fronte alla scalinata sulla quale il fido Ricciotto, al secolo Giorgio Gobbi, si sentì chiedere dal marchese, davanti alle insistenze di Camilla che gli alitava in faccia domandandogli di che sapeva l'alito: "Ricciò, senti un po' il fiato di mia sorella". E lui, di rimando, mezzo stravolto: "Su sorella c'aveva un sorcio morto in bocca, possibile che lei nun senta niente?".
Alessandro Pfanner è un lucchese a denominazione di origine controllata e, soprattutto, garantita. Nato presso la clinica delle Zitine il 13 luglio 1961, è, a tutti gli effetti, una persona in grado di trasmettere quella joie de vivre così rara da trovare a queste latitudini e non solo. Pochi peli sulla lingua, cresciuto in una famiglia nobile dalla quale ha appreso sin dall'infanzia tutto quello che gli altri, i plebei e i borghesi per intendersi, impiegano decenni per imparare. Innamorato perso del mare e della navigazione a vela, non si nasconde quando afferma di essere orgogliosamente un gaudente che ama la vita in tutte le sue sfaccettature. Ha una conversazione piacevole, colta e, in particolare, fornita di un background antico di secoli che gli regala, a prescindere, il dono, non sempre automatico e presente, della memoria intesa nella sua più ampia accezione.
Il cancello impedisce l'accesso al giardino attribuito al genio di Filippo Juvarra (1678-1736) che lo progettò agli inizi del Settecento e che rappresenta un pregevole esempio di giardino barocco all’italiana incuneato tra le Mura urbane e la fitta trama viaria della Lucca medievale. Ci pensa Sara ad aprirlo con il suo mazzo di chiavi ed è come se, nonostante il cielo cupo e grigio, sia prissero le porte di un paradiso immaginario, ma ben reale. Un giardino che avevamo ammirato, in parte, solamente durante le passeggiate sulla cinta muraria poiché è la prima volta che ne varchiamo la soglia. Sulla destra scopriamo, così, che il trisnonno di Alessandro era un maestro birraio che produceva birra proprio in una zona seminascosta del giardino dove esiste ancora un rudere - che sarà presto ristrutturato e adibito a caffetteria nei mesi estivi - all'interno del quale avveniva anche l'imbottigliamento di quella che si chiamava, appunto, Birra Pfanner.
In fondo al parco sta la limonaia dove, nella stagione più fredda, vengono messe al riparo le decine di piante di limoni che, invece, in primavera ed estate abbelliscono in tutto il loro splendore il perimetro verde appostati ad ogni angolo.
Salire la scalinata del palazzo è una emozione non da poco, per di più gli scalini sono assolutamente facili da percorrere perché molto bassi. Anche il museo, chiuso in questo periodo, è stato aperto per l'occasione della nostra visita e le sale - chiamarle stanze sarebbe riduttivo - restituiscono al visitatore ambienti di un tempo che fu e che, oggi, sono rarissimi da trovare. Non a caso Mario Monicelli si era innamorato di questo edificio dopo averlo visto ritratto e ripreso più volte in una vecchia pellicola senza grandi pretese, Arrivano i bersaglieri di Luigi Magni del 1980. "Avevo appena vent'anni - rievoca Pfanner - e ricordo una mattina quando arrivarono con un seguito di alcune auto sia Mario Monicelli sia Alberto Sordi. Monicelli aveva visto il film sui bersaglieri, che non aveva avuto particolare successo, ma si era innamorato del palazzo e del suo giardino al punto che quando mio padre si offrì di tagliare l'erba, lui gli disse assolutamente di no poiché voleva che restasse com'era a dimostrazione di una nobiltà capitolina decadente come quella che voleva rappresentare nel film".
