Anno XI 
Giovedì 24 Aprile 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
claudio
claudio5

Scritto da aldo grandi
Cronaca
24 Luglio 2023

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Micidiali. Ciniche. A tratti anche sfrontate, ma, senza ombra di dubbio, sincere fino all'esasperazione, senza peli sulla lingua anzi, politicamente così scorrette che più scorrette non si può. In una parola solo: irriducibili. Wanna Marchi e Stefania Nobile, la figlia, la coppia più massacrata del mondo ritornata a splendere o giù di lì dopo una dura condanna per truffa che le ha condotte a trascorrere quasi dieci anni di vita dietro le sbarre o in una semilibertà che, come dice la stessa teleimbonitrice di una volta, è anche peggio: In galera si sta meglio, altro che semilibertà. La sera quando tornavo in carcere mi spogliavano e perquisivano ficcandomi perfino un dito su per il culo e vi posso garantire che non è un piacere. Io auguro la morte, ma la prigione nemmeno al mio peggior nemico.

Wanna Marchi ha 81 anni, ma il timbro della voce è lo stesso di tanti anni fa, quando gridava, strepitava, strapazzava decine di migliaia di spettatori che a lei guardavano come un profeta capace di regalare sogni e speranze altrimenti difficili da concepire. Il nostro data base - spiega Stefania Nobile - conteneva 350 mila nominativi di clienti. Vi rendete conto? Giravamo l'Italia in lungo e in larga, in un giorno potevamo anche prendere due o tre aerei per spostarci e dovunque andavamo era un successo incredibile. Incassavamo fino a 300 milioni al giorno con i nostri prodotti, le nostre creme scioglipancia e i prodotti di bellezza. Che cosa c'era di diverso rispetto a quello che accade ora? Non ci sono forse, anche in farmacia, prodotti che promettono miracoli nel trattamento della cellulite, nel far dimagrire alla svelta le persone? 

Sa qual è la differenza rispetto ad allora? - interviene la mamma - Che con Wanna Marchi non si aveva solo la sensazione di poterci riuscire, ma anche lo stimolo a provarci.

Un fiume in piena queste due donne a cui l'aver tolto dieci anni di esistenza più o meno dorata sembra aver restituito  la voglia e la grinta di tornare a urlare che, per quanto ci abbiano provato, loro sono ancora lì, ben presenti e altrettanto convinte. I coglioni vanno inculati: è questo un mantra della Wanna nazionale che non ha cambiato idea. E' sempre stato così - spiega - Ci sono sempre state persone pronte a credere e non capisco cosa ci sia di male nel fatto di proporre cose che possono trovare facile accoglienza anche in chi aspetta solo quelle per potersi muovere. Ci hanno accusato di turlupinare le persone, di aver usato il mago, il nostro Mario Pacheco Do Nascimento che, tra l'altro, non vediamo da 25 anni, Ma perché?, forse oggi i maghi sono spariti dalla circolazione? A me non sembra anzi. Guardate i rotocalchi, le Tv locali, le inserzioni pubblicitarie: i maghi esistono e fanno le stesse cose che facevamo noi, promettono soluzioni ai problemi, numeri vincenti al,lotto, ricongiunzioni familiari nonostante le corna, c'è di tutto. Eppure solo noi siamo state condannate a dieci anni di galera.

Sono passati oltre trent'anni - e che anni - dai trionfi televisivi che condussero madre e figlia alla corte di Silvio Berlusconi e di Bettino Craxi, avances, è bene dirlo subito, respinte regolarmente al mittente dalla Marchi che, però, ora, un po' si pente nonostante Stefania, riferendosi alle proprie vicende, non abbia voglia di sentir parlare di pentitismo dicendo che lei odia i pentiti che non hanno le palle per prendersi le responsabilità di quello che hanno fatto: Guardate quello che succede oggi - aggiunge - Uno ammazza qualcuno e poi chiede perdono e si pente, ma che roba è? Fanno schifo. Noi non ci siamo mai pentite. Abbiamo sbagliato, d'accordo, ma abbiamo pagato per questo e ora siamo di nuovo qui più forti e sicure che mai. Io viaggio in Lamborghini e vivo in Albania, non ho mai pianto sul latte versato e non lo farò mai. Lo dico sempre anche ai ragazzi quando mi capita di parlare con loro, che la vita va presa a morsi altrimenti è lei che ti mangia.

