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Scritto da Valter Nieri
Sport
28 Febbraio 2022

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Quando si dice che il ciclismo apre la mente degli atleti, facendoli maturare come uomini. Un caso lampante è stato quello dell'empolese Marcello Bartalini, campione olimpico nel quartetto della 100 km. a squadre a Los Angeles nel 1984. Gli anni 80 furono per lui quelli che gli dettero notorietà non soltanto a livello ciclistico, ma anche come attore teatrale, compositore di monologhi per artisti scritti anche per lo showman Fiorello e pittore le cui opere furono apprezzate dal quotato californiano Sam Francis, tanto da scrutarle con interesse nel suo studio di S. Francisco. Bartalini stava immergendosi con disinvoltura nel decennio degli eccessi stravaganti, causati da un maggior bisogno di libertà nell'epoca che ha segnato anche lo sviluppo tecnologico dei cinema dove trionfavano i primi effetti speciali, mentre iniziavano a diffondersi i primi personal computer. Strappato in età adolescenziale al basket il ciclista empolese era diventato in breve tempo uno dei migliori dilettanti italiani tanto da imporsi con la Salotti-Marelli di Meda nel 1981 nella prova unica tricolore su strada fra i dilettanti. Un successo che gli dette la consapevolezza di poter ambire ai traguardi più importanti anche se nella prova contro il tempo si esprimeva da vero fuoriclasse dando il meglio di sé sia a livello individuale che di squadra.
"Andavo forte su ogni tracciato ed anche in salita mi sapevo difendere, però a cronometro riuscivo ad imprimere una frequenza di pedalata costante grazie all'ottimo equilibrio che avevo. Con il mio ritmo vedevo il mondo sotto una prospettiva diversa e queste sensazioni me le sono portate dietro per anni, anche quando ho smesso di correre"
L'ORO OLIMPICO DI LOS ANGELES
L'exploit del ciclista empolese avvenne nel 1983 quando conquistò la medaglia d'oro a Casablanca ai Giochi del Mediterraneo nel quartetto della 100 km. assieme a Marco Giovannetti, Eros Poli e Claudio Vandelli. Diretto da Edoardo Gregori la formazione italiana superò rispettivamente Svizzera e Stati Uniti. Un anno per lui particolarmente felice anche per il successo nel Trofeo Baracchi in coppia con il varesino Giovanni Bottoia festeggiato a Pisa in Piazza dei Miracoli. Come cronoman era ormai considerato uno dei più forti in Italia e lo aveva intuito quando già a 17 anni si impose nella sua prima crono alla Lucca in Bicicletta organizzata da Pierluigi Poli.
"Ricordo quel pomeriggio quando nella sentita classica lucchese vinsi la crono-individuale con una bicicletta da ciclocross fra lo stupore generale. A quei tempi non esistevano ancora le ruote lenticolari che segnarono negli anni successivi i grandi successi di campioni come Francesco Moser e Laurent Fignon."
Ed eccoci arrivati a Los Angeles con il successo più prestigioso di Bartalini nella cronosquadra assieme a Marco Giovannetti, Eros Poli e Claudio Vandelli.
"Con i soldi guadagnati per l'oro olimpico stanziati dal Coni e dalla F.C.I. acquistai una palestra a Sovigliana Vinci. Un sogno realizzato ed un sistema di rimanere in tema sportivo anche dopo le corse. Una palestra finalizzata al potenziamento muscolare ed a migliorare la pratica sportiva. Da giovanissimo mi ero già creato un lavoro per il futuro."
Nel frattempo Giovannetti passò professionista e Bartalini assieme a Massimo Podenzana, (il sostituto di Giovannetti ndr) e gli stessi Eros Poli e Claudio Vandelli conquistò il bronzo ai mondiali di Giavera del Montello nella cronosquadra del 1985.
Intanto si prospettava per lui il passaggio al professionismo.
"Avevo dato la mia parola a Ivano Fanini che fiutava i giovani come nessun altro dirigente ciclistico italiano. Però esitai al passaggio ancora due anni preferendo continuare a correre e vincere fra i dilettanti soddisfatto di guadagnare 5 milioni di lire al mese. Ero super pagato ed a quei tempi era una cifra considerevole"
IL PASSAGGIO AL PROFESSIONISMO CON PEPSI COLA-FANINI
Ivano Fanini mantenne la promessa e nel 1988 tesserò Bartalini per la sua Pepsi Cola-Fanini.
"Ivano-dice l'ex ciclista-è sempre stato un presidente lungimirante, fra i più rappresentativi del tessuto connettivo italiano che ha sempre fuso assieme idee e risorse. In quegli anni aveva sponsor di grande rilevanza mediatica come la Pepsi Cola. La squadra era affiliata in America ma la gestiva lui dalla sua sede di Lucca. Io ho potuto continuare a vincere da dilettante sicuro che il posto tra i prof l'avevo assicurato perché Ivano ha sempre mantenuto le promesse. Ero un po' l'uomo squadra. Tiravo le volate ai velocisti e mi impegnavo per dare una mano ai campioni già affermati come G.B. Baronchelli. I miei D.S. erano Giuseppe Lanzoni, Giorgio Vannucci e Mauro Battaglini".
Nel 1989 la sua seconda stagione da prof. sempre con i colori Fanini che nel frattempo avevano come sponsor la Polli-Mobiexport. Bartalini non riuscì mai a vincere ed al termine della stagione attaccò la bicicletta al chiodo dedicandosi alla sua palestra e ad altri interessi che nel frattempo erano mulinati nella sua testa da persona imprevedibile e piena di idee qual è sempre stato.
"Le corse erano più lunghe. Le salite mi stremavano ed io mentalmente non sono riuscito ad entrare nel clima di queste gare. Non avevo più nemmeno le giuste motivazioni, quelle che ti fanno andare avanti con entusiasmo."
Attualmente sulla soglia dei 60 anni che compirà il prossimo 12 marzo si dedica alle televendite per il gruppo televisivo Quadrifoglio ed è responsabile della Comunicazione nelle stesse televendite sui canali social. Un personaggio che non ha mai avuto problemi a dedicarsi a nuove attività con successo per quella mente innovativa e creativa che ha sempre dato impulso alla sua estrosa personalità. Lui è stato uno dei tanti ai quali il patron lucchese ha sempre creduto e probabilmente sarebbe arrivato a sfondare anche nel professionismo se non avesse avuto molteplici interessi al di là delle due ruote. Un caso come altri: ciclisti di buone qualità e campioni affermati tra i dilettanti ma che sono passati professionisti grazie a Fanini. L'amicizia fra i due è rimasta nel tempo tanto che dopo diversi anni Bartalini tornò nel Gruppo Fanini nel pool dei direttori sportivi.
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