Nell'ultima sala del museo, oltre ad un grande pianoforte a coda, anche un tavolo stile Impero al quale Sordi, che durante le riprese del film aveva voluto dormire in un'ala del palazzo stesso, si sedeva la mattina a fare colazione insieme a mia nonna e giù risate. Nel museo c'è anche l'esposizione di strumentazione medica e libri d'epoca visto che uno dei Pfanner era uno stimato pediatra parecchio tempo fa. Meravigliosa anche la camera da letto, con tanto di letto a baldacchino e con una stufa bellissima che portava calore durante l'inverno. L'umidità è consistente e le sale vengono riscaldate solamente in presenza di eventi ad hoc. Qui, peraltro, si organizzano durante tutto l'anno, eventi di varia natura, da spettacoli a matrimoni a comunioni a sfilate di moda: "Del resto - spiega Sara - noi non riceviamo contributi dallo Stato e ci autofinanziamo. Mantenere questo edificio e il suo giardino ha un costo significativo per questo, alla fine, dobbiamo cercare di sfruttare ogni occasione, l'ultima delle quali è stata proprio in occasione dei Comics, quando numerosi fotoreporter portano qui i cosplay che vogliono realizzare servizi fotografici".
Ricordate la scena di Ricciotto che, aprendo una finestra, avvisa tutti da basso - intenti a non fare alcunché - che il marchese s'era svegliato e che, quindi, avrebbero fatto bene a rimettersi al lavoro? Bene, Sara e Alessandro aprono il portone della loro abitazione e ci indicano proprio la finestra alla quale il fedele servitore di Sordi si era affacciato. Alessandro Pfanner e la sua compagna hanno aperto a questi romani in cerca di storia la loro casa e la prima stanza ad accoglierli è una stupenda biblioteca alta fino al soffitto anch'esso splendido e a cassettoni. Poi, la conversazione prende piede e si anima al calduccio di una sala con caminetto e divani simili a penisole sporgenti dal mare. Sul tavolino al centro della stanza spuntano le pizzette con pomodoro e capperi della pasticceria Pinelli, una goduria pazzesca e un pezzo più unico che raro che solo in via Beccheria sanno preparare in questo modo. Il tutto annaffiato da un Berlucchi Cuvée Imperiale Brut Franciacorta.
E qui passa un'ora e più di aneddoti, riflessioni, confessioni, deduzioni, domande e risposte che par d'essere quasi su un palcoscenico di questa Italia fatta di gente che si porta dietro secoli di storia e di radici ben impresse sul terreno. Altro che immigrazione spinta e integrazione come la vorrebbero il vescovo di Lucca Paolo Giulietti e, inaspettatamente, anche l'attuale sindaco Mario Pardini.
Alessandro Pfanner è un vero e proprio anfitrione, ascoltarlo è un'esperienza che merita, la sua simpatia è contagiosa e gli ospiti provenienti dalla capitale non aspettavano che questo, altro che la lugubre diffidenza e l'ipocrisia dipinta sui volti della maggior parte dei lucchesi. Qui si respira un'altra aria, aria di mare verrebbe da dire e visto anche che due dei presenti provengono dalla terra labronica, ecco che il mare e la sua meravigliosa libertà diventano oggetto di conversazione: "Dicono che i due momenti più belli per chi ha una imbarcazione, sono quando la compra e quando la vende". Parole sacrosante, soprattutto se si pensa alle volte in cui, nei giorni più impensabili, qualcosa si rompe e allora diventa un'odissea riuscire a ripartire. Che Alessandro Pfanner fosse un appassionato di vela non lo sapevamo e la cosa ci fa immenso piacere: uomo libero sempre ti sarà caro il mare recitava il poeta e scrittore francese Charles Baudelaire.
Nessuno vorrebbe lasciare palazzo Pfanner, in particolare adesso che la temperatura è salita notevolmente e si sta che è un piacere, ma anche Alessandro e Sara hanno la loro vita e non si possono requisire per tutta la giornata. Resta ancora qualche scampolo di tempo per rievocare un film che ha fatto epoca e, per Alessandro, anche il ricordo di Nicole Kidman, attrice bellissima e dal portamento straordinariamente elegante che recitò nel medesimo palazzo nel film Ritratto di signora diretto da Jane Campion ed uscito nel 1996. Capiamo che per il padrone di casa la vista della Kidman ha avuto il sopravvento sul ricordo di Sordi, ma noi non cediamo alla tentazione e continuiamo a sostenere che Alberto Sordi è unico e, come recitava nel film, lui è lui e gli altri non sono un c...o.
