“Gli esponenti della maggioranza, in particolare quelli di CasaPound e Difendere Lucca, tra i quali l'assessore alla cultura che postava foto del duce con l'hashtag #duxmealux e l'assessore allo sport che ha definito la repubblica sociale italiana un onore, mi attaccano perché avrei osato contestare la loro versione propagandistica di Norma Cossetto e sottolineato alcune omissioni”: questo l’esordio di Massimiliano Piagentini, in un comunicato stampa con cui vuole difendersi dalle accuse di parte della maggioranza.
“Ci tengo a precisare che gli storici, non io, hanno stabilito due fatti incontestabili, che fanno cadere tutta la storia romanzata costruita in questi anni dai neofascisti intorno a Norma Cossetto- prosegue- Cossetto era una militante dei gruppi universitari fascisti, ed è per questo attivismo a sostegno della dittatura (e non certo perché donna e italiana) che fu uccisa. Non a caso, le fu poi intitolato, durante l'occupazione nazista, un reparto femminile della repubblica sociale italiana”.
Piagentini prosegue ricordando che il padre di Norma Cossetto era aggregato al 134esimo battaglione d’assalto delle camicie nere, un reparto che sotto il comando tedesco metteva in atto azioni di rastrellamento antipartigiano; era stato inoltre squadrista della prima ora e aveva partecipato alla marcia su Roma, diventando poi segretario politico del partito fascista locale, podestà di Visinada e infine commissario governativo per le casse rurali dell’Istria. Al momento della morte, era ufficiale della milizia volontaria per la sicurezza nazionale.
“Una famiglia, dunque, apertamente fascista- commenta- Molti sono i lati oscuri della vicenda Cossetto: la scarsità di fonti, le troppe contraddizioni e le ricostruzioni fantasiose degli ultimi anni non consentono di avere un quadro chiaro a disposizione. Quadro che solo la ricerca storica può fornire, non certo la propaganda neofascista”.
“L'estrema destra che guida il comune, con questa intitolazione, sta portando avanti un'operazione di mistificazione e riscrittura della storia- conclude Piagentini- Tanto più grave e surreale se si pensa che, nel corso dello stesso consiglio del 2021 che approvò all'unanimità la mozione su Cossetto, fu presentata un'altra mozione per concedere la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, sulla quale il signor mai negato di essere fascista Barsanti si astenne”.