Bettino Craxi? - incalza Wanna Marchi - Me lo ricordo benissimo. Non era un bell'uomo, ma quando te lo vedevi davanti e ti abbracciava per salutarti venendoti incontro, beh, aveva un carisma e una personalità incredibili cui era difficile resistere. Ebbene, mi propose di fare pubblicità per il Psi, semplicemente dicendo che lo avrei votato e offrendomi 500 milioni di lire. Ci pensai su, ma rifiutai e adesso mi rendo conto che ho sbagliato. Pensavo all'epoca che accettando mi sarei messa contro tutti quelli che non votavano socialista e, invece, non  sarebbe stato così, ma ormai pazienza. Berlusconi invece lo vidi per la prima volta a Porto Cervo e fu il marchese Attilio Capra De Carrè ad avvicinarmi dicendo che quella sera eravamo invitate, io e mia figlia, a casa di Marcello Dell'Utri dove ci sarebbe stato anche Berlusconi. Andai a casa e dissi a Stefania che eravamo invitate, ma lei mi rispose di andarci da sola così, visto che, ormai, avevo accettato l'invito, mi preparai e scesi quando arrivò l'auto che mi avevano mandato sotto casa a prendermi. Una volta da Dell'Utri, mi venne ad aprire un maggiordomo in frac alto così, era un bambino e restai sbalordita. Seppi, poi, che era il figlio del padrone di casa, ma è una scena che non dimenticherò mai visto che non avevo mai visto un bimbo con il frac. Arrivò Berlusconi con il pulloverino sulle spalle, gasatissimo, si vedeva che era sicuro di sé. Mi prese da una parte e mi disse senza tanti preamboli che aveva pensato a me per la trasmissione Ok il prezzo è giusto. Disse: Chi meglio di lei può condurre una trasmissione così? Manifestai qualche perplessità, ma lui fu categorico: 'La trasmissione non ha bisogno di ritocchi, va bene così. Io ribadii i miei dubbi visto che avevo a Roma un'azienda con 92 dipendenti. Al che lui mi rispose, serafico, che non c'erano problemi: bastava andare a Roma e chiudere la porta d'ingresso dell'azienda e andare a Milano. Restai basita, fatto sta che, ad un certo punto, mi domando se quello fosse un no? Gli dissi che, purtroppo, era un no. Lui si alzò e, guardandomi, osservò che ero stata la prima persona a dirgli di no nella sua vita.

Wanna Marchi e Stefania Nobile potrebbero stare ore a parlare di quello che hanno fatto o non fatto. Il tempo passa per tutti, ma se allo specchio ciò vale per chiunque, anche per loro, per tutto il resto è esattamente come se non fosse passato nemmeno un giorno. Certo, madre e figlia hanno, adesso, una rabbia in corpo che se le porta via, ma come dar loro torto dopo quello che, più o meno giustamente, hanno passato? Vero che centinaia di migliaia di persone sono state 'truffate' con i numeri da giocare al lotto, con il sale, con gli amuleti, ma, spiegano loro, in fondo soltanto qualche decina ha fatto causa ed è stata risarcita profumatamente, tutti gli altri non hanno mosso un dito e hanno continuato come fanno ancora oggi, a salutarle e a voler loro bene.

Le parole escono dalle bocche come proiettili e sono devastanti: nessuna pietà per certi giornalisti prostituiti, a loro avviso, al sistema, per chi prima ha applaudito e, poi, negato. Avevamo - spiegano - clienti di tutti i tipi e, soprattutto, di tutti i ceti sociali e non è vero che erano ignoranti. Fandonie. Una volta la mia segretaria mi disse che all'altro capo del telefono c'era un cardinale. Un cardinale chiesi? Sì rispose. Me lo feci passare ed è vero, era proprio un cardinale, da Genova, il quale aveva già ordinato prodotti estetici in grandi quantità. Ogni volta che chiamava voleva, però, parlare con me. Alla fine gli dissi che avevo da lavorare e non avevo tempo da pardere sempre al telefono con lui. Mi disse che si era innamorato di me e che voleva vedermi. Questa era Wanna Marchi, altro che poveri ignoranti e fragili di cui ci saremmo approfittate.

