Storie già viste, percorsi già conosciuti, destini già segnati. La Lucchese 1905 che il gruppo Bulgarella aveva acquistato annunciando l'intenzione, addirittura, di arrivare in serie A - puttanate di questo livello sono, davvero, delle perle - dopo aver fatto lingua in bocca con lo sceriffo e il sindaco Pardini sempre pronti a correre un po' di qui e un po' di là per spiegare ai tifosi-elettori che tutto filava liscio come l'olio, è stata ceduta senza nemmeno una parola o anche una lettera - alla serva - con cui si descrivessero le ragioni. Certo, il patron Andrea sta male, parecchio pare, ma ciò non giustifica la presa in giro di una città intera e lasciamo stare che a sinistra di calcio comprendono quanto noi di fisica quantistica per cui alla fine i Nuovi Venuti, cordata milanese, hanno rilevato la società che, a detta di qualcuno, avrebbe debiti per oltre 1 milione e 500 mila euro, ma non hanno aperto bocca su chi provvederà a pagare quelli dei fornitori e creditori lucchesi.
Il 22 gennaio alle 16 conferenza stampa aperta solamente e giustamente alla stampa che, però, dovrà seguire le regole dettate dalla dirigenza rossonera che non ha voglia di sentire contestazioni né, tantomeno, sentirsi rompere i coglioni. Quindi, giornalisti, siete avvisati.
Il questore ha ritenuto premunirsi e chiudere l'area ai non addetti ai lavori. Solo chi è stato accreditato potrà accedere e varcare la zona. Ci saranno anche degli steward a controllare che nessuno si avvicini, tantomeno qualcuno della giunta o della tifoseria.
Dopo che Quirini è stato venduto al Milan proprio oggi, chissà dove finiranno i soldi. In sostanza la nuova società è entrata e la prima cosa che ha fatto è mettersi in cassa i soldi del miglior elemento.
Peraltro sarà presentato il nuovo allenatore, dopo che è stato silurato come era prevedibile, ma senza dirlo a nessuno, il povero Gorgone che in tutti questo mesi ha dovuto mangiare parecchia merda dimostrando di possedere carattere e umanità. Sulla panchina, da ieri, siede tale Agenore Maurizi da Colleferro, un passato tutt'altro che ricco di risultati, tra serie minori e anche il calcio a 5. Che cosa abbia fatto questa città per vedersi piovere in casa una situazione sportiva e dirigenziale come questa, davvero non si capisce o, forse, si comprende anche troppo bene.
Il signor Longo o qualche altro dei dirigenti made in Milan o giù di lì, dovranno spiegare, prima di tutto, come hanno preso la Lucchese, quanto l'hanno pagata e come, quali impegni hanno preso con i creditori-fornitori della città di Lucca che erano rimasti a (mezza) bocca asciutta fidando nelle promesse di Bulgarella. Un settore giovanile allo sfascio, una società peggio ancora, una Lucchese che stava scivolando verso l'abisso e non si comprende come possa adesso, senza soldi, uscirne, un comune che è stato preso per il culo, letteralmente, al punto di non sapere niente di ciò che stava concretamente accadendo e che si era fidato della parola di un imprenditore siciliano e del suo braccio destro Lo Faso che, poi, sono spariti secondo quanto hanno dichiarato gli stessi amministratori politici.
I giornalisti a una dimensione potranno fare una sola domanda a testa poi zitti e basta. Le domande sarebbero molte di più e dovrebbero porle anche alcuni tifosi che hanno creduto che anche gli asini volano. Invece gli asini non volano. Più.