Ma prima di lasciare il palazzo l'amico Ubaldo rievoca la stanza dove Aronne Piperno, il falegname ebreo, ricevette il rifiuto da parte del marchese a pagare il lavoro di restauro che gli aveva fatto. E voi lo ricordate? Eccovelo:
Nella grande camera da letto allestita per l'occasione dove di solito pernottava e riposava il marchese Onofrio del Grillo durante il film, venne girata la straordinaria sequenza relativa a Gasperino er carbonaro, il sosia del marchese che finì per essere coinvolto suo malgrado in uno dei suoi proverbiali scherzi:
Foto Ciprian Gheorghita
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In a cold world you need your friends to keep you warm. Non c'è nemmeno bisogno della traduzione per comprendere il significato, letterale o meno è la stessa cosa, di questo incipit al film The Big Chill del 1983 regista Lawrence Kasdan. Noi, ad essere sinceri, non abbiamo avuto bisogno di vedere la storica pellicola, un cult, per apprendere quello che, a tutti gli effetti, è una necessità ancor più che una evidenza. E, puntuali come tasse o imposte non pagate, ogni anno organizziamo una rimpatriata tra vecchi amici che, nei lontanissimi anni Settanta, frequentavano in pieno centro di Roma, in via Maria Luisa di Savoia, l'istituto tecnico commerciale Maffeo Pantaleoni demolito un anno fa o giù di lì.
Così, come fino a 20 anni fa si organizzavano tornei di calcio in quel di Cerasomma o in altre location della periferia lucchese o romana, oggi ci si accontenta di predisporre, anche se con meno invitati, delle riunioni conviviali che hanno il sapore dell'atmosfera natalizia e del languido trascorrere ed incedere del tempo. E se giustappunto un anno fa, fu la volta dei sessant'anni anagrafici con tanto di bottiglia di Chianti Antinori datata proprio 1961 ancora bevibile, ma non entusiasmante, questa volta abbiamo voluto lasciare che fosse la sorte a decidere, e di sorpresa, quale evento celebrare seduti al tavolo di uno dei ristoranti che, dobbiamo essere onesti, ci ha rubato l'anima negli ultimi mesi e per colpa di un tale Natale Mancini che ci condusse a Sesto di Moriano qualche anno fa.
Così, a settembre, stabilita la data del convivio nella ex Repubblica di Lucca, chiamammo l'amico Ubaldo De Francesco - eravamo insieme alle scuole medie, anno di (dis)grazia 1972, alla Antonio Pacinotti quartiere Prati - e gli domandammo quale fosse l'evento che in qualche modo ricordava maggiormente. Senza nemmeno pensarci un attimo, la risposta fu lo scudetto della Lazio dell'anno 2000. Con lui e con Fabrizio Graziano, altro compagno di studi romani, entrambi - loro - laziali, abbiamo assistito insieme a diverse partite tra cui una indimenticabile Italia-Inghilterra 2 a 0 anno 1978 qualificazioni ai mondiali di Argentina. E saremmo dovuti essere con loro, ma non ci andammo, al derby Roma-Lazio dell'ottobre 1979 quando venne ucciso sugli spalti il tifoso biancoazzurro Vincenzo Paparelli, 33 anni, colpito da un razzo sparato dalla curva sud occupata dai supporters giallorossi.
Indimenticabili quegli anni, avrebbe, più tardi, intitolato il suo libro Mario Capanna leader del Movimento Studentesco. Vero, indimenticabili e anche disastrosi, con scontri per le strade e nelle piazze del quartiere dove abitavamo, noi e le migliaia di famiglie di una Italia piccolo-borghese che viveva pagando l'affitto alle società immobiliari del Vaticano proprietario di edifici sparsi ovunque nella capitale.