Non un rimpianto, ma nemmeno un rimorso: Che senso avrebbe, adesso, dire che avremmo dovuto pensarci due volte? Noi non rinneghiamo nulla di quello che abbiamo fatto. Certo, abbiamo sbagliato, ma che senso avrebbe dirlo ogni volta? Abbiamo pagato, basta, guardiamo avanti, fermarsi e guardare indietro non ha senso. Menomale che anche lei non ci ha fatto, come fanno tutti gli altri suoi colleghi, se tornassimo indietro cosa faremmo. Che cazzo di domanda è? Indietro non si torna punto e basta. La vita è questa, prendere o lasciare e noi non intendiamo mollare di un centimetro.

Wanna Marchi, adesso, è una ottima cuoca: In realtà lo sono sempre stata (è bolognese di nascita e di crescita ndr). Solo che in carcere mi sono migliorata ancora di più, cucinavo a volte per le nostre guardie che quando arrivavano, magari, mi domandavano se avevo qualcosa di buono da portare ai loro figli. Il mio piatto preferito? I tortellini in brodo e, ovviamente, la pasta la faccio io.

Raramente si riesce a scorgere, nello sguardo di questa donna che ha superato la soglia delle ottanta primavere, ma che sente di avere ancora molto da dire e da fare, un barlume di umanità vista la carica a pallettoni da cui sembra pervasa. Eppure quando rammenta la sua storia d'amore, non quella con il marito che, per fortuna, è passato a miglior vita aggiunge, quanto quella durata 35 anni con l'unico vero uomo della sua vita che conobbe per caso in un ristorante a Spoleto. Ecco, qui sembra sciogliersi la maschera dalla guardia alzata che questa donna indossa ad ogni momento, sempre sul chi va là, sempre pronta a respingere e a ribattere. A tratti il suo modo di esprimersi ricordava, più tre decenni fa di oggi, l'atteggiamento di quel personaggio noto a tutti come Mussolini, lui romagnolo, lei emiliana, ma appartenenti alla stessa terra... del fuoco, ossia l'Emilia-Romagna. All'osservazione Stefania Nobile aggiunge che non è la prima volta che il duce viene chiamato in causa a proposito degli atteggiamenti e delle movenze materne. 

Di sicuro una cosa appare certa: queste due donne ne devono aver raccontate tante e se andate a vedere qualche video ne avrete la conferma, immagini che fanno ridere chi, come noi, ha la scorza dura o, più semplicemente, ha un bagaglio culturale tale da non farsi minimamente toccare dalle facili promesse di chicchessia. Ciònonostante hanno anche dovuto digerire parecchio fiele per come sono state messe in mezzo e spedite nel carcere della loro città. Nove anni quasi dieci gettati al cesso che nessuno restituirà loro, ma che, probabilmente, rappresentano il prezzo, giusto o non giusto non dobbiamo dirlo noi, da pagare per aver tanto gridato e altrettanto promesso senza, poi, aver mantenuto. Tuttavia e come sanno coloro che ci sono passati, solo alla morte non c'è rimedio e loro, la Wanna e la Stefania, sono ancora qui anzi, non se ne sono mai andate. Foss'anche solo per questa loro perseveranza, per questa loro visibile sfacciataggine-cocciutaggine a non voler restare indietro, meriterebbero un plauso. Perché se qualcosa della loro storia può essere utile alle nuove generazioni infarcite di Internet e influencer senza alcuno spessore e peggio dei maghi di un tempo, è, come dice Stefania Nobile, la consapevolezza e l'esempio che nella vita si può e, generalmente, si finisce per cadere, ma che quello che conta è sapersi rialzare dopo ogni caduta.

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