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Scritto da Redazione
L'evento
13 Marzo 2022

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Al Circolo dell’Unione di Lucca, il 12 marzo si è svolto un incontro per ricordare la figura di Falco Accame ammiraglio, Deputato della Camera, scrittore e strenuo difensore dei diritti dei militari e dei marittimi. È stato il figlio Carlo a narrare la sua vita e i suoi contributi alla vita pubblica della Repubblica.

Falco Accame iniziò i sui studi agli Scolopi a Fiesole, poi al Collegio Morosini e infine all’Accademia Navale. Partecipò alla terribile battaglia di Cassino -di cui non volle mai raccontare l’esperienza- continuando con le operazione di sminamento dei mari italiani. Durante quel periodo di comando, brevettò il metodo di sminamento FA tuttora in uso nelle marine della NATO. Durante il comando dell’Indomito si scontrò con i vertici della Marina per la mancata tutela dei sottoufficiali che non trovavano alloggio durante un lungo periodo di revisione della nave.

Dimessosi, denunciò le condizione del personale di bordo in una lettera aperta al Corriere della Sera. Dal dibattito che ne scaturì gli venne proposto di candidarsi per il Partito Socialista Italiano nel collegio Ligure. Diventò Presidente della Commissione Difesa della Camera e presentò numerose proposte di legge per la riforma del servizio di leva e dei servizi segreti.

Craxi gli propose di diventare Ministro della Difesa in cambio dell’abbandono delle critiche ai vertici delle Forze Armate e al complesso militare/industriale. Il suo rifiuto gli costò una progressiva emarginazione dal partito.

Continuò la sua lotta in difesa dei diritti dei militari creando l’Associazione ANAVAFAF, in particolare cercò di difendere i militari che avevano ricevuto vessazioni ingiuste dai vertici e si batte per tutelare quelli che si trovarono ad operare in zone dove era presente l’Uranio impoverito.

Durante tutta la sua vita non ha mai cessato di studiare e analizzare la natura della strategia. La sua essenza fu individuata in tre fattori: la creazione di una sorpresa, il cogliere i desideri inconsci del nemico e l’uso della parola. La strategia nasce da questo connubio.

Carlo Accame ha poi continuato proponendo una lettura di questa visione della “strategia” alla guerra in Ucraina costatandone la sua assenza. Probabilmente invece di analizzare la possibile reazione e desiderio della popolazione Ucraina, Putin si è autoconvinto dal suo stesso desiderio di ricreare quello che aveva compiuto in Crimea. Questo desiderio non gli ha fatto leggere una realtà diversa di una popolazione non contenta o supina ai sui disegni di espansione imperiale.

Altro tema proposto è stato quello del caso dei Marò sul quale Falco Accame è intervenuto più volte ponendo numerose questioni: perché l’allora Ministro della Difesa concesse la protezione militare permanente alle navi mercantili italiane, quando, tutti gli altri paesi utilizzavano dei “contractors” privati? E prosegue domandandosi perché gli armatori italiani pagavano il Ministero della Difesa meno di quello che avrebbero pagato per l’impiego di personale privato a difesa delle navi? Perché è stato scelto un corpo di élite di assalto invece che la polizia militare, più adatta a compiti di sorveglianza e di repressione del crimine? Come mai i Marò non hanno ricevuto un addestramento adeguato per le nuove funzioni ne l’equipaggiamento necessario come telecamere per riprendere eventuali incidenti e fucili a puntamento a scarto? Infine come mai l’Italia non ha rispettato l’impegno di svolgere in patria il processo, nonostante le reiterate promesse all’India ed in sedi internazionali?

L’ultima questione trattata è stato il caso Ustica in cui la narrazione utilizzata e prevalente è stata quella di una guerra aerea. Questa narrazione ha permesso di coprire numerose responsabilità: quelle dell’Itavia, quelle della Marina Militare per il ritardo di sette ore nel soccorso marittimo dopo che un aereo militare Breguet Atlantic  avvistò l’aereo dell’Itavia a pelo d’acqua con persone ancora in vita nella vicinanza della carlinga. Come anche le mancanze emerse nel tracciamento degli aeromobili al centro di controllo del traffico aereo di cui l’Aereonautica Militare era responsabile. Infine se l’aereo fosse stato effettivamente colpito da un missile, come sarebbe stato possibile trovare la carlinga dell’aereo in gran parte integra? Se un missile avesse abbattuto l’aereo i suoi resti si sarebbero sparsi un miglia di pezzi in un raggio amplissimo, a meno che non fosse stato colpito da un missile di latta!

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