Che i due filassero d'amore e d'accordo da tempo immemore era abbastanza risaputo, almeno sin da quando il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro appariva sul punto di abbandonare baracca e burattini e scollinare per candidarsi a Lucca e l'attuale primo cittadino lucchese pronto a tirargli la volata e, complice l'avversione di tutti i partiti, ad essere il vicesindaco della futura giunta del cosiddetto terzo polo. Sappiamo tutti com'è andata a finire: Giorgio Del Ghingaro è rimasto dov'era e dove sta benissimo mentre Mario Pardini ha sbaragliato il campo e ha vinto senza tanti problemi.
Ecco perché l'incontro organizzato a Palazzo Sani sede di Confcommercio da Francesco Colucci di Riformisti Italiani e seguace di Matteo Renzi, e da Rodolfo Pasquini presidente Confcommercio Lucca e Massa Carrara, a tutto poteva far pensare fuorché a un dibattito all'insegna della polemica tra cugini appunto, lucchesi e viareggini.
Al contrario. I due sindaci sono andati d'amore e d'accordo scambiandosi i microfoni e alzandosi reciprocamente la palla. Giorgio Del Ghingaro, tuttavia, uno che dice quel che pensa almeno quando ritiene giusto e conveniente farlo, ha esordito dicendo senza tante perifrasi di essere profondamente arrabbiato per il trattamento ricevuto dalla precedente amministrazione comunale che, per chi non lo sapesse, era quella a maggioranza Pd con sindaco Alessandro Tambellini. Quest'ultimo, invero, un po' per questioni personali e un po' per ragioni politiche e di partito, non ha mai avuto in simpatia né, tantomeno, digerito il capannorotto signor Del Ghingaro, uno che dove si candida vince a mani basse.
A proposito della telenovela su chi dovesse candidarsi a capitale della cultura, Del Ghingaro si è detto soddisfatto di essere approdato alla finale a Roma dove, tra l'altro, ha aggiunto, i giochi erano stati già definiti, ma anche dispiaciuto per i ripetuti bastoni fra le ruote che Rambellini e Lucca gli avevano messo rifiutandosi a qualsiasi tipo di collaborazione. Per di più, ha spiegato il primo cittadino viareggino, a Roma, in quel momento, c'era ministro un tal Franceschini che di far diventare lo scapigliato viareggino, addirittura, rappresentante dell'Italia culturale nel mondo, nemmeno a pensarci. E' andata come è andata, ma sicuramente le parole di Del Ghingaro sono suonate come musica di violino alle orecchie della platea e a quelle di Pardini che non aspettava altro che di sentirsi lusingato e incoraggiato nella sua mission.
Ma prima c'era stato anche il tempo per un breve siparietto nel corso del quale Francesco Colucci che, sei anni fa, saltava come un grillo abbracciando Alessandro Tambellini dopo la vittoria elettorale per 341 voti o giù di lì, contro Remo Santini in piazza San Michele, si è fustigato la schiena e battuto il petto tessendo le lodi sperticate sia della giunta viareggina sia, in particolare, di quella guidata da Mario Pardini. Non solo. Ha anche recitato il mea culpa ammettendo di essersi sbagliato nel giudicare Santini che, a suo avviso, si è dimostrato un ottimo assessore al turismo cosa che lui non avrebbe mai pensato. E se, sempre Colucci, ha parlato con enfasi di un evidente cambio di passo nell'anno di governo cittadino rispetto al passato, Pasquini ci ha messo il carico da undici aggiungendo che di cambio si è tratto effettivamente, ma non solo di passo quanto anche di immagine e giù una bordata dietro l'altra verso la giunta rosso-fucsia ormai passata a miglior vita. Giudizio estremamente positivo del patron di Confcommercio anche per Giorgio Del Ghingaro, che in entrambi i suoi mandati da sindaco ha inserito nella giunta viareggina per ben due volte un assessore di stretta osservanza Confcommercio. Della serie, meglio di così si muore...
In prima fila, seduto e tranquillo come non mai, il presidente del comitato per le celebrazioni pucciniane, Alberto Veronesi, che dopo un esordio elettorale favorevole alla sinistra, in fase di vballottaggio si è gettato senza esitazioni nelle braccia del centrodestra riscuotendo, per questo 'tradimento', contumelie, critiche, offese e sberleffi da una sinistra nazionale e non solo che non gli aveva e non gli ha perdonato quello che ritiene un vero e proprio salto della quaglia.
Avevamo avuto persino qualche dubbio, alla luce delle spaventose critiche mosse anche a livello personale sul suo conto, sulla salute del maestro, ma ci è bastato pochi minuti per capire che tutto è passato. Del resto lo stesso Del Ghingaro, onestamente riconoscendo che, ad un certo momento della querelle, lo avrebbe costretto a dimettersi se ne avesse avuto la possibilità, ha, poi, ammesso che Veronesi, suo vecchio amico e pupillo da lui chiamato a dirigere il Festival Pucciniano durante il primo mandato da sindaco, era migliorato con il tempo come il buon vino. E Pardini ha aggiunto parole analoghe anche se, a onor del vero e come è nel suo stile, lui, contro Veronesi, non ha mai aperto bocca. E nemmeno a favore però. Almeno pubblicamente.
Ciònonostante, ormai, everything belongs to the past, e il grande successo dei concerti andati in scena questa estate ha dimostrato il buon lavoro effettuato. Così come il risultato del lavoro del comitato nell'aggiudicarsi, grazie anche all'operato di alcuni parlamentari e politici, oltre 9 milioni di euro di fondi, è stato, per il territorio, semplicemente, così lo ha definito King George, 'straordinario'. Occhio quindi al futuro e all'anno di grazia 2024 che sarà quello d'eccellenza per celebrare il grande musicista che tutto il mondo ci invidia.