Marco Pesi e Stefano Vinci del negozio di piazza Bernardini hanno riaperto in totale sicurezza, attenti ai minimi particolari, alla sanificazione e alla presenza di prodotti detergenti nel locale. Per loro come per tutti due mesi di lockdown sono stati devastanti, ma, si domanda Marco Pesi: "a un senso pensarci e rovinarsi il fegato?". No, ha ragione lui, non ha senso anche se la rabbia e l'amarezza sono tante. Se si pensa a quanto lo Stato devolverà alle aziende, a fondo perduto, viene da ridere, ma anche in questo caso è meglio evitare di farsi delle iniezioni inutili di cortisolo e guardare con fiducia ai prossimi mesi: "Bisogna pensare positivo - dichiara Stefano Vinci - e noi siamo qui per questo. Servono ottimismo e voglia di ricominciare, fermarsi alle critiche non serve a niente e a nessuno. La città si stringa su se stessa e cerchi di uscire da questa situazione. Siamo tutti o quasi sulla stessa barca, ma non siamo ancora affondati e non affonderemo. Noi siamo qui ad aspettare i nostri clienti. Loro non ci hanno mai tradito".
Alessandro Innocenti è arrabbiato, come non esserlo?, ma anche lui è ben consapevole che non c'è alternativa: "Bisogna andare avanti, riaprire e ripartire. Vedremo, poi, cosa succederà. Se sono incazzato? Certamente. Credo che gli italiani fino a quando avranno latte e pane non protesteranno, ma prima o poi finiranno anche quelli e allora la gente prenderà il badile e scenderà in piazza. Comunque avanti, non si può fare altrimenti. E speriamo che gli statali ci vengano a dare una mano visto che potranno comprare soltanto loro per un periodo".