Mamma mia quanto piangono e frignano. Da mane a sera e protestano sempre allo stesso modo: come tante comari se la prendono con Fabio Barsanti, l'oscuro e nemmeno tanto, oggetto del desiderio di tutta la Sinistra lucchese che, ormai, non sa più come risollevarsi. Ecco il comunicato stampa diffuso da Gabriele Marchi del Pd lucchese in cui chiede al sindaco Pardini di condannare il suo assessore; scemo Pardini se lo farà:
Quanto scritto dall'assessore Barsanti sui social è gravissimo e dimostra, ancora una volta, i reali obiettivi di una certa destra. Barsanti si ritiene forse onnipotente e dimentica di essere l'assessore di tutti i cittadini, anche di quelli che votano a sinistra. Potrebbe ricordarglielo il Sindaco Pardini, potrebbe per una volta governare le intemperanze dei vari esponenti della sua maggioranza, potrebbe dimostrare di essere veramente "il Sindaco di tutti", ma temiamo che non si azzarderà a condannare duramente questa uscita improvvida di colui che gli ha garantito la vittoria ed ora pensa di poter dire e fare qualunque cosa.
I gruppi di opposizione hanno più volte denunciato la violenza verbale con cui, da molti mesi a questa parte, vari esponenti della destra lucchese continuano ad esprimersi sui social e sui giornali. A Pardini è stato chiesto di richiamarli ad atteggiamenti più civili e democratici, ma evidentemente il Sindaco è "moderato" solo nelle definizioni e non nei fatti, confermando quanto a destra penda questa amministrazione.
Capiamo che fra Barsanti e Fratelli d'Italia non corra buon sangue ed il post è lì a dimostrarlo, ma come Partito Democratico di Lucca torniamo a chiedere al Sindaco Pardini uno scatto d'orgoglio: dimostri di essere veramente libero di poter condannare le parole violente di Barsanti e di prenderne le distanze. Dimostri di non aver preso in giro i cittadini e che il cambiamento che ha promesso parte da un linguaggio più consono al ruolo che gli esponenti della maggioranza ricoprono.
Quando si leggono simili boiate, davvero comprendiamo il livello a cui è scesa, ormai, la Sinistra lucchese e italiana, ridotta ad appellarsi ed attaccarsi anche a un post si Instagram che, se letto bene (La sinistra, ormai sempre più lontana dalla realtà, è politicamente agonizzante. Starà alla bravura del centrodestra ucciderla definitivamente, ma per farlo occorre affrontarla e combatterla sui terreni dov’è dominante: cultura e informazione. Senza questa consapevolezza, senza volontà e senza azione, sarà solo gioia effimera) si capisce lontano un miglio che è una metafora. Al massimo, Barsanti avrebbe potuto utilizzare un altro termine, magari un demolire o un respingere o anche un distruggere sarebbero stati più consoni, ma c'è ben poco da aggiungere: chi lo conosce sa come la pensa, ma sulla sua tenuta democratica e sul suo diritto di stare dov'è, sinceramente non vediamo contraddizioni.
Ma non basta. Anche il centrosinistra in consiglio comunale ha sentito il bisogno di aprire la bocca, pardon la penna e il parto è stato il seguente:
Uccidere definitivamente la sinistra". Questo scrive l'assessore di Casapound del Comune di Lucca, Fabio Barsanti: intervengono le consigliere e i consiglieri del centrosinistra (Partito Democratico, Lucca Futura, Sinistra con Lucca, Lucca Civica-Volt-Lucca è popolare).
"Barsanti non ce la fa - spiegano -. Ogni tot giorni deve per forza mostrarsi per quello che è, pieno di rancore e risentimento nei confronti del centrosinistra. E in pieno stile Casapound si lascia andare a queste uscite gravi, soprattutto perché a pronunciarle è un rappresentante delle istituzioni democratiche che vorrebbe letteralmente annientare - eliminare - gli avversari politici, secondo la migliore tradizione autoritaria alla quale il soggetto in questione si vanta di appartenere. Qui manca tutto: la credibilità politica, il rispetto istituzionale, lo stile, la comprensione del ruolo che si riveste e anche il senso del limite.
