Dal 2011 al 2013 Roberto Vannacci ha coronato quello che era il suo sogno di giovane ufficiale fuoriuscito dall'accademia militare: diventare non solo un incursore, ma arrivare a comandare il 9° Reggimento d'assalto paracadutisti 'Col Moschin', l'unità di élite dell'esercito italiano. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e Vannacci, oggi generale di divisione ed europarlamentare della Lega, non ha voluto far mancare né farsi mancare l'affetto che riversa e da cui è accolto ogni qualvolta mette piede alla caserma Vannucci a Livorno frazione Ardenza. E lo ha fatto, oggi, per una occasione speciale, ossia il cambio del comandante, una cerimonia particolare che, per i reparti speciali del Nono rappresenta una sorta di vetrina con cui mostrarsi e mostrare al pubblico l'orgoglio e il senso di appartenenza alle forze armate italiane e alla patria.
Vannacci, giunto alla Vannucci in compagnia di Massimiliano Simoni, paracadutista in congedo e suo attuale collaboratore, è stato accolto da quella che, a tutti gli effetti, può essere considerata una famiglia, la 'sua' famiglia, quella repubblica degli incursori che i politici si guardano bene dal frequentare o dal riverire salvo, poi, chiederne l'aiuto e l'intervento quando non sanno a che santo votarsi e ne hanno bisogno.
E' stata una manifestazione toccante, con l'europarlamentare unica autorità politica presente ad un evento che avrebbe meritato, di questi tempi, ben altra partecipazione istituzionale.
Proprio nel giorno in cui il giudice della procura militare di Roma ha disposto la cosiddetta imputazione coatta nei confronti di Roberto Vannacci per il reato di diffamazione a mezzo stampa nonostante la procura militare avesse chiesto l'archiviazione del procedimento.
L'imputazione coatta viene disposta con una ordinanza del giudice. Non si tratta, tecnicamente, di un rinvio a giudizio ma obbliga la procura, che aveva chiesto l'archiviazione, a chiedere per gli indagati il rinvio a giudizio. A stretto giro viene nominato un nuovo Gup che fissa una seconda udienza preliminare al termine della quale il generale sarà prosciolto dalle accuse o rinviato a giudizio.
Vannacci, tuttavia, si è mostrato assolutamente sereno e fiducioso nei confronti della magistratura militare e, a Livorno, ha trascorso una giornata insieme a colleghi e amici. Lontano dai veleni che, puntualmente, intellettuali debosciati, giornalisti invertebrati e politicanti da strapazzo gli versano ripetutamente addosso. Può un incursore tremare per questo? No che non può.