“Nel silenzio generale, il 28 marzo verrà riunita la conferenza dei servizi per decidere la sorte dell'impianto dei pannoloni sporchi”: così esordisce, laconico, Liano Picchi del coordinamento comitati ambientali della piana. Da tempo Picchi manifesta la sua opposizione al progetto, colpito soprattutto per la sua insostenibilità ambientale dovuta all’immediata vicinanza delle abitazioni, per la presenza di un elevato rischio idraulico dell'area e per i dubbi su odori, emissione rumori, incremento dei biossidi di azoto e polveri sottili evidenziate dallo stesso documento redatto dall’Arpat. Adesso, l’attenzione di Picchi si sposta invece sull’insostenibilità economica del progetto, emersa dai documenti presentati da Retiambiente.
“Salta subito agli occhi che i costi d'impianto continuano a lievitare, e all'incremento di oltre quattro milioni di euro deliberato a luglio si aggiunge un altro milione e mezzo evidenziato nell'attuale prospetto; e la costruzione non è ancora iniziata- spiega infatti Picchi- Guardando poi lo scarno schema dei costi d’esercizio, ci accorgiamo che questi ammontano a quasi tre milioni di euro annui, contro i ricavi che non arrivano al milione. Senza contare che i costi da imputare al conto economico risultano lacunosi di moltissime voci, mentre i ricavi sembrano solo basati sulla speranza di collocare il dubbio materiale recuperato, in quanto non viene fatta alcuna menzione delle aziende che dovrebbero garantirne l'acquisto nel tempo. Stesso problema, d'altronde, che ha portato alla chiusura e smantellamento dell'azienda capostipite di Treviso”.
“Ha un senso, dunque, investire oltre 20 milioni di euro, bruciare enormi quantità di combustibili fossili, dilapidare cifre folli ogni anno per aumentare dell’uno per cento, forse, di raccolta differenziata?- termina l’intervento di Picchi- Non comprendiamo come la regione possa ignorare queste evidenze, ma ancor più ci meraviglia il silenzio delle amministrazioni di Lucca e Viareggio che, seppur indenni dagli odori e rumori perché distanti, altrettanto non potranno sperare per quanto riguarda le pesanti ripercussioni tariffarie a cui i loro cittadini saranno esposti se l'impianto entrerà in funzione”.