L’attenzione e le conseguenti polemiche sull’impianto per il riciclo e lo smaltimento dei pannolini non si placano e cresce la protesta dei cittadini che non vogliono un’altra possibile fonte di inquinamento su una Piana di Lucca già di per sé fortemente compromessa. A Porcari, lo scontro tra gruppi di minoranza e cittadini da una parte e sindaco Fornaciari e giunta comunale dall’altra, dopo l’incontro che si è tenuto martedì scorso a Porcari, si fa sempre più acceso. Anche se Fornaciari si è dichiarato pubblicamente contrario all’impianto, alle opposizioni non vanno giù i tempi: secondo Barbara Pisani e Riccardo Giannoni sindaco e giunta sapevano in tempi non sospetti e hanno taciuto e non hanno messo a conoscenza la cittadinanza. Un fatto a loro dire gravissimo. Secondo i due consiglieri di Porcari, il comune di Porcari era a conoscenza della volontà di realizzare questo impianto nell’area di Salanetti dall'agosto 2023 quando ha ricevuto una specifica comunicazione da parte della Regione Toscana che invitava, tra gli altri, anche il Comune di Porcari ad esprimersi in merito. Ma questo non è il solo problema.
“Sindaco e giunta, in quella fase – ci hanno detto Pisani e Giannoni del gruppo la Porcari che Vogliamo - ed anche nei mesi successivi, non hanno informato né il consiglio comunale né la popolazione di questa comunicazione ricevuta. Il comune non solo è stato in silenzio, ma non ha fatto un atto amministrativo concreto per interrompere l'iter per la realizzazione di quell'impianto.
Secondo Pisani e Giannoni ci sono dei dati inequivocabili che non possono essere trascurati. “L'impianto è a ridosso del centro abitato del Comune di Porcari. Per l'esattezza è a meno di 200 metri dal centro abitato. La legge attuale - continuano i due consiglieri della Porcari che Vogliamo - prevede l'impossibilità di realizzare impianti di trattamento rifiuti che si trovino a meno di duecento metri dal centro abitato. Peccato che nell'istruttoria che il Comune ha inviato alla Regione a inizio 2024 relativamente all'impianto ed in seguito alla sopracitata richiesta, non ha scritto che il centro abitato, come è nella realtà, è a meno di 200 metri di distanza da dove si vorrebbe fare l'impianto. Se lo avesse fatto l'iter si sarebbe immediatamente interrotto e non saremmo ancora qui a parlarne. Per questo è indubbio, che il Comune aveva una carta da giocare decisiva e non l'ha giocata”
“Il centro abitato di Porcari – proseguono Barbara Pisani e Riccardo Giannoni - arriva già a fine di via Ciarpi. Non ci sono forzature da fare. Sindaco e Giunta prendano carta e penna e confermino quello che il Consiglio Comunale di Porcari ha più volte deliberato. Se non fa questo passaggio si assumerà la responsabilità del mancato stop. Ci sono diversi atti che il Consiglio Comunale ha votato (con i prescritti pareri dei tecnici) nei quali si evidenzia che il centro abitato include già tutta via Ciarpi. L'ultimo, in ordine di tempo, è quello dell'adozione del Piano strutturale intercomunale, avvenuto a fine 2023”.
“Quindi Porcari (ma anche tutti gli altri comuni ndr) hanno approvato una carta che dice che il centro abitato di Porcari è quello. Quindi l'impianto – tuonano Pisani e Giannoni - lì non si può fare. Non c'è quindi da ritoccare nessuna carta, da fare forzature o altro. Per Comune è sufficiente che scriva alla Regione evidenziando che l'impianto non rispetta i requisiti minimi di legge, relativamente alla distanza dal centro abitato, magari allegando una delibera di Giunta Comunale che semplicemente richiami e confermi tutti gli atti che in questi anni sono stati approvati dal Consiglio Comunale e nei quali è stato definito il perimetro del centro abitato allegando ovviamente con tutti i pareri tecnici necessari a supporto”.