Caro direttore,
in Italia la pandemia dà segni di indebolimento. Forse vivremo meglio nel futuro anche prossimo.
Sono convinto che ce lo meritiamo. Se lo meritano soprattutto i compaesani che hanno aggiunto alla comune sofferenza sanitaria anche quella economica: non c'è stata equità. La metà degli italiani continuavano e continuano a percepire salari, stipendi, pensioni, l'altra metà nulla ha percepito da oltre un anno.
Vale la pena ringraziarli perché non sono scesi in piazza a fracassare vetrine e automobili in sosta, a tirare pietre alle forze dell'ordine, a interrompere il traffico. Hanno sofferto in dignità: io li ringrazio e appena ho potuto sono andato a pranzo al ristorante, prendendomi peraltro una cappottata di freddo dato il clima avverso (ci si è messo anche lui!).
La politica ha trovato in Draghi il soggetto (forse unico in Italia) che è riuscito a gestire sia le esigenze operative sia gli spigoli ideologici della coalizione che lo "sostiene".
L'emergenza c'è ancora, ma si stempera nell'immaginario in un futuro migliore cui gli italiani sembrano credere.
Altrove le cose vanno peggio: è andata peggio in Israele e agli abitanti di Gaza che sono le vere vittime di Hamas (terroristi secondo USA ed U.E.) e dei giochi interni all'islamismo (sunniti vs sciiti, quindi Arabia Saudita contro Iran con il consueto inserimento dell'ineffabile Erdogan, duce di Turchia).
Erdogan ha messo anche il naso nel problema dei "migranti" destabilizzando tutto quello che poteva destabilizzare. E dire che molti europei (e Italiani) si sono battuti per un ingresso della povera Turchia in U,E.
Va tuttora peggio in India con oltre 200.000 contagi e 4.000 morti al giorno.
Come sai io non sono un mondialista, credo nella doppia formula: - "prima gli italiani" che a spese e sacrifici propri hanno ricostruito questo Paese e l'hanno portato all'onor del mondo. - "aiutiamoli a casa loro": come diceva John Donne: "nessuno di noi è un'isola………Quando suona la campana ….. essa suona per te".
Per questo motivo, quando mia figlia Laura, che da decenni pratica il buddismo tibetano (quello del Dalai Lama) mi ha parlato del progetto di aiutare gli esuli tibetani in India (ivi costretti dall'imperialismo comunista della Cina) e gli indiani che vivono presso le enclave degli esuli che il governo indiano ha messo loro a disposizione, me lo sono fatto spiegare bene, l'ho condiviso ed ora, ove possibile, intenderei usare il tuo giornale per renderlo di pubblica ragione.
Una sorta di appello che si compone di due momenti, quello contingente di supportare l'evento illustrato nel Link del video. https://youtu.be/SGTB_Qkmyvo (concerto on line finalizzato all'acquisto di concentratori di ossigeno destinati all'India), quello più esteso di aderire alla raccolta fondi da destinare a bisogni elementari (pane e companatico) degli esuli tibetani in India e agli indiani che vivono nelle adiacenze delle loro enclave (meglio spiegato nel https://www.isavedalife.charity [1]).
So bene che pesanti sacche di miseria esistono anche in Italia, ma un aiuto da parte di chi se lo può permettere non esclude l'altro. "La campana suona anche per te" sia che parli italiano sia che parli indiano o tibetano.