Che onore! Questa mattina ci hanno svegliato, si fa per dire, inviandoci copia di un articolo apparso sul Venerdì di Repubblica, supplemento settimanale di un quotidiano decaduto che una volta era di opposizione e, adesso, non si sa bene neppure cosa è. L'autore dell'articolo il cui titolo, Ombre nere su Lucca è tutto un programma, tale Riccardo Staglianò che noi, nella nostra immensa ignoranza, nemmeno sappiamo chi sia, esordisce, addirittura, citandoci con una intervista che facemmo anni fa a Fabio Barsanti:
A domanda di Aldo Grandi, autore di una biografia di Almirante, di una fatwa contro la salute della Boldrini e direttore di La Gazzetta di Lucca, il neo-assessore Fabio Barsanti rispondeva di essere stato con CasaPound a Milano per festeggiare i Fasci di combattimento fondati da Mussolini cento anni prima... L'intervista, impeccabilmente titolata 'Fabio Barsanti fascista senza e e senza ma', è dell'8 aprile 2019 ma non si trova più sul sito che la ospitava. Verosimilmente tolta per non gettare un'ombra nostalgica sulle ambizioni istituzionali del fondatore di CasaPound nella cittadina toscana.
Siamo sinceri, ma saremo brutali. Non avremmo nemmeno risposto o scritto una riga per contestare/criticare/commentare un articolo che rispettiamo nei contenuti, ma che puzza del solito antifascismo rabbioso, acido e ridicolo tendente a voler diffondere una immagine della città che non solo non esiste e non è vera, ma che, a nostro avviso, danneggia profondamente sia questa giunta, sia il sindaco Mario Pardini, sia tutti i lucchesi che non hanno assolutamente bisogno di patenti o salvacondotti in odore di antifascismo, ma devono essere semplicemente orgogliosi di ciò che sono e di ciò che fanno.
Se replichiamo, sia pure indirettamente dopo aver scritto via whatsapp all'autore con il nostro inconfondibile e proverbiale stile impregnato di diplomazia e francesismi, è perché egli ha volutamente insinuato e diffuso un messaggio che non corrisponde a verità e che dimostra, inequivocabilmente, la malafede di chi lo ha redatto.
Da quanto ha scritto Staglianò, noi avremmo volutamente eliminato l'intervista per non arrecare danno a Barsanti e alla sua carriera politica. Stronzate galattiche. L'articolo, purtroppo, è stato eliminato insieme a tutti quelli scritti e pubblicati dal 2011, anno di fondazione della Gazzetta di Lucca e il 2019-2020. Se qualcosa resta, è perché Google lo ripesca automaticamente per i due ultimi anni, ma senza immagine e senza l'indice delle visualizzazioni ottenute.
Se solo Staglianò, invece di insinuare e supporre, ci avesse contattato, gli avremmo spiegato che mantenere un archivio così esteso come quello di quattro giornali ci sarebbe costato circa 400 euro al mese. Così, rinnovando il tutto, abbiamo evitato di spendere più di quello che potevamo. Noi non siamo Repubblica e non abbiamo soldi oltre a non percepire contributi pubblici.
Figuriamoci se chi scrive, inoltre, cultore da sempre della memoria e della identità collettiva singola, avrebbe distrutto e rimosso gli articoli di un giornale on line che hanno avuto il pregio di farlo diventare un fenomeno nell'informazione nazionale con risultati e visualizzazioni oltre ogni speranza iniziale.
Il Venerdì di Repubblica, invece, giornale radical chic-choc diffuso tra le classi verniciate di rosso della capitale e delle metropoli aggrovigliate su se stesse e lontane anni luce da esigenze e bisogni elle periferie, ha ritenuto di dover sputtanare un giornalista aggiungendo, poi, autore di una biografia di Almirante. Cosa c'entro questo con la fatwa alla Boldrini e l'intervista a Barsanti oppure con la presunta e volontaria rimozione dell'articolo? Ve lo diciamo noi: un cazzo. Ma tutto fa brodo.
A noi non hanno insegnato, ma lo abbiamo imparato da soli, che quando si scrive di qualcuno, bontà e intelligenza vorrebbero che se ne conoscessero, almeno, le, si fa per dire, coordinate geografiche. Ebbene, Riccardo Staglianò la biografia di Giorgio Almirante edita da Mondadori e poi da Diarkos l'ha mai letta o anche soltanto sfogliata? E sa che oltre ad Almirante Aldo Grandi ha scritto di Brigate Rosse, Potere Operaio, fascismo e altro ancora? E questi libri li conosce?, sa della loro esistenza?
Che dire? Ci verrebbe da piangere, ma evitiamo consapevoli che le lacrime vanno versate per motivi molto, ma molto più seri. Quello che ci basta e che conferma un pensiero sempre avuto e cioè che ci sono giornalisti che scrivono, scrivono, scrivono, scrivono, ma scrivono cosa?