Pensavo che ce l’avremmo fatta. La TV non aveva più virologi, né analisti strategici: tutti a favore delle donne, migliaia di Volunteers pronti ad andare in Afghanistan per liberarle, mandare le bimbe a scuola, far tenere gli uccellini a cantare nelle case... si vabbè in gabbia, ma… a cantare. Era ciò che ci voleva. Ne eran pieni i TG d’ogni colore. Migliaia di volontari, donne e uomini, determinati a rovesciare il regime talebano e degli ajatollah. A occupare quelle terre per decenni per cambiare il modo di pensare, magari pronti a morire, ma col sorriso sulle labbra e il sole (dell’avvenire .. e che sorge libero e giocondo sui colli fatidici di Roma) negli occhi. Bastava un paio di sunglasses. Volontari che non temevano la morte, pronti a tutto, per vincere o morire, sicuri che la vittoria sarà loro. Pronti a trasformare in lindi, democratici, politically correct, rispettosi di tutte le minoranze deboli, gli afghani e i persiani del 2500 d. C..
Ero convinto che ne sarebbero stati capaci, lo vedevo nei loro occhi, nel fervore con cui recitavano le frasi mandate a mente come un mantra. E soprattutto lo si capiva da come s’inginocchiavano.
Finalmente! Vinceremo… spezzeremo le reni… no… partiremo da campi e officine…, vabbè, diciamo che abbiamo vinto le olimpiadi di pallavolo femminile, e un sacco di altre cose. Avrebbero liberato donne e uccellini dalle gabbie e cantato saltando sui lampadari e i divani. Parlo degli uccellini, che se le donne si arrampicano sui lampadari sarebbe un caos…
Una soddisfazione sapere di poter essere utile, potevo vestire un po’ di questi volontari, ho ancora 4 bauli di scarponi, tute, magliette, cinturoni, guanti, berretti etc. .. stavolta non ce la faccio ad andare, colpito da limiti d’età … ma con i miei 4 bauli di stracci, che son pronto a tirare su in stile ungarettiano, come le 4 ossa, potevo fare la mia parte. Bello sapere che si potesse vincere senza “guns” e solo con le “roses”.
Invece nulla.
Oggi di sfuggita ci accorgiamo di un’atleta afghana alle Olimpiadi che protesta per le donne come lei, e non importa nulla a nessuno, anzi il CIO (parigino d’indole) la sanziona pure.
Poco conta se in Iran sparano a una donna che guida senza velo e la mandano quasi al creatore (Hallah? Dio? A scelta): donna al volante pericolo costante!
Nulla da dire su colei che forse è fra le migliori delle pallavoliste azzurre, sia bianca e russa: era lì per caso, avendo il difetto di non essere nera.
Non è un bel dono per le donne se diventano importanti solo se hanno un certo colore della cute, né se non ci s’inginocchia per loro se vessate da governo col quale sia meglio non incrociare la lama. O a popolo che tutto sommato, se fa saltare in aria Israele al completo, fa un piacere a chi sostiene il proprio partito.
E allora, delle donne, interessa? O conta solo poterne sfruttare il dolore a condizione consenta d’affermare la giustezza (?) del proprio credo politico, della propria struggente genuflessione?
E le donne che frequentano questi inginocchiatoi, se ne rendono conto?
E questa è la cosa più triste, a meno che non si ammetta che a chi se ne sta in Parlamento, cuccandosi vitalizi e appannaggi, di nessun problema interessi veramente, a meno che non sia utile farsene carico. Pronti beninteso a scaricarlo quando l’effetto positivo si è esaurito.