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Scritto da gina truglio
Cultura
18 Maggio 2023

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C’era tutta la Lucca che gli voleva bene ieri sera al Teatro del Giglio a salutare Vincenzo – Enzo - Placido, insieme a gran parte della sua famiglia arrivata da tutte le parti d’Italia.  Una figura troppo importante per tutti, che andava degnamente ricordata: ex assessore del comune di Lucca, collaboratore del ministro Moratti nell’anno 2003-2004, vicepresidente dello stesso teatro, e poi professore di italiano e filosofia, vicepreside e preside e non ultimo scrittore, marito, padre e incredibile nonno amorevole. Vincenzo Placido era nato a Lucera in provincia di Foggia, ma la vita l’aveva portato a Lucca, città a cui lo legava un amore profondo e incontrastato.

Una Lucca che si è stretta intorno alla moglie Rosaria, al figlio Beniamino, ai nipoti Vincenzo, Margherita e Samuele, ai quali il nonno Enzo ha dedicato il suo ultimo libro – perché amino la poesia - Zvani il fanciullino di casa Pascoli” edito da Tralerighe Libri, la casa editrice lucchese di Andrea Giannasi.

Una Lucca di parenti che non potevano mancare a questo abbraccio speciale, al quale si sono uniti cari amici, oltre che studenti e politici, perché come ha ricordato Donatella Buonriposi, responsabile dell’ufficio provinciale scolastico territoriale, nonché cara amica, Vincenzo Placido oltre che un insegnante di italiano e filosofia, era anche un politico buono, che non serbava rancore.

Un palco semplice ha fatto da scenario ad una tavola apparecchiata con una tovaglia bianca, dove, seduto su una sedia di paglia, il celebre fratello, attore e regista Michele, ha voluto salutare il fratello scomparso improvvisamente nel febbraio 2021 per un malore, senza poter partecipare al suo funerale a causa del Covid. Per tutto lo spettacolo hanno fatto da sfondo le musiche di Gabriele Levrini (chitarra) e Ugo Menconi (fisarmonica) intercalando i racconti e le poesie e anche i pensieri sciolti, dei fratelli, tra cui il maggiore, l’attore Gerardo Placido e della nipote Violante, figlia di Michele. Emozionanti anche i due bambini, Margherita Placido e Pietro Bianchi, che hanno “recitato” in apertura un racconto del libro.

Impossibile non capire, proprio dalla bravura di tutti gli interpreti, quanto Enzo Placido abbia amato Giovanni Pascoli, il poeta che come rifugio dell’anima, scelse insieme alla sorella Mariù, la casa con l’altana di Castelvecchio Pascoli da cui poteva godere il doppio tramonto dal Monte Forato. Rifugio che adesso è diventato un museo, dove il professore Placido portava spesso i suoi studenti. Un amore accomunato un po' dalla stessa sorte perché anche i fratelli Placido persero il padre molto giovani.

Il fratello Michele, ad un certo momento, interrompendo la recitazione, si è rivolto a tutto il teatro, complice il buio confidenziale della platea e dei palchi, e con parole scaturite dal cuore ha raccontato di questa grande passione di Enzo per la poesia e per il celebre poeta, di quante volte lo avesse portato a Castelvecchio Pascoli a vedere la casa. E poi ha ricordato commosso l’amore per Lucca, la sua città di adozione, che adesso come ha salutato alla fine il fratello Gerardo “E’ cosi strana senza di lui”.

Ma oggi, come ha raccontato commosso il figlio Beniamino: “Mio zio ha voluto mantenere una solenne promessa fatta proprio due anni fa, cioè venire a Lucca a salutare, recitando nel teatro della città tanto amata dal fratello, e per questo gliene sono infinitamente grato”.

Ricordi che hanno fatto emozionare tutti con le parole delle poesie di Giovanni Pascoli riportate nel volume: dai versi di “Valentino”, quasi cantati dal piccolo Zvani, che il Pascoli sente arrivare da fuori in una fredda notte di gennaio del 1912 e che si incontra magicamente con il poeta ormai anziano che commosso ricorda la sua fanciullezza, privato troppo presto della figura paterna, ucciso per gelosia del suo incarico di Amministratore dei principi Torlonia e  che lasciava a casa nel “Nido”, otto piccoli figli.

Momenti strazianti per un bambino, fissati potentemente tanti anni dopo nella poesia dellaCavallina storna… che portava colui che non ritorna”. Una poesia questa raccontata o meglio recitata dall’attore Michele Placido insieme al fratello Gerardo, che con il suo portamento ci ha tanto ricordato Enzo. Applausi scroscianti, affettuosi e commossi hanno intercalato tutta la serata a testimonianza dell’emozione e di quanto fosse ancora vivo il ricordo di Enzo Placido.

E poi i racconti, letti dal giovane attore Armando Granato che lo stesso Michele Placido ha ringraziato chiamandolo accanto a sé sul palco per la condivisone magistrale delle letture del libro.  

Infine è salita sul palco la bravissima figlia di Michele, Violante Placido, che ha regalato alla sala il suo ricordo commosso dello zio Enzo, leggendo prima la struggente poesia del Sogno della vergine” e poi ricordando la dolcezza e l’affetto che le veniva riservato fin dal momento della prima colazione, quando veniva a Lucca a trascorrere un po’ di tempo con il cugino Beniamino con il quale è cresciuta e legata da un sincero affetto.

Violante ha anche dedicato allo zio scomparso una bellissima canzone di De AndréAmore che vieni, Amore che vaie sulla scia della sua bellissima voce, sono saliti sul palco cari amici nonché esponenti istituzionali.  

Ospite d’eccezione il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, che ha dedicato a Vincenzo Placido un affettuoso ricordo fatto di militanza politica onesta e sincera.

Il sindaco di Lucca Mario Pardini che ha sottolineato quanto la sua nomina a sindaco fosse dovuta in gran parte proprio a Vincenzo Placido per l’amicizia e stima che li legavano e per ricordare la sua presenza fondamentale alla città, ha donato al fratello Michele una targa in ricordo della serata. 

C’era anche la responsabile dell’ufficio provinciale territoriale scolastico, Donatella Buonriposi che a sua volta ha donato all’attore e fratello Gerardo Placido una targa, e poi tutti gli interpreti insieme alla seconda moglie di Michele Placido, Federica Vincenti, cantautrice, musicista e produttrice cinematografica teatrale e il presidente del Teatro del Giglio Giorgio Lazzarini.

Gli applausi finali hanno stretto in un grande abbraccio il figlio Beniamino che commosso e più volte bloccato dalle lacrime ha salutato l’amico - e non il sindaco Mario Pardini -, gli amici storici e fraterni che affollavano la platea, l’amministrazione comunale tutta della quale lui ne è parte integrante e fondamentale come capo di gabinetto, i figli, la mamma, la suocera e la moglie, Tamara Lorenzoni, a cui sono dovute le due copertine del libro.

Una bella serata che ha davvero uniti tutti e alla quale unisco il mio ricordo personale fatto del nonno Enzo, sempre alla ricerca di libri per i suoi nipotini, al quale mi avvicinai la prima volta un po' titubante per quell’aria distratta e burbera, ma che invece scomparve subito lasciando il posto ad una grande stima e tanto piacere per aver conosciuto una persona davvero speciale e di enorme spessore culturale.

Foto Alcide

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