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Scritto da Redazione
Cronaca
07 Giugno 2020

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Intervista rilasciata dal primario del San Raffaele di Milano, prof. Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva, domenica pomeriggio su Raitre, che riporto testualmente: "Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese/inizio di giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più".

"Questo lo dice l'Università vita-salute San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo/direttore dell'Istituto di virologia professor Clementi, lo dice assieme alla Emory University di Atlanta, il professor Silvestri. Tamponi eseguiti negli ultimi 10 giorni hanno una carica virale dal punto di vista quantitativo assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese/due mesi fa. Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l'hanno fatta. Non si può continuare a portare l'attenzione, anche in modo ridicolo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri, cioè a che si auto-proclamano professori: il virus dal punto di vista clinico non esiste più".

Alla replica della conduttrice: "E' una frase molto forte quella che lei dice professore" ha sostenuto fermo: "La firmo".

Il prof. Zangrillo ha così continuato: "Sono tre mesi che tutti ci sciorinano una serie di numeri che hanno evidenza zero, che hanno valore zero: siamo passati da Borrelli, da Brusaferro, al presidente del Consiglio superiore di sanità. Tutto questo ha portato a bloccare l'Italia mentre noi lavoravamo e adesso noi, che abbiamo visto il dramma chiediamo di poter ripartire velocemente perché vogliamo curare le persone che altrimenti non riusciamo a curare. Non ce ne frega niente, né del campionato, né di dove vanno in vacanza, ma dobbiamo ritornare a un paese normale perché ci sono tutte le evidenze che questo paese possa tornare ad avere da oggi una vita normale".

Anche il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, in una intervista rilasciata alla Sette, è stato sulla stessa linea, ma ha aggiunto due cose molto importanti: "Vogliamo dire che all'interno di quelli che hanno avuto il Covid c'erano tanti che avevano anche qualcosa d'altro? Perché se noi non lo diciamo, abdichiamo il nostro ruolo di medici che è quello di fare delle diagnosi." In modo neppure tanto velato ha affermato che coloro che sono morti per polmoniti da Emofilo, da Pneumococco, da Legionella, sono andati a gonfiare il numero dei morti da Covid.

"Nel laboratorio di Brescia, il professor Caruso, con modello in vitro, è riuscito a determinare alcune variazioni che sembrerebbero dimostrare che il virus è meno aggressivo rispetto alla bomba biologica che avevamo a marzo e ad aprile". Quindi sembrerebbe proprio che la minor aggressività del virus dipenda da una mutazione, come aveva previsto fin da metà aprile il professor Luc Montanier, lo scopritore del virus del HIV e premio nobel per la medicina nel 2008.

Questi professori non sono i burocrati del Istituto superiore di Sanità o i membri del comitato tecnico scientifico pagati a sbafo con i soldi dei contribuenti messi al loro posto per parare il culo al governo. Sono due massimi esperti italiani nella cura del Covid, hanno passato giornate e nottate presso i loro ospedali e alla loro competenza hanno aggiunto anche esperienza, si guadagnano fino all'ultimo centesimo i soldi dello stipendio. Sono la gioia dei tecnici – sono una formica rispetto a loro – che hanno passato la vita a lottare contro la bovina carta, contro il proliferare degli uffici riempiti da incompetenti raccomandati che costano sangue e disastri agli italiani.

Ci sarebbero quindi tutti i presupposti per mandare al diavolo, e con secco ritardo, i protocolli pagliacci le belle parole piene di vento, i distanziamenti sociali e le sanificazioni straordinarie che tanti disastri stanno arrecando all'economia, allo sport ed all'Italia tutta. Invece cosa fa il ministro della salute del governo omaggiante il cinema muto?

Alla pagina 123 del televideo RAI, domenica 31 maggio, era riportato quanto segue: Il ministro Speranza: "Il rischio zero ci sarà solo quando arriverà il vaccino". Oltre a sparare le solite scemenze da pottaiolo – 1) il rischio zero esiste solo nella testa dei pagliacci 2) non è affatto scontato che arriverà il vaccino e se arrivasse potrebbe non essere efficace - di fronte a queste "pericolosissime" dichiarazioni dei due massimi infettivologi italiani, ha dato il via alle grandi manovre per screditare Bassetti e Zangrillo ed ha voluto rassicurare i suoi padroni che non cederà neppure di fronte all'evidenza, che sosterrà fino alla fine la necessità del vaccino, che permetterà loro di empirsi le tasche alla faccia dei morti, dei disperati, dell'economia distrutta, del crollo del PIL, dei problemi sociali.

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