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Scritto da aldo grandi
Enogastronomia
22 Settembre 2023

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Siamo sempre stati innamorati dell'Ile de Beauté, l'isola che i greci denominarono Kallisté, la più bella. Dal 1991 non perdiamo una stagione per farvi una scappata più o meno fugace e ogni volta è come se fosse ancora la prima. Quest'anno, tuttavia e sulla scia di quanto accade da almeno cinque o sei anni, ci siamo resi conto che i corsi devono essersi bevuti il cervello o quasi. Perdonateci l'ardire, ma mai come questa volta ci siamo scontrati con un carovita pazzesco rispetto a quello cui siamo abituati in Italia. Perfino la Versilia senza toccare, ovviamente, il top, potrebbe convenire a chi sceglie di trascorrere le vacanze al mare. Certo, spiaggia e limpidezza delle acque sono impareggiabili, non esiste affollamento anche nel mese più caldo ossia ad agosto, ma è indubbio che, a cominciare dal traghetto, chi decide di attraversare il mare per recarsi a Bastia deve fare i conti con la necessità di possedere un bel gruzzolo. Se, ovviamente, vuole fare una vacanza degna di questo nome. Se, poi, si accontenta di dormire e mangiare quel che capita, allora può ancora sopravvivere.

Se si pensa che un piatto di linguine ai frutti di mare lo abbiamo trovate, giù al porto di Portovecchio, a 29.5 euro... Ma al di là del prezzo la pasta è un piatto che conviene cucinarsi a casa propria se si ha o si sta in un appartamento. Sì perché i corsi non la sanno proprio fare. A Bonifacio, nella piazzetta in cima al paese con vista fantastica sulle Falaises, offrono un piatto di gnocchi ai tre formaggi - da noi siamo abituati ai 4 formaggi chissà perché solo tre - che, con le aubergine à la Bonifacienne, un assaggio di affettati - appena qualche fettina di salame, prosciutto e lonza - una patatina fritta e un tirmai su costano la bellezza di 72 euro: una follia per aver mangiato ad un livello qualitativo così scadente che può andar bene sì e no per dei turisti senza identità gastronomica e nemmeno geografica.

Una sera sulla spiaggia di Tarco, ristorante La Taverne, anche pizzeria, vai con una margherita senza infamia e senza lode e due moules frites ossia cozze al roquefort con patatine fritte, piatto tipico della Corsica e uno dei più goduriosi. Una birra e acqua oltre a una coca e vai con altri 74 euro. In sostanza con 25 euro a testa una portata e niente di più. 

Identico discorso due sere dopo a Portovecchio, su in alto, vicino alla rocca: bel posticino, caratteristico, burger con pommes frites, anche qui 75 euro e nessun godimento particolare. Un hamburger si trova facile facile anche in Italia e non costa così. 

L'unico posto dove, pur spendendo la stessa somma, ossia tra i 70 e gli 80 euro per tre persone, la soddisfazione è stata maggiore, è in un locale lungo la strada che da Bastia conduce a Portovecchio e dove ci siamo fermati sia all'andata dopo lo sbarco sia al ritorno prima di salire nuovamente sul traghetto. Si chiama A Piazza e anche qui un bell'hamburger con 180 grammi di carne (steak boeuf/figatellu), fromage de chevre panné, confit d'oignon et frites maison. Costa poco più di 20 euro, ma li vale. Invece gli spaghetti al pesto non sapevano di niente e il pesto è lontano anni luce da quello genovese o similare. Sopra la pasta una burrata nuda e cruda, che non dà alcuna aggiunta alla portata. Niente pasta, lo andiamo dicendo da anni, a queste latitudini.

Già, però c'è il mare, meraviglioso. La spiaggia di marina di Pinareddu o Pinarello è stata completamente ripulita dalle alghe che l'avevano invasa ed è stupenda. Gli acquitrini alle spalle, testimonianza di una natura predominante, sono ricchi di acqua che arriva dal mare attraverso il solito canale. Fauna e flora meravigliose. La Corsica vale anche i prezzi salati quando ci si trova di fronte ad un simile paesaggio. O, almeno, così si dice quando non siamo ancora seduti al tavolo.

