Nelle spesso nebulose vicende dell’Alto Medioevo, spicca senza dubbio la figura di una donna di assoluto spessore nelle dinamiche di potere tra IX e X secolo: Berta di Toscana. Un secolo prima della più nota Matilde, Berta, di origine provenzale e discendete di Carlo Magno, è stata al centro di uno studio delle forme della parentela, delle regole del gioco politico e dei funzionamenti delle società altomedievali, definendo un ritratto decisivo: un punto di svolta nella stessa storiografia. La giornata di studio intitolata «Il potere al femminile», ospitata nei locali dell’Archivio storico diocesano di Lucca (ingresso da via dell’arcivescovato 45, Lucca), prende le mosse da una data simbolica: i 1100 anni dalla morte di Berta, avvenuta l’8 marzo 925 a Lucca. Ricordare Berta sarà l’occasione per discutere della sua figura, con riferimento tanto ai quadri storici quanto ai modelli storiografici, in un’ottica di storia di genere sia sociale che politica. Significherà in fondo parlare di donne e di potere e degli approcci con cui la medievistica sta osservando queste cose anche grazie all’esempio di Berta. A partire dalle ore 15 interverranno: Simone Maria Collavini (Università di Pisa); Régine Le Jan (Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne); Tiziana Lazzari (Università di Bologna); Mauro Ronzani (Università di Pisa); Paolo Tomei (Università di Pisa); Giacomo Vignodelli (Università di Bologna). Alle ore 18 è prevista la visita all’epigrafe sepolcrale di Berta nella controfacciata della cattedrale di San Martino. La giornata di studio segna una felice collaborazione tra l’Arcidiocesi di Lucca, con il suo Archivio storico, patrimonio Unesco, e le Università di Pisa e Bologna, nel giorno della festa della donna.