"De. Co. Lucca, ovvero come svilire il territorio e propagandare per marketing e promozione territoriale l'ennesima passerella dell'assessore o degli assessori di turno". A dirlo è il consigliere comunale del Partito Democratico, Chiara Martini, intervenuta in occasione dell'istituzione della De.Co. Lucca, ovvero la denominazione comunale di origine, cioè una certificazione del settore agroalimentare che ha la funzione di legare un prodotto o le sue fasi realizzative a un particolare territorio comunale.
"Crediamo davvero che la priorità per Lucca sia dimostrare con questo logo che un certo prodotto sia un dolce tipico lucchese? È una priorità per la comunità e per la promozione del territorio segnalare che la ricetta per la torta alle erbe, per la garmugia o per il timballo di piccione di Lucca sono idonee alla certificazione comunale? Tra l'altro, a differenza delle denominazioni protette a livello europeo, DOP IGP STG, le De.Co. vengono disciplinate a livello comunale, e sono pertanto alla portata di iniziative di valorizzazione locale di prodotti e ricette tipici del territorio, di feste e tradizioni, di produzioni tipiche: in sostanza è un logo - che per altro, quello proposto, credo non sia all'altezza della bellezza e della ricchezza culturale di Lucca - che serve giusto per produrre un po' di visibilità a favore dell'assessore di turno, facendo credere di valorizzare prodotti che in realtà sono già ampiamente valorizzati, conosciuti e amati da tutti, anche fuori da Lucca. Allora mi chiedo, non sarebbe forse più necessario e urgente strutturare politiche di promozione, programmazione e sostegno al tessuto produttivo, agroalimentare e commerciale lucchese? Nel settore delle attività produttive e del commercio i problemi sono ben altri ed è sotto gli occhi di tutti il livello di crisi che ha negli ultimi mesi chiusure delle attività, nel centro storico e nelle frazioni. Di fronte a questa urgenza gli assessori non hanno niente di meglio da fare che proporre un logo da andare a apporre sulla vetrina di turno giusto per farsi un po' di pubblicità sulle spalle delle tipicità del territorio? E ancora: quando la commissione si troverà a riconoscere il logo, chi stimolerà a presentarsi? Il dolce tipico lucchese, l'attività storica che ha già una sua connotazione ben precisa, chi produce la torta alle erbe o quella di riso oppure il produttore del fagiolo cannellino o della pesca del morianese? Facile.it! D'altronde l'amministrazione Pardini si è concentrata molto su loghi e brand che non sembrano essere così rappresentativi della città né espressione di un'idea di città all'avanguardia: Deco lucca; Lucca in maschera; Lucca magico natale; Occhio al decoro. Mi chiedo: è così che vogliamo identificare la città agli occhi del mondo? Provate a cercare la parola Mura abbinata alla nostra città su un qualsiasi motore di ricerca: viene fuori di tutto tranne quello che ha proposto l'assessore Santini, già finito nel dimenticatoio ancor prima di essere pubblicizzato. Manca una visione e allora si vanno a ripescare idee e modalità vecchie e superate, di turismo anni Novanta fuori dal tempo, di una promozione e comunicazione pre-social fuori dalla realtà, che non tengono conto né delle esigenze né della reale valorizzazione del territorio, partendo anche dalle sue bellezze: una Lucca diffusa, riprendendo quello che ha fatto la Regione a livello toscano, che merita di essere conosciuta e valorizzata non con sterili passerelle che piacciono tanto agli assessori, ma con progetti di promozione seri e concreti, accompagnati da una reale gestione di ciò che non va o di ciò che va migliorato".
"Lucca - conclude Martini - non ha bisogno di merchandising spicciolo, ha bisogno di tutela e valorizzazione, innovazione e servizi, mobilità. La notorietà di Lucca nel mondo è cresciuta negli ultimi anni per la dimensione raggiunta dagli eventi Comics e Lucca Summer Festival, non certo per Lucca magico Natale. Lucca oggi attira già molto di suo, prioritario è agire a livello di infrastrutture materiali e immateriali: la pulizia, le strade, gli strumenti di governance di alto livello integrati con la Regione, il Ministero e l'UE che portano risorse e sostengono la transizione al digitale e al green. Lo stimolo di cui c'è necessità è quello di innovarsi, tutelarsi, attestarsi su qualità, territorio , cultura, ambiente, benessere delle persone, salute. E se vogliamo fare marketing territoriale, facciamolo con una visione reale e contemporanea: facciamolo con il distretto rurale e poi proviamo ad alzarne il livello nella creazione di un distretto bio. L'ho già detto in altre occasione, ma l'assessore non mi ha mai ascoltato. Il distretto rurale c'è, è già impostato il lavoro, lasciato in eredità nel 2022. Il riconoscimento da parte della Regione di un distretto rurale della Lucchesia o della Piana, permetterebbe di allocare le risorse convogliando maggiori opportunità di finanziamento, integrando la specificità lucchese nelle politiche agricole della Regione. Ecco perché avrei investito il tempo che gli uffici del Comune devono dedicare alla De.Co. per completare il distretto rurale insieme alle associazioni di categoria e aziende del territorio che lo stanno chiedendo e che farebbe la differenza soprattutto per portare alla piana di Lucca risorse. Quello a cui assistiamo invece è una sorta di isolamento di Lucca dal mondo".