Quante probabilità ci sono che Giorgio Del Ghingaro attuale sindaco di Viareggio molli baracca e burattini e annunci di volersi candidare a sindaco della sua amata Lucca, la città dove il Pd locale non lo ha mai accettato di buon grado, ma alla quale sente di voler portare la sua competenza e l'esperienza maturata in quattro mandati vincenti come sindaco di Capannori prima, di Viareggio poi?
Cinquanta e cinquanta verrebbe da dire, ma chi conosce King George, sa bene che questa percentuale, per uno come lui, non solo è già troppo, ma dice tutto o quasi.
Bocca cucita, per carità, ma noi che sappiamo distinguere un labiale a chilometri di distanza, non abbiamo dubbi e siamo pronti a scommetterci su. Non è un caso che nelle ultime settimane si sia assistito ad una sorta di pellegrinaggio in Versilia da parte di imprenditori, politici, personaggi di spicco che hanno cercato di convincere concretamente Del Ghingaro a scendere in lizza.
Tra questi uno in particolare è Marco Remaschi, che nell'autunno scorso entrò a far parte di Azione, il partito fondato da Carlo Calenda e Matteo Richetti. Remaschi, che sogna di fare lo sgambetto a Lucca ad Andrea Marcucci dopo che questi lo aveva silurato alle regionali, vuole essere incisivo al massimo sulla piazza lucchese ed è disposto a tutto pur di avere un candidato di prestigio come l'attuale primo cittadino di Viareggio, uno che, è bene ricordarlo, su quattro competizioni elettorali le ha vinte tutte e senza nemmeno faticare granché.
Tutto dipende da cosa sceglierà di fare Giorgino il quale, ormai, sa bene come muoversi e, qualora decida di accettare, anche cosa fare e chiedere per giocarsi la reputazione politica a Lucca. E Viareggio? Mancano ancora quattro anni alla fine del mandato, ma a pensarci bene, ha sempre detto che la città è stata riportata agli antichi splendori rimettendo a posto il bilancio, sistemando le principali opere pubbliche.
Giorgio Del Ghingaro è uomo di sfide e, soprattutto, nutre la legittima ambizione di fare un salto di qualità, ma in casa... propria. Capannori è stato il trampolino di lancio, Viareggio la consacrazione in trasferta, ora c'è qualcosa che lo attira molto, ma molto di più che condurre in porto altri quattro anni nella ex Perla della Versilia.
Ma a Lucca la sua discesa in campo potrebbe suscitare un pandemonio e procurare malori e non solo, in particolare a sinistra, dove Francesco Raspini, ben visto da Andrea Marcucci, si troverebbe in grossa difficoltà a competere con un personaggio come Del Ghingaro certamente poco attratto dai temi portati avanti dalla estrema sinistra lucchese quali ad esempio il linguaggio cond eclinazioni al femminile o la mano tatuata con l'appoggio al ddl Zan del sindaco Tambellini.
Del Ghingaro farebbe sicuramente breccia nel cuore di tutti coloro che non ne possono più di questa amministrazione verniciata troppo di rosso e che sembra essere più attenta alle tematiche di nicchia che ai reali problemi della gente. Comunque sia, una candidatura di Giorgio Del Ghingaro produrrebbe uno sconquasso apprezzabile in tempi politici di morti viventi o quasi.