Unica. Irripetibile. Irraggiungibile. Una simpatia senza confini e la capacità, realmente percepibile, di attrarre più e meglio di una calamita. Una energia inesauribile, proprio come una batteria senza tempo. Questa, all'età e nonostante i suoi 82 anni, è Mara Maionchi, sposata con Alberto Salerno, paroliere e autore di testi di canzoni straordinarie, mamma di Camilla e Giulia e nonna di tre nipotini. E' stata Franca Dini a condurla per mano, si fa per dire, ieri sera al Bagno Biondetti ViennaLvce sul viale Roma a Focette, Marina di Pietrasanta, dove, per un'ora e al tramonto, ha incantato tutti con battute, aneddoti, riflessioni e considerazioni che avevano, in comune, l'incredibile evidenza della saggezza e del buonsenso. E non basta nemmeno scomodare la vecchia canzone di quell'esempio di longevità musicale che risponde al nome di Rita Pavone, Come te non c'è nessuno, per sottolineare che è una fortuna poterla incontrare e, come nel nostro caso, dialogare con lei vis à vis per oltre 60 minuti di autentico arricchimento umano e culturale.
Del resto, sarebbe sufficiente la risposta piovuta dal pubblico alla domanda, rivoltale volutamente e provocatoriamente, del perché sia così amata da tutti. Perché è vera e con queste parole si può anche tirare giù il sipario. Una donna di indubbio talento, sia nel rintracciare talenti musicali per gran parte della sua esistenza sia nel saperli inseguire e motivare fino alla loro esplosione, che, però, all'età di 82 anni riesce ancora a stupire e a bucare, letteralmente, il piccolo schermo ogniqualvolta ci compare: c'è poco da fare e altrettanto da dire, Mara Maionchi è un esempio di iperattivismo bagnato una ricca dose di semplicità e di incredibile sincerità. Ogni cosa che dice, per come la dice, appare sempre più in là e più in avanti di tutto quello che riescono a dire gli altri. E non è un caso che registi e autori di programmi televisivi, ogni volta che scelgono di dare vita ad una nuova trasmissione o a proseguire con quelle già esistenti, possono fare a meno di molti, ma non di lei che, infatti, anche a partire da settembre sarà nella giuria di Italia's Got Talent insieme all'esilarante Frank Matano e a due new entry, Elettra Lamborghini e Khaby Lame, l'influencer più noto al mondo, che noi, però, nella nostra crassa ignoranza di cui, adirla tutta in questo caso ci vantiamo, nemmeno sapevamo chi fosse.
Reduci dall'aver acquistato alla libreria Ubik di via Fillungo un introvabile, edito nel 2016 da Baldini&Castoldi, libro dal titolo ottimistico e promettente Il primo anno va male, tutti gli altri sempre peggio, scritto a quattro mani da Mara Maionchi e da suo marito Albertop Salerno, sposatisi nel lontanissimo 1976 - fra tre anni nozze d'oro a tutti gli effetti - siamo partiti in quarta, somministrando l'interlocutrice nata a Bologna, ma con autentiche radici lucchesi, una infinità di domande sottoponendola ad una sorta di interrogatorio-fiume al quale non solo si è sottoposta volentieri, ma senza dare il benché minimo segno di stanchezza o di cedimento dopo oltre un'ora.
Dagli esordi in quel capoluogo meneghino dove si era recata seguendo le orme della sorella e convinta che avrebbe potuto trovare la sua strada, all'annuncio apparso su Il Corriere della Sera che cambiò, radicalmente, la sua vita facendola approdare in un universo, quello della musica, nel quale non era mai caduta e dal quale non era mai stata attratta. Una vera e propria forza della natura ha detto qualcuno durante l'incontro-intervista andato in scena sotto gli occhi e le orecchie di chi non ha voluto rinunciare all'occasione di farsi una bella endovena di leggerezza, di questi tempi mai così necessaria e augurabile oltreché difficile da rintracciare.
Da Gianna Nannini a Tiziano Ferro, da Lucio Battisti a Mango, tutta una sfilza di cantanti di enorme impatto e successo che, grazie anche o, per alcuni, soprattutto, a lei hanno raggiunto gli obiettivi che si erano proposti. Certo, come ha spiegato Maionchi, il talento era cristallino, ma se non ci fossero stati aggiunti la perseveranza, il lavoro, la volontà di migliorare, beh, probabilmente non sarebbero andati molto lontano. Tra un artista di talento che non ha granché voglia di crescere e uno con meno talento, ma con una grande voglia di emergere e di sacrificarsi, non ci sono dubbi, sarà quest'ultimo ad andare più lontano. Mara è, infatti, una sostenitrice strenua del lavoro e della passione con cui si esplica: questo è l'ingrediente per andare dove si vuole approdare, senza sacrificio, senza umiltà, senza grinta e determinazione non si va da nessuna parte. Lo dimostra la storia di Gianna Nannini, per la quale i primi due album pubblicati furono quasi un flop tanto che al vertice della casa discografica per la quale lavorava Maionchi, erano soliti, quando la incontravano, domandarle se ricordava qual era il suo compito principale quello, cioè, di far guadagnare. Al terzo colpo la Nannini cantò America e da lì non si è più fermata. Merito suo, ma anche merito di chi, quando la vide per la prima volta, nonostante le apparenze, intravide in lei le stimmate dell'artista di successo.
Il sole tramonta velocemente sul ViennaLvce di Giacomo, Isacco e Monica, questi tre fratelli che, con Naghy Kemal figlio di quest'ultima, hanno riportato spettacolo e divertimento allo storico Bagno Biondetti. C'è tempo e spazio per godersi la Mara a tu per tu anche per il pubblico che, infatti, non si lascia sfuggire l'occasione di scattare selfie o di farsi firmare autografi. C'è chi, addirittura, si fa siglare il retro della T-shirt linda come un foglio di carta su cui poter ricevere l'augurio di questa regina della Tv, una donna che, ha spiegato, non ha rimpianti perché voltarsi indietro non avrebbe senso e quando si è fatto quel che si è fatto, evidentemente non potevamo o non volevamo fare diversamente. Pillole di eterna saggezza che farebbero e fanno bene a tutti, giovani, ma non soltanto, in primis.
Appuntamento, adesso, con l'ultimo degli incontri promossi da Franca Dini Eventi e previsto per il 12 agosto a partire dalle 19.15 con Eva Robin's sempre intervistata dal direttore (ir)responsabile delle Gazzette.
Foto Mario Ferrari