Chi conosceva la dolce signora Carlotta Nonnis Marzano? Pochi, se alle elezioni comunali di Bari, presentatasi per Alleanza Verdi-Sinistra, ha preso 34 (trentaquattro) preferenze. Beh, chapeau, ce l’ha fatta a farsi conoscere. Lasciamo stare i post scontati in suffragio dell’attentatore di Trump e la speranza manifestata – e delusa – che il colpo avesse potuto invece andare a segno. La politica italiana è piena di chi vuole la morte fra le più incandescenti fiamme dell’inferno del proprio avversario, magari rosolandolo a testa in giù. Non le bastava, probabilmente. Magari aveva notato sul proprio profilo un basso numero di likes, forse voleva provare a emulare la Salis o Vannacci, sfruttando il fenomeno che, se attiri attenzione, qualcosa ci esce sempre. Non le bastava che il sindaco di Bari, Leccese, l’avesse nominata assessore con 34 voti. Poteva lavorare bene, farsi apprezzare, e da 34 passare a 340 voti, ma le deve essere apparso chiaro che a 100.000 mai ci sarebbe arrivata, meno che meno a oltre 500.000.
E allora che fa? Se la piglia con il Papa! E fino a qui ci sta ugualmente. Puoi non essere cattolico, puoi ritenere che il papato come potere temporale abbia ostacolato l’unità d’Italia, puoi anche avercela con l’inquilino sommo del Vaticano – magari nel monolocale di Santa Marta – perché recentemente ha dato a intendere di non gradire gay nei seminari.
Ma almeno studia, leggi, cerca di comprendere di chi parli!
Così sui suoi post fa passare “l’uomo in bianco” per un cotto e stracotto anziano da rottamare, che però c’è da star attenti a mandare in pensione: potrebbe scegliere una panchina e trasformarsi in pedofilo. Una vergogna solo pensare queste idiozie (non le chiamo bestialità volendo un monte di bene agli animali), di chi ha davvero – per primo concretamente – combattuto pedofilia e devianze della Chiesa. Lo si può non stimare per mille ragioni – c’è libertà di pensiero – e unirsi alle sette che dicono di lui ogni male, ma almeno certe porcherie non dovrebbero neppure essere ipotizzate. E dubitare dell’intelligenza di Papa Francesco è da idioti.
Vien nostalgia del tempo in cui gentili donzelle – le suffragette appunto – invocavano il voto per il gentil sesso, rischiando la galera. Ma almeno assurdità del genere non ne pronunciavano.
Per questo – evidentemente adeguatamente compulsata dal 1° cittadino Leccese (ma barese) – dopo pochi giorni ha rassegnato le dimissioni.
Diranno i lettori: “Era ora!”
Io dico d’attendere.
Ora aprirà il fuoco di fila la stampa di fazione, neppure oramai solo “di parte”, per cantare il martirio politico della giovanetta. Si scatenerà il duo delle meraviglie AVS, per cercarle adeguata candidatura, e magari, di fronte a quello che, ai sensi del codice penale credo proprio sia un reato bello e buono, avremo anche un bel giudice che dirà che lei ricama bene a punto croce, è un’artista, e può dire ciò che crede.
Ma la cosa peggiore non l’ha mica commessa lei. Così ragiona, che ci si attendeva?
Il peggio ricade su chi affida una poltrona d’assessore a persona che abbia saputo raccattare ben 34 preferenze, manco tutti quelli del centro sociale frequentato. O non ha di meglio – e ci sta pure questo – o privilegia queste persone a chi magari ha un passato un filo più serio e un seguito maggiore. Ma non fa audience.
E qui è il disastro della politica che tanta astensione provoca: quando vedi che nella tua formazione il posto va alla Carlotta, allora cambi canale, o spegni il televisore.