In realtà anche al supermercato i prezzi sono salatissimi se si pensa che una bottiglia di vino corso costa non meno di 9-10 euro se si vuole un vino di un certo livello, nemmeno, comunque, comparabile ai nostri. Sono vini leggeri, gradevoli, che con il caldo e se ghiacciati, si fa per dire, vanno giù che è un piacere senza causare danni irreparabili. Va molto il rosato e la ragione è semplice: merita realmente l'acquisto e la degustazione. Così come il passito. 

Per il resto il osto del cibo è superiore ai nostri supermercati anche se non si può negare che tutto sia disponibile e la Corsica ormai a tutti gli effetti un'isola assolutamente al passo coi tempi. Almeno in prossimità della costa. 

Non esistono stabilimenti balneari e qui la Bolkestien non la conosce nessuno. A le Tiki, bel posto di un certo livello, mangiare costa uno stonfo e a settembre, due lettini pieds dans l'eau per mezza giornata costano 50 euro ombrellone compreso. Certo, molto meno che in Versilia, ma sempre tanta roba. Diciamo che i corsi sfruttano al massimo i pochi mesi della stagione estiva perché, dopo, non c'è trippa per gatti. Peccato che, così facendo, acchiappano il turista una volta ed è difficile che ci rimetta piede l'anno successivo. Basterebbe guardare gli affitti: pazzeschi.

Alla fine, la cena migliore è stata quella a casa dei custodi del faro, Antonietta e Franco Zucca, una coppia di persone magnifiche che vivono a Santa Lucia di Portovecchio da 40 anni provenienti dalla Sardegna e, in particolare, dalla zona di Orosei. Senza di loro il residence Marina di Pinarello sarebbe ben poca cosa. E adesso c'è anche l'erede, il figlio Samuele, una roccia, ottimo cacciatore di cinghiali e ragazzo cresciuto in mezzo alla natura e senza tante seghe. A proposito, a queste latitudini il mondo non è ancora alla rovescia come in Italia e nel resto del continente, ma il rischio è che il 'contagio' arrivi, prima o poi, anche qui. Bistecche Tomahawk cioè un grosso taglio di carne che si ricava dalla lombata di manzo, alla quale non si taglia via la costola che, pulita da grasso e cartilagini, può arrivare a misurare ben 30 centimetri. Nel forno di casa Zucca prima sono entrate le bistecche, ma prima ancora il maialino da latte e, da ultime, qualche pizza tanto per gustare. Vino della famiglia e il sapore oltre al retrogusto sono ottimi. La notte, infatti, dormiamo come pascià. 

Se il paradiso esiste, in qualche modo deve rassomigliare a questi luoghi, verdi e fioriti, con il cielo che si accoppia con il colore del mare e i monti poco distanti. Pensare che tra il centro montuoso della Corsica e le spiagge la distanza massima è di appena 70 chilometri. Una inezia in linea d'aria. Meno se percorsa in auto per via delle troppe curve. Di sicuro chi ama la libertà e lo spirito selvaggio non può non innamorarsi di questa isola. Peccato che il viaggio in traghetto è ai limiti del proibitivo soprattutto se si parte e si ritorna di sabato. Meglio durante la settimana, ma gli affitti, purtroppo, vanno proprio da sabato a sabato o, al massimo, da domenica a domenica. Tra Moby Lines e Corsica Ferries abbiamo sempre preferito la seconda per via di un servizio e di una qualità migliore, ma il costo è decisamente superiore. In entrambi i casi, comunque, spendere a bordo è un gettare i soldi nel cestino perché tutto ha un prezzo elevato e anche al self-service si spende un bel po' anche se meno che nei ristoranti dell'isola.

Comunque sia e vista la vicinanza, appena quattro ore di viaggio - non c'è collegamento aereo da Pisa, forse solo da Roma per Figari - permette un approccio abbastanza semplice per cui Bonifacio, ad esempio, ma non solo, merita ogni tipo di sacrificio pur di essere visitata. E' meravigliosa con le sue scogliere a picco sul mare rosicate dal vento e dal mare e con le case che sembrano e sono sospese nel vuoto. Uno spettacolo unico. C'è un albergo stupendo, almeno come posizione, proprio a Bonifacio con vista sulla Sardegna e sulle Bocche di Bonifacio: è il Santa Teresa Hotel ristrutturato di recente. Prima o poi ci pernotteremo, costi quel che costi, ma da lassù il panorama è davvero eccezionale.

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