Una volta appreso che lo scudetto della Lazio a inizio millennio era l'evento da celebrare, una chiamata all'amica e produttrice di vino Donatella Cinelli Colombini e alla sua addetta stampa Marzia Morganti sono state sufficienti per ricevere una favolosa bottiglia di Brunello di Montalcino vendemmia 2000. Pochi giorni ed ecco il prezioso cimelio sbarcare a casa nostra a Gattaiola.
Ma veniamo a venerdì sera. Avevamo prenotato il tavolo per sei persone più il labrador Leone che, da alcuni mesi, ci sta facendo dannare, da Aurelio e Lamberto Barattini all'Antica Locanda di Sesto a Sesto di Moriano. Un luogo magico, avvolto in un'atmosfera d'altri evi e capace di regalare, una volta varcato l'ingresso e seduti alla tavola, momenti di autentica ispirazione e convivialità. E sapevamo che chi, in particolare, vive nel caos di una metropoli, si sarebbe trovato se non in un altro mondo, certamente in una dimensione introvabile alle latitudini abituali.
Paolo Diana, Tiziana Sbardella, Lorella Marinelli gli altri tre amici facenti parte di quella Roma che amava, talvolta, fare sega a scuola e scappare nella vicina Villa Borghese in cerca di risate e nuove avventure. Nessuno sapeva della bottiglia di Brunello e nemmeno della mortadella Bologna Igp che Aurelio e mamma Raffaella conservano e che è, realmente, uno spettacolo. E poiché un desiderio espresso dagli amici di un tempo era stato di poter tornare al Vecchio Mulino di Andrea Bertucci e ai suoi insaccati tra cui, proprio, una mega Bologna, senza sapere, però, che ci aveva lasciato un mese fa, abbiamo fatto trovare su un vassoio il più celebre salume della tradizione gastronomica felsinea.
E' stato come dare fuoco alle polveri, poiché poco dopo, in un susseguirsi di assaggi e porzioni complete, sono atterrate sulla tovaglia bianca alcune tra le specialità della cucina della famiglia Barattini. Proprio quando, ormai, eravamo quasi al dolce, baccalà e ceci in dirittura d'arrivo per tutti o quasi, ecco la voglia di assaggiare, vedendo la mescita nella forma di grana poco distante, una robusta razione di Spaghettoni “senatore cappelli” felicetti al guanciale e pecoringrana. E pensare che, poco prima, c'era stato un assalto alla diligenza che recava con sé la zuppa di cavolo nero e i Gigli “senatore cappelli” al ragù di salsiccia di cinta senese.
A proposito la bottiglia di Brunello: estasiato quel gran pezzo dell'Ubaldo tutto nudo e tutto caldo tanto per parafrasare uno dei film in voga proprio in quegli anni, quando bastavano una Edwige Fenech, una Karin Shubert o una Barbara Bouchet in reggiseno e mutandine per far volare sulle ali della fantasia le nostre bramosie di adolescenti più o meno inquieti. Col Brunello l'affiancamento di un buon rosso proveniente dalla nostra isola preferita, la Corsica, Nielluccio Reserve du President 2021. Sorprendente anche se meno corposo e profumato.
Pensavamo di aver dato tutto, ma non avevamo tenuto conto della padrona di casa, al secolo Raffaella Tomei la quale ha iniziato a solleticare-sollecitare i palati dei commensali facendo arrivare sotto i loro occhi la macedonia di frutta al forno con gelato di castagne, a Roma pressoché sconosciuta, i cantuccini fatti in casa con vinsanto e, da ultimo, dei bocconcini di cioccolato strepitosi fatti personalmente da mamma Raffaella.
Avremmo voluto rimanere dentro la locanda per chissà quanto altro tempo, un po' come se ci fossimo trovati, pensate a Massimo Troisi e a Roberto Benigni, nel 1400 quasi millecinque, ma è stata solamente questione di attimi. La cena era finita, era ora di andare in pace.
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