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Garibaldi chi?
Quando ogni anno torno in Calabria, la terra di mio padre, è come se salissi sulla macchina del tempo! Tutto sembra immutato, tutto come sessant’anni fa… le stesse…

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Giocatori Flop in Serie A Esplosi all'Estero
Ogni giocatore che approda nel nostro campionato, dopo qualche giornata, ripete lo stesso mantra: “la Serie A è un campionato molto tattico”

Derubata in casa mentre era in vacanza, l'amarezza di una insegnante abitante a San Concordio
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Il centro storico ridotto ad uno... zoo: la protesta di una residente
"Mi presento, mi chiamo Angela e sono una residente di Lucca centro. Vi scrivo per dare voce e segnalarvi il degrado che ultimamente avvilisce il centro città...

Tennis moderno: come cambia il gioco, tra tornei e online
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Ripple (XRP) e Dogecoin (DOGE): gli investitori scelgono RI Mining Cloud Mining, guadagnando $25.000 al giorno
Recentemente, con il rialzo simultaneo dei prezzi di XRP e DOGE, il mercato delle criptovalute ha rapidamente riconquistato popolarità. I dati mostrano che Dogecoin è tornato al livello…

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa segnalazione diretta a Sistema Ambiente e al primo cittadino inviataci da una residente nel centro storico la quale aveva notato l'articolo con cui Tambellini si recava a caccia di rifiuti nel contado:
Il signor sindaco e Sistema Ambiente oltre a interessarsi, giustamente, del degrado dei fossi delle nostre campagne trasformate in discariche, potrebbero e dovrebbero interessarsi anche del buon decoro urbano e per fare questo non importa che il signor sindaco si sposti di molto, sarebbe sufficiente che trovasse un minuto di tempo per affacciarsi alle finestre del suo ufficio per accorgersi dello scempio che lo circonda tra rifiuti abbandonati, erbacce che crescono inesorabili ai piedi di una magnifica chiesa barocca e orinatoi a cielo aperto, bottiglie abbandonate sul sagrato della chiesa.
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Lo sapevano sin dall’inizio la zia Jessica, la nonna Elisa, il padre Stefano. Sapevano che l’inerzia dei medici, la macchinosa giustizia e la superficialità degli assistenti sociali avrebbero portato alla morte un bambino di soli 21 mesi.
Evan è morto nell’indifferenza non soltanto della società ma anche di chi la vita gliela aveva data: sua madre.
Oggi, dopo un’attesa durata oltre venti giorni, il Giudice per le indagini preliminari ha rigettato la richiesta di revoca della custodia cautelare in carcere. La donna voleva infatti beneficiare degli arresti domiciliari.
Il garantismo esige che i processi si facciano nei tribunali ma ritengo che sia inammissibile rimanere inermi di fronte ad una verità che tarda ad arrivare.
Se, come diceva Calamandrei, la giustizia si rivela soltanto a chi ci crede, voglio ripercorrere con voi le ultime settimane di vita di Evan Lo Piccolo.
Lo avrete letto la scorsa settimana sui giornali, il cuore di quel piccolo angelo ha cessato di battere a causa di una polmonite da aspirazione. Polmonite provocata dalle sevizie compiute ripetutamente dal compagno della Spatola, Salvatore Blanco.
Sevizie di cui la madre era consapevole se non addirittura partecipe.
Quale madre che pensa a proteggere e tutelare il proprio figlio si allontana dal pronto soccorso senza ritirare i documenti sanitari indispensabili per le cure? Quale madre lascia che le ferite del figlio restino infette?
Sicuramente, Letizia Spatola.
Evan Lo Piccolo è stato picchiato con il cavo della televisione “perché troppo viziato”. È stato trovato nel cuore della notte in cucina con la testa ricoperta di sangue, un taglio dietro l’orecchio mentre Salvatore Blanco – stando a quanto dichiarato dalla stessa Spatola – lo imboccava forzatamente con un cucchiaio di riso e tonno.
Quale madre può tollerare uno scenario del genere? Quale madre può recarsi in ospedale raccontando che quelle ferite il figlio se l’è provocate accidentalmente? Quale madre resta a guardare mentre il suo bambino viene ucciso giorno dopo giorno da un uomo che dice di amarla?
Evan è morto il 17 agosto del 2020. Un’intercettazione ambientale del 31 luglio dimostra come la donna, a colloquio con l’avvocato, gli comunichi di aver chiesto al pediatra di falsificare il certificato per timore che gli assistenti sociali possano “crearle problemi”. Come si può escludere la responsabilità di Letizia in ordine a questi fatti? Come si può anche solo pensare di concederle i domiciliari?
Letizia era una madre consapevole. Sapeva esattamente ciò che accadeva all’interno della sua casa. A testimoniarlo anche il padre biologico dell’altro figlio di Letizia, Giuseppe Caruso.
La notte della morte di Evan, infatti, accompagnato dal padre residente ad Avola, Giuseppe avrebbe detto al padre biologico di aver compreso da solo che Evan non c’era più. Non solo. Avrebbe anche aggiunto di aver visto Salvatore Blanco tenere Evan per il collo. Ebbene, in quell’occasione sua madre gli avrebbe detto di non rivelarlo a nessuno. Mi sfugge il diritto rivendicato da questa “madre” di beneficiare degli arresti domiciliari. 21 mesi. Il bambino aveva solo 21 mesi.
Poi ci sono i ricoveri in ospedale. Tre per l’esattezza. Frattura di un femore, della clavicola, e di più coste. Ci sono gli allontanamenti volontari dal pronto soccorso con le ferite ancora infette e c’è una segnalazione partita dall’Ospedale Civile di Noto soltanto dopo il terzo accesso. Ancora. Ci sono le intercettazioni disposte e ascoltate dopo la morte di Evan e quell’esposto per maltrattamenti caduto nel vuoto.
Scriveva Calamandrei: “per trovar la giustizia bisogna esserle fedeli: essa, come tutte le divinità, si manifesta soltanto a chi ci crede”.
Io voglio crederci ma spero che non tardi ad arrivare. I bambini non si toccano. Intanto, Letizia Spatola resta in carcere.