Tra l'altro da assessore allo sport dovrebbe quantomeno ricordarsi che gli avversari si rispettano, non si uccidono: altrimenti che visione progetta col suo assessorato?
Ancora una volta attendiamo che il sindaco Mario Pardini batta un colpo e dica qualcosa al riguardo: oppure dovremmo intendere il suo silenzio come l'ennesimo strappo consumato nei confronti della città e di quei cittadini che non la pensano come lui?"
"La violenza intrinseca nel commento di Barsanti - concludono le consigliere e i consiglieri del centrosinistra in consiglio comunale - sottintende in modo neanche troppo velato la volontà di utilizzare cultura e informazione non come strumenti di crescita e di emancipazione sociale, ma come mezzi autoritari attraverso cui predominare su una controparte politica fino a ucciderla. Certi linguaggi non sono tollerabili. Non lo sono mai, non lo sono nel 2023, non lo sono alla luce del clima crescente di offese che, come opposizione, ci becchiamo gratuitamente da questo assessore e dai suoi compari. Questa d'altronde è la linea politica di questa amministrazione comunale di destra, che non fa altro che difendere e privilegiare gli amici e una ben connotata parte politica, come dimostrano le ultime vicende, consacrate nel sostegno diretto che il Comune di Lucca ha deciso quest'anno per la prima volta di dare al festival di Casapound L'Augusta".
Fabio Barsanti ha risposto con un lungo commento che qui riproduciamo integralmente:
Mi pare ovvio che quella del sottoscritto fosse una metafora. Non contro “l’opposizione”, bensì contro la parte politica che anche quando non si trovi a governare, continua a rappresentare il pensiero dominante attraverso l’occupazione, quella sì “militare”, della cultura, dell’informazione e degli apparati pubblici. Quello che proprio Valentina Mercanti definisce, in modo confuso e fuorviante, ‘pensiero unico’. Un concetto da associare non certo alla destra, bensì a quella sinistra che, da decenni, costituisce il vero potere, contro il quale è necessario acquisire consapevolezza a 360 gradi prendendo proprio esempio dal popolo che le ha voltato le spalle .
Fossi nella Mercanti, casomai, mi preoccuperei maggiormente del livello dei propri alleati in consiglio comunale; di quelli, per intenderci, che per parlare di foibe e di esodo istriano-dalmata invitano a Lucca un certo Eric Gobetti, capace di vomitare dichiarazioni come quelle che potete leggere qui sotto:
“Basovizza non è una foiba: è un pozzo minerario. Sul fatto che ci siano degli infoibati, purtroppo non ci sono prove. Io non nego che ci siano. Potrebbero anche esserci, ma nessuno lo sa con certezza. Sono state fatte ricerche nell'immediato dopoguerra dagli anglo-americani, sotto l'amministrazione alleata. Ma le hanno subito interrotte, dopo aver trovato pochissimi cadaveri, in gran parte di soldati tedeschi.”
Fossi nella Vietina, inoltre, per coerenza mi affretterei a condannare l’iniziativa di far incontrare alle scuole chi nega le foibe come questo individuo:
“Le uccisioni commesse sul confine orientale nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945 non possono essere in alcun modo considerate un tentativo di genocidio e le vittime non sono individuate in quanto appartenenti ad uno specifico popolo.”
Eh sì, proprio coloro che avevano dichiarato di voler rendere maggior onore al Giorno del Ricordo.
Guardatevi in casa vostra, che è meglio.
