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Scritto da Valter Nieri
Sport
27 Agosto 2022

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Ricorrono i primi 50 anni trascorsi nel ciclismo per Stefano Bendinelli, prima come atleta, poi come direttore sportivo promuovendo con i suoi ragazzi il ciclismo a livello educativo, di maturazione ed impegno sociale. Non solo: l'attuale consigliere dell'USD Montecarlo ha ricoperto nel tempo incarichi in Federazione a livello provinciale, regionale e nazionale oltre ad essere da decenni in possesso dell'abilitazione di direttore di corsa a protezione dei punti più sensibili nelle gare ciclistiche. Cinquanta anni di attività ininterrotta con il ciclismo rappresentano un grande valore ed in questa intervista rilasciata a La Gazzetta di Lucca l'ex ciclista lucchese di 61 anni sintetizza la sua carriera soffermandosi in particolare sul concetto della maturazione sportiva ed umana dei ragazzi:
"Il ciclismo giovanile è il mio mondo. Mi piace stare a contatto con i ragazzi, aiutarli a crescere e maturare come quando correvo io ed altrettanto faceva per me il mio D.S. di allora Luigi Di Giulio, una persona che mi è rimasta nel cuore".
IN MAGLIA FANINI L'INIZIO DELLA SUA CARRIERA ED I PRIMI SUCCESSI
Il suo amore per la bicicletta nacque nei primi anni '70 sulle strade di Ponte all'Abate ai confini tra le province di Pistoia e Lucca, dove Bendinelli risiedeva ai quei tempi pur essendo di origini lucchesi e gragnanesi dove abita tutt'ora. Una passione che gli trasmise sua madre Adelaide Marchetti che andava alle corse tifando per Ivano Fanini, l'attuale patron di Amore e Vita, che nelle categorie giovanili vinceva spesso ed era un buon velocista. Ma le doti principali di Ivano Fanini erano quelle di fare il dirigente ciclistico grazie alle sue abilità nello sviluppare campagne di marketing e comunicazione, alle quali si dedicò subito dal 1969, una volta attaccata la bicicletta al chiodo. Ben presto se ne accorse anche l'allora dodicenne ragazzo di Gragnano, convinto dallo stesso Fanini nel mettersi a sua disposizione impuntando per la prima volta i pedali.
"Ivano - dice Bendinelli - era già direttore tecnico delle varie squadre Fanini e per me fu un senso di liberazione ed un crescendo di emozioni quando a Chiusi in provincia di Siena vinsi la mia prima corsa nella categoria giovanissimi G6. Ricordi bellissimi che conservo con soddisfazione. Così come per il mio D.S. Luigi Di Giulio, un tecnico che occupa uno spazio rilevante nella storia del ciclismo giovanile lucchese. Correre per le squadre Fanini era a quei tempi un merito, ma anche un grande divertimento perché nella corte Fanini, dove avevano sede le squadre ciclistiche, ogni domenica sera  atleti e dirigenti si ritrovavano per festeggiare i successi di giornata assieme ai dirigenti della famiglia che poi erano i fratelli Pietro, Michele, Brunello ed Ivano con Lorenzo, il loro genitore, addetto ad organizzare un pasta-party che finiva con uno squisito buccellato artigianale tanto buono da non invidiare il famoso "Taddeucci". Era sempre una festa. Nel 1974 il Team Fanini nelle varie categorie giovanili vantava ben 300 atleti e vinse 150 corse, un record difficilmente ripetibile per qualsiasi squadra"
Che cosa le ha dato nell'infanzia il ciclismo?
"Sicurezza di vivere, mi ha insegnato ad avere fiducia in me stesso e la forza di sopportare anche i momenti difficili"
La sua stagione migliore da ciclista il 1977?
"Indubbiamente. Correvo per il V.C. Francesco Moser, fatto nascere da Piero Pieroni, a quel tempo massaggiatore alla Filotex del campione trentino, e presieduto da mamma Adelaide Marchetti. Fu il primo dei tanti club dedicati all'iridato di San Cristóbal 77 che nacquero in Italia. Anche nella squadra presieduta da mamma c'era però lo zampino di Ivano Fanini, colui che ha fatto la storia del ciclismo lucchese e che con le sue squadre in 37 anni di professionismo ha scritto pagine indelebili a livello nazionale ed internazionale. Nel '77 da allievo di 2.o anno vinsi due corse e mi dedicai con buoni risultati anche alla pista allenandomi nella struttura di Fornacette dove si ritrovavano i convocati di Dario Broccardo. Fui considerato il miglior allievo in pista della Toscana e mi fu dato un trofeo, anche in quel caso indetto da Ivano Fanini e consegnatomi dall'allora presidente regionale F.C.I. Osvaldo Ferrini. Fino a che il V.C. Moser è stato in vita, proseguì da quel momento la sua attività abbinando il suo nome ad Ivano Fanini, il quale ne fu Direttore Generale con il ritrovato Luigi Di Giulio direttore sportivo. Nell'81, anche per l'insistenza dei miei genitori, mi ritirai dall'attività agonistica per dedicarmi allo studio di geometri all'ITC di Lucca e mi diplomai a Roma. Da dilettante di 2.a serie nella mia ultima stagione correvo nella Marelli Capobianco-Cicli Baglini ed avevo come compagni di squadra colui che battezzai come "il mio capitano" Marcello Bartalini, olimpionico della cronosquadra a Los Angeles 84, e Franco Chioccioli che passò professionista nell'82. La squadra era diretta da Franco Montanelli. Nell'82 iniziai la carriera di D.S. a fianco di Piero Pieroni nel vivaio della Gis Gelati. La bicicletta però non l'ho mai messa definitivamente in cantina e fra i ricordi più belli c'è anche il biennio che ho corso a livello amatoriale con la Cicli Carube del presidentissimo Roberto Lencioni."