E il direttore (ir)responsabile delle Gazzette non poteva non intervenire a gamba tesa nella diatriba:
Non sappiamo chi sia questo Eric Gobetti se non che di Gobetti, noi, ne conosciamo solo due: il primo, Piero, è stato negli anni Venti del secolo scorso, un personaggio straordinario culturalmente e politicamente prima dell'avvento del fascismo e della dittatura. Giornalista e intellettuale di grandissimo spessore, fu perseguitato, picchiato e costretto all'esilio fino a morire in Francia a seguito delle ripetute aggressioni patite dagli squadristi. La seconda è Ada Prospero in Gobetti, sua moglie, anche lei figura notevole di intellettuale, antifascista quando essere antifascisti non era, come adesso, una moda o un vezzo quanto, piuttosto, un modo di essere e di vivere che comprendeva il rischio, costante e quotidiano, di essere uccisi.
Fatta questa breve premessa, non sappiamo se questo Eric sia in qualche modo imparentato con simili eroi della Resistenza, loro sì e di quella straordinaria esperienza politica che è stato il movimento di Giustizia e Libertà e il partito d'Azione. Non crediamo. Leggiamo da qualche parte che sia un fan di Tito e che giustifichi, dicono alcuni, l'operato dei partigiani titini durante la seconda guerra mondiale. Andrebbe ricordato a Fabio Barsanti e ai tanti simpatizzanti fascisti che ancora esistono a Lucca anche allo stadio Porta Elisa se non sbagliamo, che la Jugoslavia fu un paese aggredito, occupato e massacrato, letteralmente, prima dall'Italia di Mussolini e, poi, poiché non riuscivamo da soli a risolvere il problema, dall'intervento di un certo Adolf Hitler, che particolarmente buono pare non fosse. Legittimo, quindi, a nostro avviso, il loro desiderio di uccidere, questo sì e senza tante metafore, coloro i quali avevano occupato la loro terra e ucciso la propria gente.
Diverso è, però, il problema delle foibe nel senso che niente e nessuno può giustificare massacri o espulsioni di massa alla fine delle ostilità solo perché trattasi di persone di origini diverse. Gli italiani, al di là del fascismo, nell'Istria e nella Dalmazia ci sono sempre stati e quale sia la ferocia degli slavi lo sappiamo senza bisogno di scomodare Eric Gobetti o altri storici che, a quanto pare, vengono definiti storici non si sa bene in base a quale principio. In più, ed è Storia, che la Sinistra italiana, Carlos Vidali in testa, abbia considerato gli italiani esuli dall'Istria e dalla ex jugoslavia come dei poveri diavoli non meritevoli di comprensione e aiuto, lo abbiamo riscontrato e appurato. Alla Sinistra filo stalinista e terzinternazionalista, degli italiani che furono trucidati e spediti a calci in culo - nella migliore delle ipotesi - a casa nostra, non fregava alcunché.
Leggiamo che Gobetti sarebbe storico del fascismo. Bene, ci faccia vedere quanti libri e che libri ha scritto. Noi, che di libri sia sulla destra sia sulla sinistra ne abbiamo scritti parecchi e ne stiamo scrivendo ancora, possiamo solamente sottoscrivere le parole di Fabio Barsanti quando dice che la Sinistra, mentre la Dc occupava tutte le altre cariche dello stato, in pochi decenni ha messo le mani sull'università, sulla cultura, sull'informazione lottizzando nomine, cattedre, scegliendo professori non in base alla loro indipendenza di giudizio, ma, semplicemente, perché frequentanti associazioni legate in qualche modo all'antifascismo e alla Resistenza. Quindi, al di là della parola uccidere che poteva, senza dubbio, essere sostituita, per il resto non vediamo alcunché da condannare nelle parole di Fabio Barsanti.
Che il sindaco Mario Pardini dorma pure sonni tranquilli. Quanto alla Sinistra, con o senza, guardi Sanremo e si faccia una domanda: si rende conto di come ha ridotto questo Paese? Dopodiché si dia pure una risposta se quelli come Fabio Barsanti, forse un tantino più arrabbiati e consapevoli di altri, vorrebbero vederla sconfitta sul terreno a lei più caro e lottizzato.