"IVANO FANINI E' PER ME COME UN FRATELLO MAGGIORE"
"Ivano Fanini - prosegue Bendinelli - è per me sempre stato come un fratello maggiore, dal momento che da figlio unico non ho mai provato questa soddisfazione. Nell'83 con enorme soddisfazione feci l'esordio come D.S. in quella società ciclistica che mi lanciò da corridore ed ebbi l'onore di contribuire nel portare al successo da Juniores Rolf Sorensen, Lido del Carlo, Enrico Della Nina e Luca Rosi. Ero D.S. della Fanini assieme al grande Luigi Di Giulio, colui che mi lanciò nei primi anni di attività giovanile. Dall'84 fino al '96 ho continuato a stare con i giovani ciclisti allenando quelli della V.C. Coppi-Fanini, quando Ivano mi dette in consegna per allenamenti mirati il grandissimo Mario Cipollini. In quasi tutte le società ciclistiche lucchesi c'è stato sempre abbinato il nome Fanini ed io ne sono piacevolmente spesso stato coinvolto.
NEL '93 ASSIEME A CARLO PALANDRI FONDO' IL GRAGNANO SPORTING CLUB
Un'altra perla di Stefano Bendinelli è legata al 1993, quando assieme a Carlo Palandri, Marco Tomei e Piero Pieroni fondò il Gragnano Sporting Club, tutt'ora l'unica squadra di Dilettanti della provincia di Lucca. Una squadra che ha fatto la storia del ciclismo dilettantistico lucchese nelle categorie Elite-Under 23 tutt'ora presieduta da Carlo Palandri. Quindi dal 2012 al 2021 per lui un decennio favoloso alla corte di Ernesto Bianchi alla Ciclistica Lucchese. Quest'anno Bendinelli festeggia anche le nozze d'argento come direttore di corsa, avendo intrapreso questa attività nel 1997. Oltre a ricoprire incarichi di consigliere nella F.C.I. provinciale e regionale, dal 2001 al 2004 entrò a far parte della Struttura Tecnica Nazionale della F.C.I. sotto la presidenza di Gian Carlo Ceruti, scomparso due anni fa, come componente della commissione che si occupa delle problematiche a livello formativo delle categorie che vanno dagli esordienti ai dilettanti . Nel 2013 si è reso utile anche all'organizzazione dei campionati del mondo di ciclismo che partivano da Lucca.
"Questo grazie a Benedetto Piccinini, presidente del comitato organizzatore. A lui devo questo onore di essere stato designato fra gli addetti alla partenza, un ricordo che mi porterò dietro per sempre".
DICONO DI LUI
Pierluigi Poli, presidente del Pedale Lucchese Poli:
"Stefano Bendinelli è sempre stato disponibile con tutti coloro che hanno chiesto una sua collaborazione. Una persona preparata ed una colonna del ciclismo lucchese. Nonostante sia stato a lungo consigliere della F.C.I. provinciale non si è mai candidato per la presidenza che avrebbe sicuramente meritato. "
Ivano Fanini e Roberto Lencioni alias Carube:
"Stefano Bendinelli è tutt'ora un elemento prezioso per tutto il movimento ciclistico giovanile lucchese. Meritava di essere eletto presidente provinciale F.C.I. di Lucca, incarico che avrebbe ricoperto, senza nulla togliere all'attuale presidente Pier Luigi Castellani, con competenza e impegno. Più volte abbiamo insistito per la sua candidatura, però lui non ha accettato".
"Per fare il presidente provinciale - replica lo stesso Bendinelli - avrei voluto maggiore chiarezza e qualche assemblea dove partecipavano tutte le squadre lucchesi per stilare un programma. Ciò non è avvenuto e non me la sono sentita di candidarmi"
Dal 2018 Bendinelli fa parte del consiglio dell'USD Montecarlo presieduto da Ferdinando Di Galante, la sola società lucchese assieme al G.S. Carube che si occupa di ciclismo giovanissimi, esordienti ed allievi. Un sistema per continuare a stare con i giovani ed esercitare la sua passione. È molto importante anche il suo ruolo comunicativo amministrando diversi siti on-line dedicati non soltanto al ciclismo ma anche alle attività sociali dei comuni di Capannori, Porcari e Montecarlo.
Ma quali persone sono state più importanti nella sua già lunga carriera ciclistica ancora lontana dal dire fine?
"Sicuramente - conclude il dirigente ciclistico gragnanese che attualmente lavora come guardia giurata - la famiglia Fanini ed Ivano Fanini in particolare, Ernesto Bianchi e Mauro Devoti, il dirigente spezzino promotore del Giro internazionale della Lunigiana purtroppo scomparso due anni fa lasciando un grande vuoto. Il Giro della Lunigiana, in programma la prossima settimana dall'1 al 4 settembre e che seguirò interamente assieme alla mia mamma Adelaide che è rimasta fortemente appassionata di ciclismo, come quando nei primi anni 70 alle corse metteva l'acqua nelle borracce per consegnarla, alle corse ed ai passaggi sulla Via Pesciatina quando si allenava, a "cuore matto" Franco Bitossi".
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